E’ una delle ragioni più frequenti per cui si verificano incidenti, spesso anche con gravi conseguenze. Rispettare la distanza di sicurezza, quando si sta guidando, non è una banale raccomandazione, della quale si può anche fare a meno perché si è convinti di avere sempre i riflessi pronti.
L’obbligo della distanza di sicurezza
Tenersi sufficientemente lontani dai veicoli che ci precedono è un obbligo, previsto dal Codice specifico e controllato da forze di polizia, oltre che imposto, in particolari condizioni, anche dai cartelli stradali. E’ anche per questa ragione che tutte le prossime vetture avranno di serie dei meccanismi di sicurezza, che prevedono speciali sensori che avvertono in tempo l’automobilista quando non si rispettano i metri che bisognerebbe manetenere dal mezzo che si sta seguendo.
Nello specifico, si tratta di un’evoluzione dei sensori che aiutano a eseguire i parcheggi, consentendoci di non andare addosso agli ostacoli intorno. Qualcuno ha capito che ciò poteva funzionare anche mentre si sta correndo in auto. Bisogna sottolineare che questa misura di sicurezza non è una costante. Può variare in base a diversi fattori, che possono essere costituiti dalle condizioni meteorologiche, dalla situazione del traffico, dal tipo di strada che si percorre e, non da ultimo, dalle condizioni del veicolo che si sta guidando, fattore spesso sottovalutato.
Esiste tuttavia una base ineludibile per calcolare la distanza di sicurezza minima e una formula matematica, che non deve spaventarci più di tanto. Eccedere in distanza, in ogni caso, non è mai un errore. Piuttosto può essere un’esigenza, dettata anche dalle condizioni psicofisiche di chi guida.
Distanza di sicurezza e tempi di reazione
I tempi di reazione rispetto a un evento improvviso non sono uguali per tutti e non è solo una questione di età. E’ possibile che si viaggi in compagnia e che l’abitacolo dell’auto sia motivo di distrazione per il guidatore. Da qualche hanno c’è pure il “fattore smartphone”, che rappresenta la prima causa, secondo le statistiche più recenti, di incidenti anche mortali.
Nel traffico poi, l’illusione di poter mantenere il perfetto controllo del mezzo e di ciò che ci circonda, mentre si legge e risponde a qualche messaggio è davvero assurda. Il fattore età ha la sua importanza: a vent’anni i riflessi sono sicuramente più pronti che a 60, ma forse a 60 anni si presta più attenzione alla strada e ai suoi pericoli in virtù di quella consapevolezza che a vent’anni non si ha.
Guardando ai fattori ambientali, la presenza di banchi di nebbia è il pericolo più grave, quando non si sta a debita distanza dai veicoli avanti a noi. La segnaletica stradale, da molti anni ormai, dispone di segnali che indicano, in base alla visibilità, la velocità massima da tenere, proprio per ridurre lo spazio di frenata. Anche un fondo stradale bagnato dalla pioggia o reso vischioso dal ghiaccio o dalla neve impone di avere un rispetto rigoroso su questo aspetto e anche di proseguire il viaggio a un’andatura regolare senza brusche frenate o altrettanto improvvise accelerazioni.
Del resto questa lontananza dal mezzo che corre avanti a noi, serve appunto a garantirsi uno spazio di frenata o di manovra adeguate anche in base alla velocità che si mantiene. Per chi non lo sapesse, questi spazi si ampliano anche in base alle condizioni del veicolo che guidiamo. Un’auto con gli pneumatici usurati non avrà mai la stessa aderenza all’asfalto di un’auto che dispone di un treno gomme a pressione, con battistrada efficiente e con la mescola adatta al clima e al tipo di strada. Anche dischi e pasticche dei freni potrebbero non essere efficienti, ma addirittura un veicolo eccessivamente carico su una strada in forte pendenza deve raddoppiare la distanza di sicurezza rispetto al mezzo che segue per guadagnare lo spazio sufficiente in caso di frenata.
Le misure minime per la distanza di sicurezza
Come si può notare, quindi, le variabili da tenere in considerazione sono davvero tante e alle volte non è sufficiente osservare i limiti di velocità standard e la distanza minima. Esiste, infatti, una distanza minima in base alla velocità media. Se si procede a 50 chilometri orari, sarà sufficiente mantenersi a 25 metri dal veicolo che si precede e dal veicolo che si segue, sarebbe l’equivalente della lunghezza di due pullman. Nel caso in cui la velocità media si attesti sui 90 chilometri orari, la distanza di sicurezza arriva a 40 metri, come mettere in fila due autotreni.
Se la velocità media è quella massima consentita in autostrada, di 130 chilometri orari, allora bisognerà immaginare la lunghezza di un campo di calcio, esattamente 130 metri. Si tratta appunto della distanza minima per guidare in sicurezza rispetto a un evento improvviso, ma anche questi numeri non sono perfetti, poiché per avere una dimensione esatta bisognerebbe tenere conto dell’equivalente della distanza percorsa in un secondo. E’ quello, infatti, il tempo medio che occorre per decidere cosa fare se il mezzo che ci precede aziona la luce dello stop. Ovviamente in un secondo non si può avere contezza del tratto che si è percorso.
La formula matematica
In realtà esiste una formula matematica da tenere a mente per poter avere un’idea quanto più precisa della distanza di sicurezza da mantenere quando si guida. E non è necessario essere matematici per ricavare una cifra esatta. Basta infatti dividere la propria velocità media per 10 e elevare al quadrato il risultato. Quel numero ricavato potrà essere un ottimo indicatore per misurare la distanza di sicurezza.
Per essere più chiari, se la velocità media è di 60 chilometri orari, dovremo dividere 60 per 10, ottenendo 6, che elevato al quadrato fa 36 metri di distanza di sicurezza. In linea di massima, si tratta sempre di calcoli approssimativi, perché anche la percezione della distanza può cambiare da soggetto a soggetto.
Vale dunque sempre il solito consiglio, di attenersi al buon senso, specie in situazioni di elevata pericolosità o quando ci si accorge che i veicoli che ci precedono o ci seguono non hanno una condotta di guida lineare. Aumentare la distanza di sicurezza e cercare il sorpasso solo quando si è nelle migliori condizioni per poterlo eseguire, sono buone regole per non incorrere in problemi seri.
Ultima modifica: 27 Novembre 2018