È l’incubo di qualsiasi automobilista: finire sott’acqua con la propria macchina e restare prigionieri dell’abitacolo, vincolati dalle cinture, mentre l’auto si allaga. È una situazione che anche se viene vissuta tramite il racconto di qualcuno o dalle immagini di un film fa accapponare la pelle. Eppure ci sono persone che ne sono uscite indenni e hanno raccontato come se la solo cavata: la loro esperienza diventa utile oggi per offrire un protocollo di sicurezza.
Ci vuole calma e sangue freddo
Se la propria vettura finisce in un fosso, in un canale o, com’è accaduto non molto tempo fa – per un banale errore di manovra – giù dalla banchina di un porto come quello di Genova, l’unico comune denominatore è l’acqua. Potrebbe accadere che l’auto rimanga incastrata, si blocchi o che addirittura si capovolga: in qualsiasi di queste situazioni ci si ritrovi, si tratta di aggravanti che finiscono per togliere ancora più lucidità allo sfortunato protagonista della vicenda e pesare sulla sua sicurezza. L’unica raccomandazione che ogni buon tutor di guida sicura o di antinfortunistica può dare è: “mantenere la calmaâ€. Infatti ragionare e mantenere il sangue freddo in questo genere di situazioni è fondamentale e salva la vita. Occorre per prima cosa capire come si è posizionati rispetto alla superficie dell’acqua e prendere tutto l’ossigeno che si può prima che l’abitacolo si allaghi, evitando di respirare in modo affannoso ma effettuando pochi profondi respiri. Inoltre è fondamentale liberarsi subito della cintura sganciandola e se è incastrata o bloccata sgusciare fuori dal blocco. Se a bordo sono presenti altri passeggeri, soprattutto se bambini, prestare attenzione alla loro sicurezza aiutandoli a liberarsi. Successivamente trovare il modo di uscire il più velocemente possibile.
Un martelletto può salvarvi la vita
L’acqua esercita una forte pressione e più è grande la superficie che cercherete di aprire, più la pressione sarà consistente. Anche se aprire la portiera è possibile, non risulta sempre essere l’idea migliore: è preferibile provare a spaccare il finestrino o spingere con la forza dei piedi sul parabrezza puntando la schiena sul sedile. L’ideale però è avere un martelletto: si trova in qualsiasi negozio di autoricambi e costa pochi euro. Quando si dispone di poco ossigeno e si è bloccati, qualsiasi azione costa fatica, bisogna quindi valutare attentamente quale sia la mossa migliore da compiere. Una volta riusciti ad aprire un’uscita, l’abitacolo inevitabilmente si riempirà d’acqua molto velocemente e la vettura si appesantirà andando più rapidamente verso il fondo. Spingere immediatamente i passeggeri fuori dal varco e puntare quanto più velocemente possibile verso la superficie. Una volta usciti dall’auto, risalire è la parte più facile: il corpo galleggia e i polmoni pieni d’aria spingeranno naturalmente verso l’alto. Bisogna pensare con logica ma anche con ottimismo: quando il finestrino sarà rotto il più sarà fatto. Siamo nati per sopravvivere e l’istinto fa il resto. L’importante è non farsi prendere dal panico e agire con lucidità .
Ultima modifica: 22 Maggio 2019