Coronavirus e auto, in Europa a rischio 14 milioni di posti di lavoro

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Quattordici milioni di posti di lavoro a rischio nella filiera dell’auto in Europa. Questo è l’allarme di ACEA l’associazione europea dei costruttori. La pandemia del Coronavirus, oltre alla gravissima emergenza sanitaria, potrebbe portare a una “situazione da economia di guerra”. Queste sono state le parole a Repubblica, di Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda. Non certo da sottovalutare.

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Jeep Compass PHEV di pre-produzione in assemblaggio nello stabilimento di Melfi

Economia di guerra” significa sacrificio. Senza dubbio, ma l‘European Automobile Manufacturers’​ Association (ACEA) prospetta uno scenario ben più catastrofico.”L’effetto della pandemia sulla società e sull’economia globale è senza precedenti, con gravi conseguenze per l’industria automobilistica. A causa del tracollo della domanda, della scarsità di approvvigionamento, dei provvedimenti dei governi”.

Eric-Mark Huitema, CEO di ACEA.
Eric-Mark Huitema

I numeri di elabora Eric-Mark Huitema, Ceo di ACEA. “E’ evidente che questa sia la peggiore crisi che sia mai avvenuta. Con lo stop alla produzione e la chiusura della rete di vendita in Europa sono a rischio quasi 14 milioni di posti di lavoro. Per reagire servono azioni decise e coordinate degli Stati e della Unione Europea verso le Case auto, i fornitori e concessionari, con sostegno istantaneo alla loro liquidità ”.

La “fortezza Europa” a rischio: i posti di lavoro diretti e dell’indotto

Nella UE sono operativi  229 stabilimenti di assemblaggio. Che impiegano con 2,6 milioni di persone. Bisogna però considerare l’indotto che gravita attorno alle fabbrica, che è di 13,8 milioni.

Proprio per questo Huitema domanda con urgenza: “Provvedimenti concreti per evitare danni irreversibili ai Costruttori e ai posti di lavoro e per anticipare e facilitare un rilancio del settore, che inciderà sul rilancio di tutta l’economia europea”.

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Ultima modifica: 23 Marzo 2020