Colonnina di ricarica: come ottenerla e quanto costa

64693 0
64693 0

Tante difficoltà pratiche, ma anche tanto interesse per le auto elettriche che si stanno diffondendo nonostante l’indispensabile colonnina di ricarica sia spesso un miraggio. Eppure per avere uno strumento simile non ci sono percorsi eccessivamente tortuosi e l’investimento, che non è astronomico, potrebbe anche diventare un’attività remunerativa.

Avere una colonnina di ricarica per i veicoli elettrici non è infatti un’operazione difficile. Sicuramente comporta qualche passaggio burocratico e necessariamente dei lavori, che hanno ovviamente dei costi. E bisogna fare alcune valutazioni proprio in vista della spesa che bisognerà affrontare.

Una colonnina di ricarica per l’uso privato

Occorre infatti valutare se la spesa è destinata a un uso familiare o poco più. Potrebbe essere infatti utile una colonnina di ricarica per un condominio, per esempio, dove le auto elettriche sono abbastanza diffuse. Le spese di impianto potrebbero essere così condivise con gli altri utenti, di modo da avere un servizio efficiente con un investimento iniziale sicuramente ridotto.

Altra valutazione da compiere è se si vuole trasformare la spesa in un’attività remunerativa a tutti gli effetti. Considerando infatti che i tempi di ricarica completa per le batterie di un’auto elettrica si aggirano mediamente intorno alle 2 ore, chi decide di istallare una o più colonnine, potrebbe anche immaginare una stazione di servizio a tutti gli effetti, ma dotata di servizi innovativi e smart, sicuramente in linea con i principi e lo stile di vita di chi adotta un veicolo elettrico.

Alle due ore di attesa media potrebbe corrispondere un servizio di coworking, di ristorazione, di spazio lettura, dove naturalmente non mancherà un wi fi. Attività collaterali che aiutano ad ammortizzare l’investimento per l’istallazione delle colonnine e creano un motivo in più per possedere un’auto elettrica. Sono esperimenti che soprattutto nel nord Europa, più avanzato nella diffusione dei veicoli elettrici, stanno funzionando e si stanno rivelando come un vero e proprio indotto del mercato dei veicoli elettrici.

Colonnina di ricarica per uso pubblico

Esistono diversi tipi di colonnina di ricarica. Ovviamente non consideriamo gli strumenti casalinghi, che non hanno alcuna necessità di comunicazioni formali, possono essere istallate in un garage privato da un tecnico specializzato e sono collegate alla rete elettrica domestica, andando quindi a incidere sulla bolletta privata per quanto riguarda i consumi.

Non necessitano neppure di un innalzamento di potenza del contatore, poiché assorbono come un qualunque elettrodomestico e solitamente erogano energia nelle ore notturne. Il contatore da 3 chilowatt, comunemente adottato per l’uso privato, sarà sufficiente.

Diverso il discorso per la colonnina di ricarica destinata a un uso pubblico e dunque più ampio. Possono essere a palo e a parete, ma sono in corso sperimentazioni per sistemi wireless. In quest’ultimo caso il veicolo viene sistemato su una piattaforma dalla quale assorbirà, senza un collegamento fisico, l’energia utile per la ricarica completa e veloce.

La colonnina di ricarica a uso pubblico vengono posizionate in aree di sosta pubbliche, lungo le strade, nei pressi di aeroporti o stazioni ferroviarie, punti di interscambio di trasporto dunque. E sono installate a cura di soggetti distributori di energia o da gestori di rete.

La rete di colonnine si espanderà entro il 2020

Attualmente la distribuzione delle colonnine pubblica non è omogenea su tutto il territorio nazionale. C’è da dire che la concentrazione di veicoli elettrici è maggiore nelle grandi città, dove l’inibizione ai veicoli nei centri urbani obbliga in un centro senso alla scelta di un’auto elettrica.

Dunque Milano, Roma e Firenze sono le città privilegiate, ma qualcosa si sta muovendo anche a sud di Roma. Entro il 2020 la copertura dovrebbe essere assicurata da Enel con circa 12mila colonnine distribuite in maniera più omogenea su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione ai centri urbani più grandi, dove si prevede anche una maggiore diffusione del car sharing elettrico.

E proprio quel’ultima attività, tipica della green economy, può rappresentare un’ottima opportunità per investire nell’impianto di colonnine di ricarica per veicoli elettrici. Non bisogna infatti considerare solo la diffusione delle auto, ma anche di motocicli e biciclette elettriche, che negli ultimi mesi sta raggiungendo numeri davvero importanti.

Quali costi sostenere per una colonnina di ricarica

Per installare una colonnina di ricarica è importante la scelta della posizione. Meglio in aree parcheggio dove il quadro elettrico si trova in una postazione strategica o dove è possibile agganciare con comodità cavi. Sono particolari che riducono sensibilmente i costi di installazione.

Per stabilire il numero di postazioni è necessario calcolare una media di veicoli da servire anche in contemporanea, e in base agli orari di lavoro. La spesa non è irrisoria, ma certamente può essere meno impegnativa di molte altre attività e può essere ammortizzata nel giro dei primi tre anni, meno se si aggiungono attività collaterali a basso costo e ad alta remunerazione.

Prendendo in considerazione una colonnina di ricarica lenta a 16A in corrente alternata, bisognerà prevedere circa 3500 euro di spese di installazione, altri 900 euro per la connessione alla rete elettrica. E infine la spesa più importante che si aggira attorno agli 8000 euro, per la colonnina di ricarica, cavi di collegamento, pannello di controllo e invertitore. Si superano quindi i 12mila euro ai quali vanno aggiunti anche gli oneri di progettazione, che è assolutamente indispensabile per ottenere le autorizzazioni necessarie a svolgere lavori.

Se infatti per la realizzazione di una colonnina di ricarica in un’area privata c’è l’obbligo di presentazione di una segnalazione certificata di inizio attività, la cosiddetta SCIA, solo se non è previsto un nuovo allaccio alla rete di distribuzione energetica, se vengono rispettate tutte le norme di sicurezza e se l’installatore è un tecnico specializzato che rilascia una certificazione di conformità dell’impianto, diversa è la procedura per una colonnina di ricarica pubblica.

Occorre sicuramente la SCIA, e un’autorizzazione da parte del Comune dove si vuole installare la colonnina. Bisognerà quindi presentata un progetto che indichi numero di colonnina, costi di investimento e manutenzione, motivazione dell’impianto, descrizione di tutto l’impianto e la copia della richiesta di nuova connessione, o di modifica di quella esistente, alla rete elettrica.

Ultima modifica: 25 Settembre 2018