Sale di livello lo scontro fra il M5s e Atlantia (Benetton tra i principali azionisti), che ieri ha perso il 3,3% in Borsa, dopo che il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha parlato di una revoca totale delle concessioni alla società del gruppo Autostrade per l’Italia.

«Chi fa crollare un ponte con 43 morti non è stato in grado di rispettare le regole e non è all’altezza di gestire un bene pubblico italiano», ha detto Toninelli ad Annone Brianza, in provincia di Lecco, a margine dell’inaugurazione di un altro ponte, costruito al posto di uno crollato nell’ottobre 2016, in un incidente costato la vita a una persona che transitava sulla statale sottostante.

La polemica è stata alimentata ieri dalla diffusione del video della Ferrometal, l’azienda di Campi che ha ripreso da vicino il crollo del ponte Morandi lo scorso 14 agosto.

Analizzate per mesi dai consulenti dell’accusa, dai magistrati e dagli uomini del primo Gruppo della Guardia di Finanza del capoluogo ligure, le immagini della telecamera che inquadrava da sotto proprio la pila 9 del ponte, quella crollata, sono considerate importanti per capire cosa sia successo quel giorno. Nel video si nota, secondo gli inquirenti, il «cedimento dello strallo sulla pila». La rottura, sempre secondo gli inquirenti sarebbe stata «determinata dalla corrosione dei cavi interni».

Per i consulenti tecnici della società Autostrade, però, il video «non chiarisce le cause del crollo». Lo afferma la società in una nota, sottolineando che viene «mostrata la cinematica del cedimento, ma il video non inquadra tutti i componenti essenziali del ponte». «I consulenti tecnici della società – si aggiunge – continueranno a collaborare per accertare le cause dell’accaduto».

La controllata di Atlantia respinge con durezza anche l’analisi del ministro Toninelli, basata sulle oltre 60 pagine del parere tecnico di una commissione insediata presso il suo ministero.

Se il gruppo stigmatizza di non aver ricevuto «alcuna comunicazione» e di aver appreso solo dalla stampa i contenuti del parere, nel merito per Autostrade «dalle anticipazioni non sembrerebbe emergere alcun grave inadempimento agli obblighi di manutenzione ai sensi del contratto di concessione».

Altro punto su cui Mit e concessionario divergono è quello dell’indennizzo che da contratto spetterebbe ad Aspi se la concessione venisse revocata, stimato da alcuni analisti, come quelli di Mediobanca, in oltre 20 miliardi.

«I termini della convenzione – sottolinea la società – prevedono, nella denegata ipotesi di revoca, il pagamento di un cosiddetto indennizzo che corrisponde al giusto valore della concessione, secondo i criteri contrattualmente previsti. La sussistenza di tale obbligo di indennizzo, come riportato dalla stampa, è confermata anche dalla stessa relazione della Commissione».

Le parole di Matteo Salvini

Su questo punto anche il vice premier Matteo Salvini è critico con i colleghi del M5S. «Su Autostrade e Benetton, chi ha sbagliato deve pagare, caro e fino in fondo. Ma non devono andarci di mezzo migliaia di lavoratori. O piccoli risparmiatori italiani che non hanno colpe. Come per Ilva e Alitalia, non devono essere i lavoratori a pagare per errori di altri»

Elena Comelli

Ultima modifica: 2 Luglio 2019