Agosto nero per l’industria, l’auto resta in bilico

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Un agosto nero per l’industria italiana. Dopo l’allarme arrivato dal fronte della produzione (-1,8% sull’anno) ieri l’Istat ha fornito dati ancora peggiori per quanto riguarda fatturato e ordinativi.

I ricavi delle imprese sono infatti scesi per il terzo mese consecutivo di un altro 0,3% mentre rispetto all’agosto 2018 il ribasso è stato del 2,2% (con un meno 5,2% senza la correzione del calendario).

Tutti i beni mostrano segno meno (in testa l’energia: -2,4%) tranne quelli strumentali (+0,9%). A livello di settori, l’alimentare registra la crescita tendenziale più alta (+2,2%) mentre la chimica evidenzia il calo maggiore (-7,3%).

Il raffronto anno su anno è ancora più negativo per quanto riguarda gli ordini, con un meno 10% (dati grezzi) anche se rispetto a luglio c’è stato un aumento dell’1,1%.

La forte flessione su base annua, spiega l’Istat, è dovuta in particolare al crollo degli ordini esteri (-16,3%, record negativo da ottobre 2009) in un mercato globale che dalla Germania alla Cina, come ha avvertito il Fmi, è in frenata e subisce la guerra dei dazi.

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Dalla caduta annuale degli ordinativi si salvano solo tessile e abbigliamento (+1%) e l’elettronica (+0,2%) mentre il dato peggiore arriva dai mezzi di trasporto (-27,3%).

Quelli che il presidente dell’Unc Massimiliano Dona definisce «dati desolanti» soprattutto per il crollo del salvagente export, riguardano anche l’auto con un meno 9,9% dei ricavi e un meno 15,7% degli ordini.

Il confronto annuale però deve tenere conto del fatto che l’agosto del 2018 registrò un boom di vendite per anticipare l’introduzione a settembre delle nuove normative Wltp.

Per lo stesso motivo, secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, non bisogna esultare troppo per la ripresa di settembre perché l’industria dell’auto, tra Brexit e demonizzazione del diesel (tranne che in Germania) non gode buona salute.

I dati delle immatricolazioni di settembre, diffusi sempre ieri dall’Acea, mostrano comunque in Europa un aumento del 14,4% a 1,285 milioni (+13,4% l’Italia e +12,8% Fca).

Industria auto senza politiche di supporto

Da inizio anno però il calo è dell’1,6% (stessa percentuale nel nostro Paese e -10,2% Fca) con 12,115 milioni di vetture. E sul settore, avverte l’Unrae, rischia di scatenarsi una tempesta perfetta senza il varo di politiche di supporto.

Achille Perego

Ultima modifica: 18 Ottobre 2019