Non c’è pace per il Diesel. La demonizzazione del carburante “di lavoro” per eccellenza negli anni ha scavato il solco. Le quote di mercato sono drasticamente calate. Dopo la crisi più acuta della pandemia, il prezzo è aumentato.

E adesso si prospetta un altro rialzo. Conseguenza di una possibilità di una penalizzazione fiscale del carburante che pare davvero prossima.

Si tratta dell’annullamento dell’agevolazione, della accisa inferiore rispetto alla benzina (0,617 euro al litro rispetto a 0,728). Che alzerebbe il prezzo del Diesel forse anche oltre quello della verde, o almeno allineandolo. Di fatto rendendo il gasolio meno appetibile, dato il maggiore costo delle vetture con questa alimentazione.

Roberto Cingolani, il ministro della Transizione ecologica

Le parole di Roberto Cingolani, il ministro della Transizione ecologica, durante un’audizione davanti alla commissioni Ambiente di Camera e Senato, sono state chiare

La soppressione  dei Sussidi Ambientalmente Dannosi è una cosa che dobbiamo fare, che non è più negoziabile. Tuttavia non si devono creare scompensi sociali che sarebbero, in questo momento, quanto mai duri per categorie che peraltro hanno già subito il lungo periodo Covid. Le riflessioni che stiamo sviluppando sui sussidi ambientalmente dannosi sono di dare un segnale non ambiguo, e dunque vanno rimossi”.

La riflessione del ministro va oltre. “Però si tratta di circa 19 miliardi, sono cifre importanti, e quindi dobbiamo tentare delle operazioni di intelligente redistribuzioneUn esempio: se noi riduciamo o annulliamo il ‘SAD’ di supporto a certi carburanti fossili, questo potrebbe, in larga misura, andare a compensare per esempio i costi del lavoro del piccolo trasportatore, che paga di più il carburante ma avere un vantaggio fiscale, sul cuneo fiscale o sulla sua dichiarazione dei redditi. Poi è da definire per quali chilometraggi, si può fare qualche algoritmo. La soppressione farebbe fare un’eccellente figura all’Italia, in termini di ‘compliance’ con il Green deal europeo”.

Di certo, chi percorre molti chilometri per lavoro e anche le flotte aziendali che al momento sono costituite quasi esclusivamente da auto Diesel, in queste ore non sta molto sereno.

Una sorta di accelerazione al tramonto del Diesel. Che nel giro di pochi anni è passato, in Italia, da quasi il 60% delle quote di mercato delle auto nuove a poco più del 20%. Un crollo forzato (e immeritato?) che cambierà, almeno a breve termine, molti equilibri economici e sociali.

Ultima modifica: 19 Ottobre 2021