E questo significa che non e’ escluso neanche un divorzio tra DaimlerChrysler e il braccio Usa Chrysler, acquistato nel 1998.
Secondo quanto ha riportato una fonte vicina al colosso al Financial Times, le opzioni sarebbero: la vendita di Chrysler; un’operazione di scorporo che abbia per oggetto la divisione americana; e la continuazione della recente integrazione tra il gruppo di Detroit e la divisione produttrice di macchine di lusso Mercedes.
E, all’indomani dell’annuncio del licenziamento di 13.000 dipendenti di Chrysler, e di altre manovre di taglio dei costi, i mercati guardano con interesse soprattutto alla possibilita’ di un divorzio tra la divisione Usa e il colosso tedesco.
Un articolo del New York Times arriva anche a analizzare la trasformazione in atto nell’industria automobilistica globale, dove le operazioni di fusione e di acquisizione sembrano venir da tempo oculatamente evitate.
“La lezione di questo decennio? – si domanda l’autorevole quotidiano newyorchese – Meglio rimanere soli che scegliere la strada delle fusioni o delle alleanze”. Le aziende automobilistiche che hanno avuto piu’ successo in questi ultimi anni, continua il New York Times, “sono rimaste infatti indipendenti, come Toyota e Honda in Giappone, e Bmw in Germania”.
Nessuno si stupirebbe, dunque -ora che la divisione Usa sta chiaramente zavorrando la redditivita’ e l’immagine della tedesca DaimlerChrysler -se il presidente Zetsche decidesse di tornare a correre da solo nel settore dell’auto.
Riguardo alla nuova “era” che il settore dell’auto sta vivendo, il New York Times fa un chiaro riferimento a General Motors, che ha deciso mesi fa di rinunciare a un’alleanza con Renault e Nissan e che nel 2005 opto’ con decisione per l’addio a Fiat.
Il New York Times cita inoltre un altro esempio, ovvero l’alleanza Renault-Nissan, che non starebbe andando proprio a gonfie vele.
Il colosso dell’auto giapponese ha reso noto infatti lo scorso mese che, per la prima volta da quando Carlos Ghosn ha assunto la carica di amministratore delegato dei due colossi, riportera’ una perdita su base annuale nel 2006; e questo, causa i problemi di Renault.
Tornando al caso Chrysler, Gm ha al momento risposto con un no comment alle voci di mercato, che la vedrebbero interessata a rilevare la divisione Usa del colosso tedesco.
Attacco ai sindacati da Zetsche?
<<Le recenti indicazioni giunte dall’amministratore delegato di Daimler-Chrysler Dieter Zetsche di scorporare o vendere la divisione americana Chrysler porebbero in realta’ essere una sorta di strumento di pressione contro i sindacati che si sono rifiutati di approvare le riduzioni dei salari e dei benefi sanitari come invece hanno fatto Gm e Ford>>. E’ quanto scrive il settimanale finanziario ‘Barron’s’, secondo cui Zetsche potrebbe utilizzare lo spettro dela vendita come <<leva>> per far approvare la chiusura di un impianto e ottenere concessioni salariali da parte dei sindacati che rifiutano il piano della controllante tedesca in ragione degli elevati utili registrati, che hanno spinto a loro volta il titolo DCX a registrare arco degli ultimi sei mesi un rialzo del titolo del 40%. Nella foto sopra il Voyager, in quella sotto la Pt Cruiser

Ultima modifica: 16 Novembre 2017