Per tutti, molto semplicemente, sono le biciclette elettriche: in realtà il concetto è un po’ più ampio e diversificato. Esistono le biciclette a pedalata assistita, quelle con motore elettrico aggiuntivo e a breve arriveranno in commercio dei veri e propri ciclomotori non lontani dai vecchi Ciao o Sì popolarissimi negli anni ’70 e ’80 discretamente potenti e autonomi che avranno il vantaggio del mezzo a motore pur essendo di fatto delle biciclette.
La bici in città : Italia in ritardo sulle piste ciclabili
Il nostro paese non è stato prontissimo a raccogliere il boom del movimento ciclabile. Negli anni ’90 alcuni paesi come la Germania, l’Olanda e la Francia hanno finanziato migliaia di chilometri di piste ciclabili in sicurezza anche in città estremamente trafficate e metropolitane come Berlino o Amsterdam. L’esempio più virtuoso in questo senso è l’Inghilterra: complice il successo di grandi campioni come Mark Cavendish, Bradley Wiggins, Chris Froom o la splendida Victoria Pendleton, gli inglesi sono letteralmente corsi all’acquisto della loro bici. Un boom da quaranta milioni di mezzi venduti in pochissimi anni.
A Londra le piste ciclabili si sono moltiplicate e in tutti i parchi ci sono intere distese di bici a disposizione e a costi decisamente più competitivi rispetto a quelli della carissima subway. Londra pullula di bici in movimento. In Italia le cose non stanno così: nemmeno Milano, che in occasione dell’Expò aveva promesso la realizzazione di alcune centinaia di chilometri di piste ciclabili in centro e lungo il Naviglio, non si è dimostrata all’altezza della situazione.
Le biciclette a noleggio sono diverse, le compagnie che offrono il servizio sono almeno quattro, ma sempre più spesso si trovano biciclette in pessimo stato se non addirittura abbandonate. Le piste ciclabili in città sono quelle che sono: alcune città – per tradizione – offrono molto (Padova, Verona, Ferrara, Bologna) ma altre non offrono assolutamente nulla. E le bici a noleggio diventano facilmente preda dei ladri.
Perché usare una bici elettrica, quali le controindicazioni
La bicicletta in città non è una scampagnata: si respirano gas tossici, si è spesso in mezzo al traffico, ci si veste eleganti per l’ufficio e si arriva a destinazione sudati o con la camicia sporca di nero. Spesso si è costretti a salire e scendere da scalini e marciapiedi.
Chi non è perfettamente in forma potrebbe arrivare a detestare l’esperimento nel corso di pochi giorni: la bici elettrica rende il tutto un po’ meno traumatico. Le città spesso obbligano a cavalcavia o improvvise e ripide salite. La pedalata assistita consente di affrontare lo sforzo con meno difficoltà e con pochi centesimi di spesa per la ricarica la bici elettrica vera e propria offre un motorino supplementare a quello umano che si aziona dalla manetta destra.
La velocità massima non supera i 30 km/h ma è sufficiente per mettersi nei guai se ci si distrae, si guida con le cuffie nelle orecchie o – peggio ancora – si armeggia con il telefonino. Una buona bicicletta elettrica costa intorno ai 1500€ ma è indubbio che all’Italia, così come per le auto elettriche, occorra un cambio di mentalità che porti a piste più capillari e più sicure e a colonnine di rifornimento decisamente più diffuse rispetto a quelle disponibili oggi che sono quasi inesistenti.
Ultima modifica: 20 Marzo 2019