Per comprendere a pieno il funzionamento delle automobili a idrogeno, meglio partire da alcune nozioni di base, prima di tutto riguardanti l’inquadramento di questo elemento chimico. L’idrogeno – lo sa bene chi ha voluto o dovuto studiare la tavola periodica degli elementi – è un elemento che in chimica viene indicato con la lettera H. Il che, se si è minimamente preparati e se si ha un minimo di familiarità con le reazioni chimiche, fa subito intuire che in qualche modo si tratta di un prodotto legato all’acqua. La quale – ma questa è davvero facile – in chimica si indica così: H20. Tradotto, significa che l’acqua è composta da due molecole di idrogeno – H, appunto – e una di ossigeno (O).

Ma perchè questa premessa “didattica” si è resa necessaria?

Lo vediamo subito, proseguendo nella disamina ragionata del funzionamento delle automobili a idrogeno.

I vantaggi delle automobili a idrogeno

Perché la trazione a idrogeno dovrebbe presentare la svolta in materia di mobilità sostenibile?

Semplice e lineare: perché l’idrogeno, a differenza delle risorse fossili, è una risorsa cosiddetta rinnovabile, ossia una risorsa per cui non è prevedibile un esaurimento. In altre parole, è una risorsa sempre disponibile. Sì, perché l’idrogeno può essere ottenuto da tutte le fonti di energia rinnovabile. In termini di sicurezza, poi, non vi sono problemi: l’idrogeno è infatti un gas molto leggero, volatile. Ma che va gestito, ovviamente.

Perché allora la mobilità a idrogeno è tuttora al palo e non sembra essere un’urgenza dei portatori di interesse del settore automotive?

Futuri sviluppi

Quanto al funzionamento delle automobili a idrogeno non c’è nulla da sapere: funzionano come delle comunissime automobili, la differenza sostanziale sta nella presenza di un serbatoio atto a stoccare l’idrogeno stesso, serbatoio che deve essere costruito secondo alcune indicazioni, che i costruttori naturalmente ben conoscono. Eppure, è noto, le automobili a idrogeno non sono minimamente diffuse in Italia, non si può nemmeno parlare di mosche bianche. Si mormora che ce ne sia un esemplare in circolazione a Bolzano, ma nulla di più.

Perché? La risposta è presto data: per circolare, le automobili a idrogeno devono essere alimentate da una specifica rete. Rete che, al momento, in Italia è del tutto inesistente. Quanto la rete sarà operativa? Domanda molto complessa: le carte – esiste un piano nazionale – dicono entro il 2023, ma allo stato attuale è complicato ipotizzare che l’idrogeno sarà presto realtà.

Ultima modifica: 7 Marzo 2019