Un supermanager della motogp per rilanciare la Motor Valley dell’Emilia-Romagna. Alla guida del progetto, infatti, c’è da oggi mister Ducati: Claudio Domenicali, ad della Rossa di Borgo Panigale.

Una scelta di prestigio, che ne ricalca altre analoghe nei mesi scorsi: come quella di Davide Cassani, ct della nazionale di ciclismo, all’Apt, l’Agenzia per il turismo.

Claudio Domenicali, presidente di Motor Valley CEO di Ducati.

Domenicali ha in mano le chiavi di un’auto dalla cilindrata potenzialmente altissima. Marchi come il suo, la Ferrari o la Lamborghini, 15 musei specializzati, 16 collezioni private. E 4 autodromi: Varano de’ Melegari, Modena, Imola e Misano.

E ancora: 16.500 imprese per quasi 70mila occupati nella filiera, un comparto che nel 2018 ha garantito oltre 1,2 milioni di presenze turistiche. E un impatto economico di 300 milioni di euro.

Ma l’obiettivo per il futuro è andare oltre la sola attrattività per appassionati e curiosi. «Le potenzialità sono tantissime, vogliamo diventare il luogo di riferimento anche per talenti e imprese». Spiega Domenicali. Ecco perché il numero uno della Ducati immagine un orizzonte a 360 gradi. «Nel giro di 150 chilometri abbiamo marchi unici al mondo per design, tecnologia e prestazioni». Sottolinea. «Questa è una regione caratterizzata da una competenza motoristica e una cultura accademica senza eguali. Con un’inarrivabile capacità attrattiva, che va sostenuta e promossa».

Per la competenza, ovviamente, basta scorrere l’elenco delle case nate da queste parti. Non solo Ferrari, Ducati e Lamborghini, ma anche Maserati, Pagani e Dallara, per esempio.

Oltre a essere una manna per i fan delle due e quattro ruote, questi marchi internazionali rappresentano anche un’espressione di ricerca industriale e tecnologica ad altissimi livelli.

«Però – mette in guardia Domenicali – se parliamo di un aumento dei posti di lavoro, dipenderà dalla capacità di investimento delle imprese. Perché noi al massimo possiamo avere un ruolo di amplificatore dei valori del territorio».

Sul versante accademico, invece, il riferimento si chiama ‘Muner’, ovvero il progetto che ha messo insieme quattro università (Bologna, Parma, Ferrara e Modena-Reggio) con il mondo delle imprese per creare «gli ingegneri automobilistici del futuro».

Stefano Bonaccini, Claudio Domenicali, Andrea Pontremoli

Servono dei giovani tecnici

I prossimi due corsi, sei quelli attivi, sono già in rampa di lancio. A guidare Muner è un’altra figura legata a questo mondo, Andrea Pontremoli, ceo della Dallara. «Si può competere sul mercato e allo stesso tempo cooperare sulla formazione delle competenze del futuro. Abbiamo una carenza spaventosa di tecnici, a tutti i livelli. Ma in un anno abbiamo già raddoppiato gli iscritti».

Ingredienti che fanno brillare gli occhi a Domenicali. Che si lascia andare anche a una parentesi dal sapore politico. «In questo momento storico, in Italia tutti parlano di come redistribuire il reddito. C’è chi dice che va dato al sud, chi al nord, chi per fare ponti, chi le strade. O ancora, per il reddito di cittadinanza o quota 100. Io non voglio esprimere pareri. Ma dico solo che sarebbe estremamente importante anche crearlo questo reddito, prima di redistribuirlo».

Parole che avranno fatto sicuramente piacere al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, seduto in prima fila.

Federico Del Prete

Ultima modifica: 5 Dicembre 2019