Osservatorio pedoni di ASAPS, il pericolo non cala sulle strade

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L’Osservatorio Pedoni di ASAPS, Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale, comunica i dati del 2021. Che non sono incoraggianti.

ASAPS comunica i dati dell’anno 2021, attraverso la prima stima preliminare, relativa ai decessi per investimenti di pedoni, con il proprio “Osservatorio Pedoni” che si è aggiunto agli altri (pirateria, contromano, stragi delle notti del fine settimana, incidenti con bambini, sbirri pikkiati ecc.), incidenti rilevati dalle Forze di Polizia e dalle Polizie Locali con il coinvolgimento degli utenti “vulnerabili” della strada.

I dati sono provvisori e non ricomprendono i decessi avvenuti in ospedali a distanza di tempo. Sulla scorta di quanto rilevato negli anni passati a questa stima preliminare occorrerà aggiungere un percentuale tra il 30% e il 35% di feriti gravi, che sono deceduti nelle terapie intensive degli ospedali italiani. Questi numeri sono stati raccolti tra i referenti di ASAPS sul territorio nazionale e dai mass-media, e sono ovviamente parziali (anche se indicativi), in quanto i dati che verranno poi ufficializzati da ACI-Istat terranno conto solo dei decessi avvenuti entro trenta giorni dall’incidente.

Nel secondo anno caratterizzato dall’emergenza dovuta alla pandemia da “Covid-19” con un consistente calo dalla circolazione stradale nei primi mesi del 2021 e di conseguenza del numero di sinistri in Italia, dal 1° gennaio al 31 dicembre sono morti in Italia 271 pedoni, 75 donne e 196 uomini. La stima preliminare del 2020 era stata di 240 (150 uomini e 90 donne). I pedoni deceduti erano 239 cittadini italiani e 32 stranieri.

DIFFERENZE CON ANNI PRECEDENTI

Rispetto all’anno 2018, con 612 morti, all’anno 2019, 534 decessi , all’anno 2020 che ha visto 409 croci sulle strade italiane (fonte Aci-Istat), il fenomeno ha avuto una forte riduzione solo a causa della pandemia, con una media di 20 vite perdute al mese, ma il 2021 con la prima stima preliminare ha invece mostrato una media di 22 pedoni morti ogni mese. Va ricordato l’anno nero per i pedoni, il 2002, prima dell’introduzione della patente a punti, quando fu raggiunto il picco di 1.226 decessi.

MESI PIU’ E MENO A RISCHIO

Il numero più elevato di decessi è avvenuto ad agosto, con ben 29 decessi, seguito dallo scorso dicembre con 28 pedoni morti. Nel gennaio 2020 era avvenuta la strage di pedoni in provincia di Bolzano, a Lutago, con sette giovani vite spezzate, a causa di un automobilista 27enne, ubriaco con un tasso alcolemico superiore 4 volte oltre al limite, che non ha avuto ancora una condanna in Tribunale, mentre l’assicurazione ha offerto 10 milioni di euro ai coinvolti.

Il mese con minor numero di decessi è stato aprile con 18 decessi, il mese delle riaperture dopo il lockdown più morbido. Con il ritorno alla normalità grazie alle vaccinazioni, in particolare tra agosto e dicembre, e la riconquista della vita di tutti i giorni e la totale riapertura di attività commerciali ed imprenditoriali dopo l’emergenza “coronavirus”, si è tornati a numeri ordinari che hanno inciso sulla sicurezza stradale, con ben 103 decessi nel terzo quadrimestre del 2021.

ETA’ DEI DECEDUTI

Dall’analisi dell’ASAPS sull’età dei deceduti, emerge che ben 11 avevano meno di 18 anni (il più piccolo solo 18 mesi, investito dall’auto del padre). Ma è tra gli ultra 65enni che si è contata una vera strage, con 133 decessi, di cui 59 oltre gli 80 anni, e un anziano di ben 96 anni morto sulle strisce pedonali. In pratica chi esce di casa ed ha più di 65 anni e va a piedi ha un rischio altissimo di essere investito rispetto ai più giovani, con il 50% dei casi individuati dall’Osservatorio Pedoni 2021. Ben 12 i casi i pedoni sono stati investiti mentre andavano a gettare le immondizie vicino casa, soprattutto nelle ore serali e notturne.

In 5 casi addirittura dagli stessi camion della raccolta rifiuti. Si conferma perciò un altissimo rischio per i pedoni over 65 anni, che hanno minori riflessi, lentezza nei movimenti e soprattutto percepiscono il pericolo in modo limitato rispetto ad una persona più giovane. ASAPS da anni chiede campagne di sensibilizzazione proprio sul tema degli anziani e dei pericoli sulle strade, come quello di utilizzare abbigliamento retroriflettente soprattutto nei mesi invernali, quando le giornate sono più corte ed il sole cala prima.

CAUSE ACCERTATE E PROBABILI

Premesso che solo dopo accertamenti sanitari urgenti molti automobilisti risultano alterati alla guida, nei 271 decessi della stima preliminare anno 2021, si è accertato immediatamente che in 12 casi il conducente investitore era ubriaco, 5 volte aveva assunto stupefacenti, e in ben 49 sinistri il conducente è fuggito (rispetto ai 33 casi accertati nel 2020), lasciando la vittima a terra esanime, senza prestare soccorso, con un comportamento criminale, nonostante l’inasprimento delle sanzioni penali, aggravate dalla legge sull’omicidio stradale. ASAPS ha accertato così che ogni 5 incidenti mortali con pedoni, uno è provocato da un “pirata della strada”.

Grazie ad indagini tecnologiche, potenziamento della videosorveglianza e anche ad utili testimonianze, nel 75% dei casi questi soggetti vengono individuati dagli organi di polizia stradale ed assicurati alla giustizia, con processi anche più rapidi rispetto al passato. Va precisato che i casi di guida alterata saranno sicuramente in numero più elevato, perché spesso i singoli conducenti vengono sottoposti a successive analisi del sangue da parte degli organi di polizia stradale, per accertarne le condizioni.

La forte preoccupazione però oltre alla pirateria in aumento è quella di sinistri provocati dalla guida distratta, quella che fa dire al conducente “non l’ho visto”. ASAPS ha esaminato in almeno il 20% dei decessi tale causa, spesso provocata dalla “sbornia del terzo millennio”, cioè l’uso indiscriminato del cellulare alla guida, soprattutto nella messaggistica istantanea e nelle dirette sui social network. ASAPS, da anni, chiede l’inasprimento delle sanzioni amministrative per l’uso del cellulare alla guida, con la sospensione della patente alla prima violazione, e chiede con forza che tale comportamento sia inserito nelle aggravanti specifiche dei reati di lesioni personali stradali e omicidio stradale, considerato che il Legislatore del 2016 l’ha dimenticato.

Nonostante le numerose audizioni in Parlamento anche per l’approvazione del decreto “Infrastrutture” dello scorso novembre, non è stata minimamente presa in considerazione tale ipotesi di sospensione immediata della patente.

REGIONI PIU’ A RISCHIO

Le Regioni più a rischio per i pedoni sono il Lazio con 37 decessi ed il Veneto sempre con 37 pedoni morti (oltre che raddoppiati rispetto al 2020 con i 15 accertati nella prima stima preliminare 2020), seguita dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna con 29 morti. Seguono la Toscana con 19 e la Campania con 18, la Puglia con 16, il Piemonte con 13. In fondo alla classifica con il minor numero di pedoni deceduti, la Basilicata con 2, la Provincia Autonoma di Bolzano e il Molise con un decesso e la Valle d’Aosta senza pedoni che hanno perso la vita sulle strade valdostane.

PLURIMORTALI E CASI PARTICOLARI

Sono stati due i sinistri con 2 vittime, in calo rispetto ai sette episodi del 2020. Episodi incredibili poi sono avvenuti con un caso in cui il guidatore era minorenne e privo di patente, e ben tre casi di investimenti nei garages di casa con l’auto non correttamente fermata che ha ucciso i proprietari.

PEDONI RICOVERATI IN CODICE ROSSO

ASAPS ha calcolato in 1.011 i casi, in netto aumento rispetto al 2020, in cui il pedone è stato ricoverato in codice rosso presso le rianimazioni e i reparti di terapie intensive, oberati di casi legati al virus “Covid-19”, dove poi alcuni hanno perso la vita, mentre altri sono stati salvati dai sanitari ma menomati a vita, con un costo sociale di molti milioni di euro.

VEICOLI INVESTITORI E CATEGORIE LAVORATIVE PIU’ A RISCHIO Come in una guerra sulle strade, anche i mezzi più ecologici come le biciclette e i monopattini possono provocare vittime tra i pedoni. Nell’anno 2021 la maggior parte degli investitori era alla guida di autovetture, ma in 43 casi guidavano autocarri (di cui – abbiamo visto – ben 5 casi di mezzi delle nettezza urbana), in 12 casi alla guida di motocicli, in 3 casi alla guida di autobus, ma anche di una ruspa, di una microcar, di una bicicletta come avvenuto a Scandicci nei confronti di un 86enne e i due casi di Milano e Cesena dove a morire sono stati due anziani investiti da monopattini. Nel 2021 abbiamo avuto ben sette decessi tra operai che operavano nei cantieri e due poliziotti della Polizia Stradale deceduti nell’adempimento del dovere, tutti investiti da veicoli in transito.

DICHIARAZIONI PRESIDENTE ASAPS GIORDANO BISERNI

“ASAPS con la prima stima preliminare 2021 dell’Osservatorio Pedoni vuole fornire uno spaccato della sicurezza stradale in tempo reale in Italia, con una analisi dell’utente vulnerabile per eccellenza. In un momento in cui i dati del “Covid-19” schiacciano tutte le notizie, vogliamo riportare l’attenzione anche sul tema della sicurezza stradale, tema perso per strada proprio dalla politica che nell’anno appena chiuso non ha voluto introdurre sanzioni più pesanti ad esempio verso chi usa il cellulare alla guida”.

“Quante vite si potevano salvare? Un incidente ogni 5 è provocato dalla distrazione, lo confermano le tante casistiche e ricostruzioni dei sinistri. Lanciamo poi nuovamente l’allarme sulla “pirateria stradale”. Quasi 50 corpi sono stati lasciati morire sulle strade italiane con la fuga dell’investitore, 4 famiglie al mese hanno pianto un cadavere abbandonato lungo il ciglio della strada, con una crudeltà disumana. Lo diciamo da anni che siamo tutti pedoni e vedere che i dati tornano a salire nonostante la la pandemia ci preoccupa molto”.

“E dovrebbe preoccupare anche tutti i membri del Parlamento a cui lanciamo l’ennesimo appello, perché subito dopo la nomina del Presidente della Repubblica, ci sia un provvedimento straordinario che preveda sanzioni e modifiche al Codice della Strada, che quest’anno compie 30 anni dall’approvazione, con un mondo della viabilità e mobilità totalmente cambiato rispetto agli anni ‘90. Non possiamo poi dimenticare gli oltre 1.000 casi di pedoni che sono stati ricoverati nelle rianimazioni e terapie intensive, dove poi sono deceduti o che sono stati dimessi con disabilità permanenti, che rappresentano un altro dato su cui riflettere”.

“In Italia le strisce pedonali non sono luogo “sacro” in materia di sicurezza stradale come in tutti gli stati europei, e ci domandiamo quando sarà possibile sanzionare in automatico con telecamere (una sorta di Pedovelox) ed agenti la mancata precedenza proprio sugli attraversamenti pedonali. Serve maggiore attività repressiva sulle strade, servono più divise, visto che le norme prevedono ben otto punti decurtati dalla patente in caso di mancata precedenza. In questi primi giorni dell’anno sono stati ben quattro i pedoni morti, in un nuovo interminabile e triste conteggio delle croci.”

Le tabelle per regione

REGIONE

NR. PEDONI DECEDUTI

LAZIO

37

VENETO

37

LOMBARDIA

29

EMILIA ROMAGNA

29

TOSCANA

19

CAMPANIA

18

PUGLIA

16

PIEMONTE

13

SICILIA

13

ABRUZZO

10

SARDEGNA

10

CALABRIA

7

MARCHE

7

FRIULI VEN GIULIA

7

LIGURIA

6

UMBRIA

6

PROV. AUT. TRENTO

3

BASILICATA

2

PROV. AUT. BOLZANO

1

MOLISE

1

VALLE D’AOSTA

0

TOTALE ITALIA

271

Ultima modifica: 10 Gennaio 2022