L’idrogeno viaggerà sui binari anche in Italia come già avviene in Germania. È l’obiettivo dell’accordo di collaborazione quinquennale sottoscritto da Snam e Alstom, entrambe impegnate sul fronte delle energie alternative al petrolio.
Dopo una prima fase dedicata agli studi di fattibilità che si concluderà in autunno, Snam e Alstom contano di realizzare già all’inizio del 2021 «progetti di mobilità ferroviaria» con tanto di treni alimentati a idrogeno e di infrastruttura tecnologica necessaria all’approvvigionamento, alla gestione e alla manutenzione dei mezzi.
Alstom si occuperà della fornitura e della manutenzione dei treni a idrogeno, di nuova realizzazione o convertiti, mentre Snam lavorerà sulle infrastrutture per la produzione, il trasporto e il rifornimento del gas.
Il modello proposto è quello del Coradia iLint, il primo treno a celle a combustibile al mondo, già in servizio da un anno e mezzo in Germania.
Un progetto a lungo termine
«Con questa iniziativa – ha commentato l’amministratore delegato di Snam Marco Alverà – vogliamo dare un ulteriore contributo alla decarbonizzazione dei trasporti e allo sviluppo di una economia dell’idrogeno in Italia».

«L’idrogeno prodotto da rinnovabili – ha spiegato – diventerà competitivo con le fonti fossili nel giro di pochi anni e avrà un ruolo centrale nella transizione energetica, in particolare nell’industria, nel riscaldamento e nel trasporto pesante».
Alverà, autore del libro ‘Generation H’, ritiene che l’idrogeno «sarà un pilastro del Green New Deal europeo e degli investimenti per la ripartenza post-Covid».
Obiettivo di Snam è proprio quello di «rendere la propria rete compatibile con l’idrogeno, per favorire lo sviluppo di nuove tecnologie e creare una filiera italiana».
«Crediamo nell’idrogeno – gli ha fatto eco Michele Viale, presidente e amministratore delegato di Alstom Italia e Svizzera – e ci auguriamo che il treno a idrogeno diventi presto una realtà anche in Italia».

Ultima modifica: 5 Giugno 2020