Filtro anti particolato: cosa è e come funziona

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Si tratta di un moderno ritrovato, un filtro che contribuisce a ridurre le emissioni inquinanti dei motori, oggi diventate di livello quasi insostenibile.

Oggi il tema delle emissioni inquinanti, specie dei motori alimentati a gasolio, è davvero importante e numerose sono le soluzioni adottate dalle case automobilistiche tentare di limitare il problema.

Cosa è il filtro anti particolato

Si tratta di un filtro posto prima del sistema di catalizzazione vero e proprio, che ha il compito fondamentale di trattenere quello che è considerato il nemico numero uno della salute umana e di quella dell’ambiente: le famigerate polveri sottili.

La sua introduzione sul mercato automobilistico si ha all’inizio degli anni duemila e la prima auto commercializzata che montava questo filtro, diventato poi quasi immediatamente uno standard adottato da tutte le case automobilistiche, è stata la Peugeot 607 FAP.

L’acronimo corretto del filtro è DPF(Diesel Particulate Filter) e sebbene ci siano delle differenza nei vari progetti presentati e brevettati dalle case automobilistiche, il funzionamento è praticamente quasi identico per tutte le versioni.

Come funziona

Il filtro viene gestito dalla centralina elettronica presente sull’auto e ha lo scopo di trattenere le polveri sottili generate dalle combustione durante il normale funzionamento del motore.

Tale filtro funziona a livello passivo durante il ciclo urbano, cioè quando la velocità non supera i 50 km / h, trattenendo i vari residui inquinanti.

Ma possiede anche una fase attiva gestita elettronicamente. Una sonda rileva l’eccessiva presenza di polveri e questo segnalato al guidatore attraverso una spia, la necessità di rigenerazione. Tale rigenerazione avviene mediante tragitti extraurbani a velocità sostenute, in cui viene immessa una quantità maggiore di carburante atta a bruciare e eliminare i residui in eccesso.

Se tale necessità segnalata dalla centralina viene ignorata ripetutamente si ha il collasso del filtro, ossia la sua materiale otturazione con conseguente necessità di sostituzione dello stesso. Oltre eventuali problemi nel rendimento del motore che possono diventare evidenti e necessitanti di una pronta soluzione.

Normativa

La legge stabilisce quali devono essere i livelli di inquinamento che un’auto alimentata a gasolio può emettere e la normativa attuale di riferimento è la Direttiva europea 2003/76/CE-B (Euro 4) e successive integrazioni.

E’ bene non sottovalutare l’importanza dell’efficienza del filtro anti particolato e soprattutto non sottovalutare la sua rigenerazione. Il suo ottimale funzionamento è essenziale ai fini dell’esito positivo delle revisioni periodiche per quello che riguarda le emissioni inquinanti e una mancata rigenerazione, se segnalata a cruscotto, prevede costi che ruotano intorno alle 500,00 euro per la sostituzione dell’elemento.

 

Ultima modifica: 5 Febbraio 2018