Lamborghini pronta per la Borsa

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Un valore ormai vicino ai dieci miliardi di euro e una possibile quotazione all’orizzonte. A lanciare l’ipotesi di uno sbarco in Borsa per Lamborghini, è Bloomberg.

Secondo gli analisti dell’agenzia americana, dal lancio di Urus a oggi il valore dell’azienda si è impennato e ora una Ipo non sarebbe più solo un sogno. Qualche voce, a Sant’Agata Bolognese, negli ultimi tempi è circolata.

Voci di corridoio, nulla di ufficiale. Ma abbastanza per lasciar pensare che Volkswagen, proprietaria di Lamborghini e Ducati attraverso Audi, ci starebbe ragionando.

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Il tutto dopo anni in cui era stata più che altro la Rossa di Borgo Panigale oggetto di valutazioni, anche se in questo caso si era parlato di una vendita e non di una quotazione. Dalla proprietà, però, non arrivano conferme.

L’azienda bolognese non commenta, mentre dalla Germania, alla domanda di Bloomberg, la risposta è che «non ci sono decisioni su eventuali cambiamenti di struttura per Audi».

Di certo, insomma, ci sono solo i numeri dell’azienda che raccontano una crescita in doppia cifra sotto ogni aspetto. L’anno scorso, con il lancio di Urus, Lamborghini ha raggiunto quota 5.750 auto vendute, in aumento del 51% rispetto al 2017, con gli Stati Uniti a rappresentare, da soli, oltre un quarto del mercato (1.596 le macchine comprate negli States).

Quest’anno la crescita è quasi raddoppiata: nel primo semestre le vendite sono cresciute del 96%, con 4.554 auto vendute, più che nell’intero 2017. A trainare il boom è proprio il Suv lanciato lo scorso anno, di cui nel 2018 sono stati venduti oltre 1.700 esemplari.

Lamborghini raddoppia
Stefano Domenicali, CEO Lamborghini, con Urus.

L’anno prossimo, poi, dovrebbe essere quello della nuova ibrida che, secondo gli analisti di Bloomberg, con la nuova Aventador dovrebbe portare i margini fino a «oltre il 30% dei ricavi».

Ricavi che, l’anno scorso, si erano attestati a quota 1,415 miliardi di euro, in crescita anche qui del 40%, in una fabbrica che ormai arriva a contare circa 1.800 dipendenti.

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Lamborghini Aventador SVJ Roadster, 770 cavalli a cielo aperto

Lamborghini pronta per la Borsa, il Toro è attraente

Dati che avvicinano, nota la stessa Bloomberg, il valore della Casa del Toro a quello di Ferrari, già protagonista dello sbarco alla borsa americana quattro anni fa.

I numeri, insomma, potrebbero essere attraenti per gli investitori, anche se negli ultimi anni le quotazioni in Borsa di marchi leggendari dell’automotive sono state un’incognita. Ferrari, quotata a New York dal 2015, ha visto più che raddoppiare la sua capitalizzazione di mercato, mentre Aston Martin, dall’ottobre scorso a oggi, ha perso il 70% del suo valore.

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A rilanciare l’ipotesi della quotazione sono diversi fattori. Il primo è la recente, parziale quotazione a giugno di Traton, che secondo Bloomberg rappresenta «il primo risultato tangibile di una revisione degli asset che dura da oltre tre anni».

Il produttore di veicoli industriali, titolare dei marchi Scania e Man, è stato scorporato e quotato a Francoforte e Stoccolma: «A nostro avviso – spiegano gli analisti di Bloomberg – l’Ipo parziale di Volkswagen dei mezzi Traton pone le basi per un’ulteriore ristrutturazione aziendale, che dovrebbe includere una Ipo di Lamborghini».

E d’altra parte la quotazione semplificherebbe la «struttura bizantina» di un gruppo che possiede una dozzina di marchi automobilistici e che soprattutto «negli ultimi tempi ha mostrato di essere soggetta a tensioni» tra soci che includono la famiglia PorschePiech, il Lander della Bassa Sassonia e il Fondo sovrano del Qatar.

Proprio la recente scomparsa di Ferdinand Piech, che preferiva le acquisizioni alle vendite, potrebbe pesare in un cambio di strategia di Wolfsburg.

Riccardo Rimondi

Lamborghini Urus, prova su strada 10
Lamborghini Urus,

Ultima modifica: 2 Settembre 2019