A chi non è mai successo di ricevere una multa per aver fermato la macchina in divieto di sosta? Naturalmente, in caso di violazione di codice della strada, l’unica cosa da fare è pagare. Tuttavia, può capitare che la multa arrivi a casa senza alcuna giustificazione, e allora il discorso cambia. Ecco perché diventa utile sapere come regolarsi nel caso di voglia rintuzzare una contravvenzione per una sosta illecita.

Casi possibili

Un caso possibile è che la polizia urbana vi faccia un verbale di contravvenzione per un divieto di sosta che non era adeguatamente segnalato, e cioè non ben visibile. Oppure può succedere che allo stesso automobilista vengano fatte più multe dello stesso genere nella stessa giornata, il che secondo l’aureo oracolo della suprema Corte di Cassazione non è lecito. Si tratta di due ipotesi in cui come si vede la multa parcheggio è come se implorasse di venire contestata. Sì, ma come?

Prima di rispondere, conviene ribadire che se hai davvero compiuto il misfatto, allora ti conviene versare l’obolo senza fiatare. Tra l’altro se la multa parcheggio la paghi entro cinque giorni, puoi beneficiare di uno sconto del trenta per cento.

Una sanzione per divieto di parcheggio può andare dai 40 ai 164 euro per i motorini e da 85 a 338 per gli altri veicoli. La differenza nell’importo ha a che fare con la maniera del parcheggio. Nel senso che se, per esempio, hai bellamente lasciato la vettura su una pista ciclabile, la multa parcheggio è più alta.

Va inoltre rammentato che una multa parcheggio può comportare anche la decurtazione di due punti sul permesso di circolazione. Per esempio se lasci la vettura in un posto auto riservato alle persone con handicap.

Si può fare ricorso quando non si è commessa la infrazione, ma anche nel caso in cui il verbale di contestazione contenga degli errori formali. Oppure nel caso in cui il cartello con sopra il divieto proprio non c’era e quindi era impossibile rendersi conto della violazione. Si possono prender due vie per interporre ricorso. O al Prefetto oppure al giudice di pace. Al Prefetto si può ricorrere entro due mesi, mentre al giudice di pace lo si può fare nello spazio di un mese, e si pagano 55 euro.

Rimborso multa: documenti necessari

Per proporre ricorso al gdp occorrono: l’originale del ricorso medesimo; due fotocopie; copie delle carte che si vuole che siano esaminate dal giudice; copia di un attestato di identità valido; la prova della corresponsione dell’imposta di bollo.

Le possibili decisioni del giudice sono queste: inammissibilità del ricorso; annullamento della sanzione in tutto o in parte; respingimento del ricorso (il giudice ti dà torto su tutta la linea). Se si verifica quest’ultima eventualità, se vuoi potrai contestare la sua decisione, ma in tal caso avrai bisogno di andare in corte e quindi ti servirà un professionista del diritto.

Ultima modifica: 14 Dicembre 2018