Mirafiori alla Volkswagen? La Fiom quasi se lo augura: “Fiat si sta deitalianizzando” “Fabbrica Italia non esiste piu’: investiti appena 3 miliardi”

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Giorgio Airaudo, responsabile dei metalmeccanici Cgil, vede Marchionne orientato a “spostare in America il baricentro della societa’”. A scapito delle quote di lavoro italiane. Eppure il governo non “contratta”. Peccato, perche’ “con Fiat lo fanno tutti, dai serbi a Obama”

Roma, 31 maggio 2012 – Vendere Mirafiori alla Volkswagen? ”Magari. Se servisse a saturare gli impianti, sarebbe una buona idea, ed eviterebbe che i tedeschi vengano in Italia a fare shopping tra i marchi dell’auto senza garantire il lavoro agli stabilimenti italiani”. Cosi’ Giorgio Airaudo, responsabile Fiom per il settore auto, che in un’intervista a Repubblica bolla come ”un altro passo verso la deitalianizzazione” il trasferimento della sede legale di Fiat Industrial.

ESECUTIVO INERTE – ”Quando si fondono le societa’, come nel caso di Industrial e Cnh o in quello di Fiat e Chrysler, si dividono gli investimenti. E quando le fusioni vengono fatte con societa’ che operano in mercati piu’ redditizi, come quello americano, il rischio e’ che gli investimenti maggiori vengano fatti in quei mercati”, avverte Airaudo. Per evitarlo, si devono ”contrattare i prodotti al livello dei singoli Stati”, spiega l’esponente sindacale. ”Con Marchionne lo hanno fatto tutti, da Obama ai serbi. L’unico governo che non lo ha fatto e’ stato quello italiano”.
 

‘CHIAMARE GLI ALTRI’ – Per Airaudo, Marchionne ”ha un piano preciso, concordato con la proprieta’, per spostare in America il baricentro della Fiat”. Fabbrica Italia, dice, ”non esiste piu’. Di 20 miliardi ne abbiamo visti forse tre”. In questo quadro, prosegue Airaudo, ”quel che bisogna fare da subito e’ chiedere un intervento del governo per salvaguardare l’interesse nazionale. Che significa proporre ad altri costruttori condizioni tali da attirare qui gli investimenti”.
 

Ultima modifica: 16 Novembre 2017