Il canto del cigno. Alfa Romeo 4C è al commiato, dopo una carriere iniziata con entusiasmo, il plauso della critica e molte aspettative. La sportiva tascabile saluta. Vi proponiamo le nostre impressioni su strada di qualche tempo fa. Certe emozioni non si cancellano.

Come detto, tra emozione e ragione, con 4C stravince la prima. La due posti del Biscione non lascia nemmeno le briciole al pragmatismo, alla speranza di trovare a bordo qualcosa in più dell’essenziale. Zero fronzoli, zero agio, solo adrenalina.

E so fa riconoscere subito. Il design esterno di Alessandro Maccolini, l’ha resa un instant classic. Non certamente un’auto di lusso: già notando i vetri ultra-sottili, per risparmiare peso e guadagnare secondi, si capisce l’antifona. A volte manca non l’essenziale, ma qualcosa di civile.

In sei anni di commercializzazione poco è cambiato. L’anima  è rimasta intatta. Quella della sportiva che doveva dimostrare che Alfa Romeo sapeva ancora regalare sensazioni e qualità di guida all’altezza del suo impareggiabile mito.  Estrema per concezione e vocazione. Le forme non sono letteralmente eleganti, ma non mancano i riferimenti classici (33 Stradale) che fanno battere il cuore agli alfisti.

Il plus della monoscocca in compito è messo bene in mostra La “vasca” in carbonio in evidenza appena si apre la portiera le fa fare il solito figurone,. Anche la foggia del volante è avvincente. Peccato per le “paddles” in plastica nera: poco aggressive, anche se molto ben posizionate e facili nell’uso.

La plancia digitale è adeguata alle esigenze: belle e avvolgenti le sedute in pelle. Sottili, ma non scomode, seppur spartane come dotazioni: la poltrona  del pilota è regolabile longitudinalmente e per inclinazione schienale, non in altezza, ma efficienti. Lo stretto necessario.

Le caduta ci sono, come l’autoradio in stile anni Novanta, seppur molto efficiente è anacronostica. Le bocchette dell’aria e altri dettagli restano di matrice Fiat. Ora che è fuori produzione i prezzi saliranno. Sono molti gli optional tecnici (pacchetti sportivi), che esaltano, ma non rivoluzionano l’essenza della 4C.

Alfa Romeo 4C su strada

Dipende dal pilota quanto può durare l’emozione. Alfa 4C regala molto, piacere di guida, esaltazione, e chiede altrettanto, capacità e resistenza fisica. Genera soddisfazione e ancora curiosità quando passa.

Attira con le sue forme e purtroppo non tutti, a distanza di più di sei anni, la riconoscono come una Alfa Romeo. Sempre speciale il telaio sviluppato da Dallara. In carbonio e pesa solo 65 kg. 4C garantisce il contatto diretto con la strada, o la pista. Che lo ricordano i sassolini che tintinnano contro il sottoscocca. Esalta, ma non perdona, bisogna sempre “sentire” il fondo.

Non c’è, come noto, il servosterzo. Lo sterzo diretto è una lama: durissimo in manovra, esaltante nel misto. Ma bisogna starci attenti, perché sui sovrasterzi (di cui non soffre molto, va detto) non è docile. E anche in rettilineo bisogna sempre essere pronti a “correggere” un avvallamento. La piccola Alfa copia davvero la strada: non filtra e non aiuta, va dove la si porta,

Agli alti ritmi è bilanciatissima, con sospensioni quasi da gara. Così l’avantreno si “tuffa” con una precisione che non ha pari, nella categoria, in curve, rotonde. Bisogna anticipare il carico sull’anteriore all’ingresso, poi parzializzare l’acceleratore per scatenare l’inferno quando la curva è fatta.

Soffia il motore

Altro dettaglio emozionale, in abitacolo il sound è da enrudance. Il fischio e gli sbuffi della valvola wastegate e del turbo creano un’atmosfera speciale. Ci si sente subito piloti. Meglio comunque tenerla nella modalità Dynamic: All Natural e Normal non fanno fare economie e Race, con i controlli elettronici disinnestati, è per veri piloti.

Il “piccolo” 1750, un quattro cilindri in alluminio produce prestazioni eccellenti (0-100 in 4,5 secondi), ma è scorbutico ai bassi (almeno fino a 2.500 giri) quasi imprevedibile. Il cambio TCT doppia frizione agevola l’accelerazione e la ripresa, ma non è un fulmine  in scalata.

Alfa Romeo 4C è quindi ai saluti, lascerà molti “vedovi“, anche se solo virtuali. Ci ricorderemo a lungo anche il rauco tono dello scarico Akrapovic con i suoi scoppiettii. Una bella auto, da amatori, ma emozionale come poche. Noi non la dimenticheremo.

Alfa Romeo 4C

Ultima modifica: 15 Novembre 2019