Car Sharing, le fatture possono essere portate in detrazione come i taxi. Questo è secondo il Fisco, l’Agenzia delle Entrate. Ovvero se i costi sono giustamente documentati, possono essere detratti come altre spese.

Lo ha puntualizzato un comunicato di Car2Go. “I vantaggi fiscali per chi utilizza Car2Go per lavoro sono diversi. E tra i vari uno dei più interessanti è quello che riguarda la deducibilità dei costi per le aziende. Una recente risoluzione della Agenzia delle Entrate ha infatti stabilito che il car sharing rappresenta un’evoluzione dei tradizionali sistemi di mobilità in città. Pertanto, se opportunamente documentati, anche i rimborsi da parte del datore di lavoro ai propri dipendenti, in relazione agli spostamenti effettuati all’interno del comune della sede di lavoro, rientrano tra quelli deducibili ai fini delle imposte dirette”.

Queste le parole del commercialista Claudio Todesco, che ha aggiunto.

Di norma il rimborso dei costi di trasporto sostenuti dai dipendenti, per viaggi effettuati ad esempio tramite la propria auto, sono deducibili per l’azienda solo se si tratta di spostamenti effettuati al di fuori del comune dove ha sede l’azienda. Equiparando il car sharing ai taxi, dipendenti e aziende hanno ora una possibilità in più per gli spostamenti in città. Con gli stessi vantaggi fiscali”.

Per la presentazione della spese. ”È molto semplice. Secondo i termini previsti dalla società il dipendente deve presentare la propria nota spese. Allegando le fatture relative ai servizi di car sharing, che verrà poi registrata dall’azienda. È fondamentale che la nota spese riporti precise indicazioni sui motivi dello spostamento affinché sia dimostrato che si tratti di un viaggio inerente a ragioni di lavoro. Nella documentazione allegata invece non è rilevante il fatto che la fattura sia intestata al dipendente e non contenga alcun riferimento al datore di lavoro. L’importante è che risulti il collegamento tra incarico della trasferta e i documenti”.

Ultima modifica: 6 Ottobre 2017