L’auto decappottabile è la grande protagonista di ogni film in cui c’è una scena con un lungo tragitto in auto, magari in mezzo a lande desolate. La letteratura cinematografica è zeppa di esempi e ne abbiamo scelti cinque. Evocano avventura, libertà, o forse lusso o ancora potenza.
La decappottabile dei ribelli
Nei primi 3 film che vi presentiamo, l’auto cabrio diventa sinonimo di ribellione e anticonformismo.
Il laureato
Una storia tutta americana, eppure nella locandina compare un’auto italiana che a lungo è stata la spider per eccellenza. Rosso, veloce, bellissimo, il Duetto Alfa Romeo 1600 ha appassionato una generazione intera di giovani americani.
Tutti sognavano di essere un po’ Benjamin “Ben” Braddock, che trascorre la sua estate tra la piscina della villa di famiglia e la camera d’albergo dove incontra Mrs Robinson. Tutto cambia con l’arrivo della figlia di lei, Elaine Robinson.
Migliaia di laureati come il giovanissimo Dustin Hoffman hanno sognato la corsa on the road a bordo di un Duetto per strappare Elaine – Katharine Ross a un matrimonio incolore, sotto lo sguardo feroce della signora Robinson, la splendida Anne Bancroft. Era il 1966, ma il Duetto Alfa Romeo è ricomparso in altri 300 film.
Il sorpasso
Ed è sempre una spider l’immagine prepotente di un’altra pellicola entrata nella storia. La Lancia Aurelia B24 asseconda un cialtrone arrogante e nullafacente come Bruno Cortona, impersonato da Vittorio Gassman. Simbolo di velocità, avventura e spavalderia, la splendida Lancia Aurelia B24 attraverserà tutta la via Aurelia.
Thelma&Luoise
Due donne e una fuga alla ricerca furiosa di una vita diversa. e un lungo viaggio a bordo di una Ford Thunderbird. L’intramontabile sportiva che rimase sul mercato per 50 anni, nel 1991 porta Susan Sarandon e Geena Davis fino in Messico dove la conquista della tanto agognata libertà corrisponde all’epilogo tragico.
La decappottabile di lusso
Esiste poi un’altra categoria di film in cui l’auto decappottabile diventa simbolo di lusso sfrenato e ricchezza.
American Gigolò
Abiti firmati dallo stilista italiano più cool degli anni 80. Un loft in un residence di lusso, belle donne e una Mercedes 350 SL nera. Julian Key ha il volto di Richard Gere e incarna il modello di giovane americano che vuole il successo tutto e subito. La lunga corsa a bordo della splendida tedesca lo porterà a capire in quale complotto squallido e infernale è rimasto intrappolato.
Non ci resta che piangere
Il film che vide per l’unica volta insieme Roberto Benigni e Massimo Troisi, in una commedia strepitosa ambientata nel “Mille e quattro quasi mille e cinque”, in realtà comincia a bordo di una decappottabile. Mario e Saverio si perdono nelle campagna toscana a bordo di una Fiat Ritmo Cabrio Bertone Palinuro del 1984.
Ultima modifica: 11 Settembre 2018