Cambio automatico: tipologie principali

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Il loro utilizzo sempre più diffuso è dovuto a diversi fattori, che cambiano a seconda dell’utilizzo principale che si fa della propria auto. Quello che principalmente li differenzia è il tempismo con cui vanno a cambiare, appunto, in automatico la marcia, cosa che va a tutto vantaggio di una guida performante, infatti sempre più modelli di auto sportive di ultima generazione ne sono provvisti; a livello cittadino invece riescono a donare una guida rilassata perché l’assenza della frizione (intesa meccanicamente come pedale da premere) fa sì che lo stress dovuto al traffico cittadino risulti meno impegnativo fisicamente. Ma qualsiasi sia la salsa in cui si utilizzano, sta di fatto che nel tagliere del mercato automobilistico stanno sempre più prendendo campo e le case automobilistiche sono sempre più impegnate a sfidarsi a colpi di tecnologia innovativa.  Vediamo quali sono le varie tipologie di cambio automatico.

Cambio automatico a convertitore di coppia

 

Si tratta della tipologia di cambio automatico più “classica” e navigata, essendo nata negli Usa ed utilizzata sin dai primi anni ’50 su parecchi modelli di auto. Meccanicamente analizzandolo in maniera semplicistica è composto da una pompa ed una turbina al cui interno scorre un fluido viscoso; la coppia direttamente trasmessa dal motore viene “smorzata” all’interno di questo collegamento pompa/turbina in funzione della marcia che la centralina comanda di adottare. La rotazione finale viene poi trasmessa ad un sistema detto a “rotismi” planetari, ossia un ingranaggio meccanico composto da un componente principale centrale ed ulteriori ingranaggi secondari via via collegati ad esso, le varie marce (rapporti) dipendono dalla combinazione di rotazione o meno delle varie combinazioni possibili di ingranaggi a rotismo planetario. Come già detto la centralina elettronica comanda l’intero automatismo.

Essendo una tecnologia abbastanza navigata ha subìto numerose migliorie nel corso degli anni fino a diventare affidabile, pur rimanendo però un sistema meccanicamente complesso e costoso, tanto che è più probabile trovarlo in dotazione a bordo di auto pesanti e potenti come cilindrata, su auto piccole ed economiche invece si trovano a disposizione altre tipologie di cambio automatico. Nel complesso come pregi si può affermare che si tratta di un cambio molto confortevole e dolce nei cambi di marcia, invece come difetti porta un aumento sensibile dei consumi ed una smorzatura evidente nelle prestazioni dell’auto.

Cambio automatico robotizzato

 

Le analogie con il cambio manuale tradizionale sono tantissime, si potrebbe affermare che meccanicamente si tratta di un cambio tradizionale vero e proprio, solo che le funzioni non sono gestite dal guidatore ma dalla “robotica”, quindi nessun pedale della frizione da premere e cambi di marcia autonomi in funzione di una logica prestabilita e pre-mappata sulla centralina dalla casa madre.

Rispetto al sistema a convertitore di coppia risulta più semplice come sistema, essendo appunto paragonabile ad un sistema tradizionale, ma gestito elettronicamente. A livello di sensazione di guida si avvicina ad un cambio manuale tradizionale, anche se permane ed è in ogni caso evidente la sensazione che la vettura stiaguidando da sola“. In molte auto in cui è presente il cambio automatico robotizzato è quasi sempre presente la possibilità di scegliere tra due modalità: una assolutamente automatica ed una semi-automatica in cui è il guidatore a cambiare la marcia, senza comunque intervenire sul pedale della frizione che risulta assente del tutto.

Questa tipologia di cambio nasce negli anni ’90 nelle scuderie delle case automobilistiche impegnate nel campionato di formula uno ed infatti su alcuni modelli di auto sono presenti delle leve di cambio marcia direttamente al volante per riprodurre la sensazione di guida delle monoposto.

Cambio automatico a variazione continua

 

Comunemente conosciuto con l’acronimo CVT (dall’inglese Continously Variable Trasmission) si tratta  della tipologia di cambio automatico più semplice e diffusa, consta di minore meccanica rispetto anche ad una cambio manuale. Il suo sistema di funzionamento è abbastanza semplice: è composto da due pulegge coniche che scorrono ognuna su di un asse, collegate tra loro da una robusta cinghia di trasmissione del movimento in metallo. Il funzionamento in senso stretto è assimilabile al cambio automatico montato sugli scooter, il comando del gas stabilisce l’accoppiamento tra le sezioni di cono delle due pulegge e viene ottenuto in teoria il rapporto perfetto in funzione della velocità.

Nessuna interruzione del movimento del motore (quindi nessuna frizione) solo una rotazione continua che viene gestita in entrata ed uscita in funzione delle ‘necessità’. Le due pulegge gestiscono molto semplicemente la rotazione in ingresso minima e massima e la stessa cosa in uscita (tramite la loro conicità), teoricamente questo sistema potrebbe permettere di ottenere un numero infinito di rapporti, anche se in ogni caso il loro numero è prestabilito tramite la mappatura della centralina.

I vantaggi di questo cambio sono a livello di praticità ed utilizzo sempre fluido, così come a livello di consumi abbastanza contenuti; gli svantaggi risiedono invece nelle sensazioni che trasmette, se non si è troppo legati al “gioco” del motore in senso tradizionale e si è disposti a voltare verso una guida molto scooteristica della propria auto, se ne potranno apprezzare le doti di rilassatezza e linearità nell’erogazione, senza disdegnare le prestazioni.

Cambio automatico a doppia frizione

Si tratta di una tipologia di cambio automatico abbastanza diffusa, molti modelli di auto (specialmente performanti e sportive) degli ultimi anni sono dotate di questa tipologia di cambio. Il meccanismo di base è molto semplice da comprendere: è composto da due alberi separati, in ognuno dei quali è montata una frizione, generalmente un albero si occupa delle marce dispari ed uno delle marce pari. Generalmente la dotazione di questo cambio offre due  possibilità di guida, una totalmente automatica (quindi gestita in tutto e per tutto dalla centralina elettronica) ed una sequenziale in cui il guidatore gestisce il cambio della marcia attraverso una leva a click posta in posizione tradizionale o attraverso una coppia di leve al volante.

Tra i vantaggi di questa moderna tipologia di cambio c’è sicuramente un salto di qualità nei tempi di cambiata, appunto per la presenza di due frizioni separate che si alternano l’una all’altra, quindi sempre ‘pronte’ e meno sotto stress di un unico albero con frizione singola. Tra gli svantaggi sicuramente sono da citare i costi, sia di acquisto che di gestione di eventuali guasti che necessitano di interventi specializzati e ricambi costosi.

Ultima modifica: 9 Maggio 2017