Gabriele del torchio, nato nel 1951 a Varese, laureato in scienze economiche e bancarie inizia la carriera presso la Banca Commerciale Italiana. Nel 1975 entra in Sperry New Holland dove arriva ai vertici come ad e presidente. E’ stato successivamente ad e presidente di Fai Komatsu, macchinari da costruzione, amministratore delegato di Cifa un’azienda per l’impiantistica del calcestruzzo. Dal 2000, e’ presidente e amministratore delegato di APS , Multiutility di Padova (energia, mobilita’, ambiente e telecomunicazio. Amministratore delegato di Carraro Group, dal 2003 al 2005, assume la carica di ad del Gruppo Ferretti, societa’ leader mondiale nel settore della nautica da diporto di lusso.

{{IMG_SX}}I risultati del 2007 sono confortevoli con la Ducati che e’ tornata in attivo. Si sta parlando da tempo di una recessione mondiale dell’economia. Com’e’ attualmente la situazione della casa bolognese?
“Nonostante le preoccupazioni di fondo dell’economia mondiale, le nostre vendite hanno ripreso a marciare, grazie alla distintivita’ dei nostri prodotti. Nel mese di gennaio abbiamo registrato un incremento di un buon 24%.” Di questo solo un 4% in Italia, il resto tutto sui mercati esteri con Stati Uniti, Giappone, e Australia su tutti.
Qual e’ stato il punto di svolta, come azienda e come prodotti?
“Siamo molto soddisfatti perche’ abbiamo raggiunto questi risultati grazie all’arrivo dei nuovi modelli, la 1098 e Hypermotard, che ci stanno dando grosse soddisfazioni. E ancora dobbiamo registrare l’onda lunga del nuovo Monster che presto’ sara’ sul mercato. Il nostro modello di punta doveva essere rinnovato e secondo i primi contatti con il pubblico il lavoro sta dando grossi frutti. Certamente guardiamo al futuro in modo positivo, anche perche’ non ci fermeremo qui. Abbiamo ancora molta carne al fuoco da oggi al 2010. “
Sia piu’ preciso: cosa bolle nella pentola della Ducati?
“Molto, non solo dal punto di vista della produzione. Intanto da qui al 2010 lanceremo ben 7 nuovi modelli. In particolare tre nuove moto e 4 nuovi derivati da moto attualmente in commercio.E’ un impegno non indifferente per un ‘azienda come la Ducati, anche perche’ noi dobbiamo mantenere e migliorare sempre l’ immagine di casa unita alla migliore tecnologia, alla qualita’ e al design tipico del made in Italy.”
Ci saranno quindi nuovi investimenti, sia in termini di uomini che di produzione?
“Intanto stanno arrivando a Borgo Panigale 30 giovani ingegneri per allargare ulteriormente la nostra vocazione di industria leader nella tecnologia. Ma non ci fermiamo qui. Entro il 2010 saranno altri trenta gli ingegneri in arrivo per completare l’organico in previsione di un ulteriore salto in avanti. Il nostro e’ un prodotto che si deve distinguere; pertanto dobbiamo continuare su questa strada. E le risorse umane per questo indirizzo sono essenziali . “
Ma cosa e’ Ducati? Un prodotto di lusso, un’ icona del made in Italy, una passione per avere qualcosa di esclusivo?
“Una cosa e’ certa. Non possiamo definire le nostre moto un prodotto del lusso, sarebbe sbagliato. Le nostre moto sono particolari, uniche nel loro genere hanno formato una nicchia per chi vuole distinguersi e allo stesso tempo avere una moto tecnologicamente all’avanguardia. Sempre al massimo di quello che puo’ offrire il mercato.”
Solo tecnologia o c’e’ dell’altro, in particolare per la corsa ai componenti piu’ economici?
“Noi abbiamo bene in mente che la Ducati e’ un prodotto che sfrutta al meglio il made in Italy. Non possiamo derogare da questa immagine, da questi concetti. Sarebbe deleterio. Non essendo un produttore di massa non abbiamo bisogno di andare a cercare di limare al massimo il costo dei fornitori. Abbiamo i nostri, gran parte italiani, che ci stanno dando grosse soddisfazioni. Certamente stiamo guardando a quello che succede nel mondo, ma se non ci saranno sconvolgimenti continueremo sulla strada intrapresa. “
Quindi prodotto italiano, componentistica in gran parte italiana, capitale italiano?
“Per me e’ una grossa soddisfazione vedere un prodotto frutto del genio italiano ai vertici mondiali con una societa’ che e’ tornata ad essere guidata da un capitale tutto italiano. La famiglia Bonomi sta seguendo con grande slancio le sorti della Ducati. C’e’ poi il referente maggiore, Carlo Bonomi, che, appasionato di corse, segue le nostre moto su quasi tutti i circuiti. Sara’ accanto a Stoner e a Melandri anche al debutto a Dubai il 9 marzo. “
Lei e’ arrivato in Ducati quando la nebbia si stava diradando, passando come l’ad che ha presentato i conti in nero.
“E’ vero. Posso dire di essere stato fortunato, ma c’e’ anche la “fortuna” che e’ venuta a cercarmi. Gestire il passaggio da una fase di stallo ad una positiva non e’ cosi’ facile. Bisogna avere i piedi ben piantati per terra. Le mie precedenti esperienze mi sono state di grande aiuto. Adesso stiamo attraversando un momento positivo. L’importante e’ non fermarsi. Credo di aver valorizzato quello che io chiamo il “profumo Ducati” con i vari settori merceologici a cominciare dall’abbigliamento. Il recente accordo mondiale con Onda per i sistemi di trasmissione veloce dei dati ne e’ l’esempio piu’ lampante.”

Ultima modifica: 16 Novembre 2017