Qualsiasi strada di una certa importanza, e in particolare la fittissima rete autostradale del nostro paese, prevede un gran numero di piazzole e di aree di sosta destinata a riposo di chi guida e alla sicurezza degli autoveicoli. Sotto questo aspetto è bene fare alcune precisazioni per distinguere quelle che sono le piazzole di emergenza, le cosiddette aree S.O.S., e quelle di sosta.

Le aree di emergenza

Secondo gli ultimi piani industriali che hanno caratterizzato la realizzazione delle nuove autostrade in Italia è previsto che ogni 500 metri venga creato un piccolo slargo, evidenziato in modo molto chiaro anche dalla segnaletica stradale, dove qualsiasi veicolo che si trovi ad affrontare un problema di carattere meccanico o un guasto possa ripararsi. Queste sono le piazzole di emergenza che sono, purtroppo, ancora oggi molto sottovalutate o male utilizzate nonostante la loro importanza fondamentale.

Sarà capitato a molte persone di imbattersi in veicoli fermi a bordo carreggiata durante il proprio viaggio in autostrada. Si tratta di un grave pericolo per tutte le auto che affrontano lo stesso percorso. È per questo che il protocollo della polizia stradale prevede che qualsiasi pattuglia nei pressi di un’auto parcheggiata su una piazzola di emergenza debba intervenire per capire la natura del problema.

Il corretto utilizzo delle aree di emergenza

Capita anche che alcuni utilizzino queste piazzole per fermarsi e riposare, magari per dormire qualche minuto, se sono vittime di un attacco di sonno. Quello del potenziale colpo di sonno alla guida è un altro problema estremamente grave che non va sottovalutato e, se c’è una forte sonnolenza incombente mentre stiamo guidando, soprattutto se siamo da soli in macchina, è opportuno fermarsi. Ma non in un’area di emergenza. È opportuno resistere qualche chilometro e fermarsi nelle cosiddette aree attrezzate.

Le aree attrezzate, infatti, sono piazzole dedicate alla sosta che consentono ad auto e automobilisti un tempo di permanenza praticamente illimitato. Non stiamo parlando delle cosiddette aree di servizio, che peraltro sono numerosissime e si trovano a centinaia su tutta la rete stradale e autostradale del nostro paese. Ma piccole e semplici aree, delimitate da corsie dedicate e piccole aiuole, che spesso sono attrezzate in modo molto semplice. Basta una fontanella, magari un bagno chimico, e le esigenze più impellenti possono essere soddisfatte anche se si tratta di una sosta di pochi minuti.

Il rischio delle auto ferme

È per questo che il problema delle auto ferme a bordo strada viene seguito e monitorato quotidianamente con grande attenzione da parte della polizia stradale e anche da parte dei gestori che sempre più spesso segnalano, attraverso i servizi di cartellonistica luminosa, se ci sono dei veicoli fermi in corsia di emergenza o in qualche area S.O.S.

Anche se purtroppo, sempre più spesso, la rete di colonnine non è correttamente funzionante, il nostro paese è stato uno dei primi a dotarsi di una serie di strumenti al servizio degli automobilisti che si trovano ad affrontare un momento di difficoltà, magari per un guasto della propria vettura. In corrispondenza delle aree di emergenza, e comunque a distanza costante e continua da quella che precede e da quella seguente, ci sono le cosiddette colonnine S.O.S., punti di contatto che consentono all’automobilista di allertare i gestori dell’autostrada del proprio problema. Per fortuna negli ultimi vent’anni il boom della telefonia mobile ha completamente risolto questo genere di problema. A bordo di ogni vettura ci sarà quasi certamente una persona con un telefonino cellulare attraverso il quale, con un minimo di campo disponibile, è possibile chiamare il servizio di emergenza o, addirittura, allertare l’assistenza specializzata della propria vettura attraverso delle applicazioni.

Le aree di servizio

Se le aree destinate alla sosta dei veicoli sono molto numerose ancora più ricca è la rete delle cosiddette stazioni di servizio che in Italia rappresentano non soltanto una risorsa indispensabile per chi viaggia in qualsiasi direzione ma anche una grande ricchezza. Le stazioni di servizio, equipaggiate con pompe carburante – diesel, benzina e ormai sempre più spesso anche GPL e metano – nel corso degli ultimi anni sono completamente cambiate garantendo bar, punti di ristoro, ristoranti. Un vero e proprio centro commerciale a disposizione degli automobilisti e dei camionisti che nel corso del proprio viaggio, per quanto lungo possa essere, possono programmare alcune soste per rendere la lunga trasferta meno dura.

Per legge tutte le stazioni di servizio attrezzate devono essere dotate di bagni e, per fortuna, negli ultimi anni, è considerevolmente aumentata la sensibilità anche nei confronti dei portatori di handicap. Se fino a trent’anni fa non tutte le aree di servizio erano attrezzate con bagni destinati ai disabili ora la situazione è notevolmente migliorata.

L’assistenza alle auto elettriche

Sicuramente è destinata a cambiare la strategia anche per chi guida vetture ibride o elettriche. Se fino a questo momento le stazioni di servizio attrezzate che erano in grado di dare assistenza ad auto di nuova generazione erano pochissime, la situazione, rapidamente, si sta evolvendo in senso positivo. Al nord sono ormai molte le stazioni di servizio sulle autostrade che garantiscono la presenza di colonnine per il rifornimento elettrico di auto non inquinanti e, con il passare del tempo, questo genere di investimento diventerà obbligatorio per chiunque voglia aprire o gestire una stazione di servizio su una rete stradale ad alto scorrimento.

Come abbiamo visto, dunque, ci sono delle distinzioni da fare tra le aree di sosta destinate all’emergenza, che devono essere preservate e mantenute e sgombre per qualsiasi necessità e che sono regolarmente monitorate dalla polizia stradale, e aree di servizio. Attrezzate o meno. Queste sono molto numerose ed è sempre qui che automobilisti e camionisti dovrebbero fermarsi per riposare, mangiare e prendersi il proprio giusto tempo di recupero dopo una lunga sessione di guida. Vedere camion autoarticolati parcheggiati in piccoli slarghi lungo le autostrade, purtroppo, è diventata un’abitudine, soprattutto di notte. Ma rimane uno dei pericoli più gravi della nostra rete stradale e autostradale.

 

 

 

Ultima modifica: 14 Settembre 2020