Nuovi materiali compositi ricavati dagli scarti agricoli potrebbero essere utilizzati in futuro per realizzare rivestimenti e carrozzerie sostenibili, leggere e a basso costo per l’industria automobilistica. È questa l’idea alla base di una ricerca condotta da un team di scienziati dell’Università di Portsmouth, nel Regno Unito, il quale è riuscito a sviluppare appunto un nuovo materiale biocomposito, utilizzando fibre provenienti dagli scarti della coltivazione della palma da dattero. Questo tipo di materiale, che non ha ancora un nome, è abbastanza resistente e malleabile da poter essere utilizzato in parti non strutturali dei veicoli, come ad esempio i paraurti o i rivestimenti delle porte.
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La ricerca, pubblicata sulla rivista Industrial Crops and Products, mette in luce le interessanti proprietà meccaniche di questo materiale biocomposito. In particolare si nota una notevole resistenza alla trazione e agli urti a bassa velocità .
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Il dottor Hom Dhakal, che dirige il gruppo di ricerca, ha inoltre sottolineato i bassi costi di produzione e la leggerezza di questo materiale derivato dalle fibre di palme da dattero. Caratteristiche che lo rendono efficace in senso economico ed ecologico: meno peso significa infatti poter contribuire a ridurre il consumo di carburante e dunque anche le emissioni di CO2. Ma c’è di più: “Questo materiale sostenibile”, ha commentato il dottor Dhakal, “può essere prodotto utilizzando molta meno energia rispetto al vetro o alla fibra di carbonio ed è biodegradabile, quindi più facile da riciclare”.
Ultima modifica: 11 Dicembre 2018