Scegliere il cambio automatico significa sperimentare una modalità di guida in gran parte inedita, e mettere finalmente “a riposo” il piede sinistro
Il cambio automatico è una delle innovazioni più popolari nel mondo dei motori da qualche anno a questa parte. Si tratta di una tecnologia che già da molti decenni si è affermata negli Stati Uniti ma che a poco a poco si è diffusa anche in Europa, visti i vantaggi che porta soprattutto nel caso in cui ci si debba mettere su strada per viaggi di una notevole lunghezza. Visto che nei primi modelli un’auto con il cambio automatico tendeva di solito a consumare di più, questo approccio era scelto soprattutto in Nord America per il costo ridotto del carburante, mentre in Italia continuava a essere un serio ostacolo per la sua introduzione.
Oggi queste limitazioni sono state in gran parte superate ed è possibile affidarsi al cambio automatico senza che questo significhi per forza spendere molto di più in termini di carburante. In particolare, l’introduzione della quinta marcia nel cambio automatico, negli anni Ottanta, ha comportato una decisa accelerata per quanto riguarda la diffusione di questa tecnologia, insieme all’introduzione del convertitore di coppia a frizione che abbina al convertitore una frizione che opera grazie a un elettromagnete, riuscendo così a eliminare gli attriti del fluido nel convertitore di coppia ad alte velocità. Anche il miglioramento delle prestazioni dei computer di bordo ha consentito di fare ricorso al cambio automatico con un risparmio molto maggiore di prima.
Tipi e funzioni
Molto semplicemente, il cambio automatico ha la stessa funzione del cambio manuale, cioè quello di variare il rapporto di trasmissione, ma senza che sia necessario alcun tipo di intervento da parte di chi guida: a tutto, infatti, pensa il veicolo stesso. In altre parole non c’è più bisogno della frizione e quindi un’auto dotata di cambio automatico ha solo due pedali, per l’acceleratore e per il freno.
Il cambio automatico del tipo più diffuso oggi si chiama “a rotismi epicicloidali”. Il dispositivo è costituito da un convertitore di coppia, al posto della tradizionale frizione, il cambio a rotismi epicicloidali, con il rapporto di trasmissione determinato da un sistema di freni e di frizioni, e l’attuatore, una specie di calcolatore idraulico che controlla l’intero sistema.
Un cambio automatico presenta comunque una leva, che anche se non può essere usata per selezionare una delle tradizionali cinque marce ha diverse posizioni: P, per parcheggiare, con il blocco dell’albero di trasmissione e delle ruote; R, in retromarcia; N, Neutral, cioè la folle; D, Drive, che è la versione standard in marcia; 1, 2 e 3, posizioni che limitano rispettivamente il cambio alla prima, alla seconda e alla terza marcia, per particolari esigenze come la salita; oltre a sigle speciali presenti solo in alcuni casi come L (Low, nei cambi a variazione continua) e S, Sport, per la guida sportiva.
Cos’è il cambio sequenziale
Il cambio sequenziale si differenzia dal cambio automatico perché il controllo è di nuovo nelle mani dell’utente, che ha a disposizione una leva con cui aumentare le marce (spingendola in avanti) o scalarle (all’indietro). Si tratta, a differenza di un cambio comune, di una tecnologia che consente di scegliere il rapporto giusto con un movimento continuo, in avanti e all’indietro, e grazie al cambio robotizzato di solito impiegato consente di non dover premere il pedale della frizione per cambiare marcia.
In compenso non è possibile “saltare” le marce come può avvenire nel cambio manuale, passando ad esempio dalla seconda direttamente alla quarta o dalla prima alla terza. Nelle auto è rarissimo, ma è la scelta obbligata per le motociclette e per le auto da Formula 1.
Come guidare macchina con cambio automatico
Per guidare un’auto con cambio automatico ci vuole prima di tutto un po’ di dimestichezza, perché effettivamente le differenze per chi è abituato al cambio “classico” non sono poche. Si tratta di una tecnologia, come detto, molto più comoda, ma in compenso c’è meno controllo da parte del guidatore per quanto riguarda la marcia.
Essendoci soltanto due pedali nelle auto con il cambio automatico (cioè l’acceleratore e il freno), serve solo la gamba destra per guidare, e questo è il primo cambiamento “difficile da affrontare” per chi è abituato a guidare con tutte e due. I pedali, di solito, non hanno le stesse dimensioni con il cambio manuale e con quello automatico: nel secondo caso infatti il freno è più grande ed è a sinistra, mentre l’acceleratore, più piccolo, è a destra. La leva del cambio si trova come di consueto al centro dei due posti anteriori.
Consigli utili
Fondamentale, quindi, è non muovere il piede sinistro, che deve abituarsi a stare fermo e non usarlo d’istinto per “azionare la frizione”, che come abbiamo visto in realtà è il freno: questo è molto pericoloso perché, visto che di norma la frizione si preme a fondo, il rischio è quello di inchiodare in mezzo alla strada e rischiare immediatamente di essere tamponati.
Per guidare un’auto con cambio automatico, bisogna per prima cosa tenere il piede (morbido) sul freno e mettere la leva del cambio sulla posizione “D”, rilasciando lentamente il freno per incominciare così a muoversi in avanti. Solo quando il freno è stato rilasciato del tutto si può cominciare a dare velocità premendo il pedale dell’acceleratore.
Differenze cambio automatico e manuale
Come detto, le differenze tra il cambio automatico e quello manuale sono molte. La più significativa è naturalmente la necessità di chi ha un cambio manuale di cambiare marcia continuamente, mentre con il cambio automatico tutto è gestito dai dispositivi che calcolano da soli il rapporto giusto e si occupano di sceglierlo sulla vettura. L’altra grande differenza non riguarda le mani ma i piedi, con soli due pedali invece di tre e la necessità di “tenere fermo” il piede sinistro che sarà naturalmente tentato di azionare la frizione, come di consueto.
Ultima modifica: 31 Marzo 2017