Spionaggio industriale in Renault “Un lavoro da professionisti”

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Lo afferma in un’intervista Patrick Pelata, vice direttore generale della Losanga. “Dopo settimane di indagini abbiamo conlcuso che eravamo di fronte a un sistema organizzato di raccolta di informazioni”

Parigi, 10 gennaio 2011 – Sembra lontana dalla conclusione la spy story in casa Renault. Dopo che cinque giorni fa tre dirigenti sono stati sospesi perche’ sospettati di aver diffuso informazioni riservate, voci piu’ o meno confermate si susseguono circa i ‘mandanti’ del presunto spionaggio ai danni della Losanga. Al momento sembra perdere quota la pista cinese e la vicenda sembra assumere contorni ancor piu’ ‘planetari’.
 

“Si tratta di un lavoro di professionisti. Renault e’ vittima di una filiera organizzata internazionale”. Ad affermarlo, in un’intervista a ‘Le Monde’, e’ il vice direttore generale di Renault, Patrick Pelata, cinque giorni dopo le prime rivelazioni su un caso di spionaggio industriale sulle auto elettriche, settore su cui la societa’ ha basato il proprio sviluppo per il prossimo decennio.
 

Renault, spiega Pelata, “e’ un’azienda globalizzata e si trova per questo molto esposta. E’ evidente che la nostra tecnologia puo’ suscitare interesse e questo soprattutto perche’ siamo tra i pionieri nel settore delle auto elettriche”.
 

All’allarme dato a fine agosto “nell’ambito della procedura deontologica entrata in vigore nel gruppo nel 2007”, rileva Pelata, e’ seguito “un’inchiesta che si e’ svolta per quattro mesi. Il nostro sistema di sorveglianza, quindi, ha funzionato correttamente”.
 

“Dopo alcune settimane – sottolinea il vice direttore generale – siamo arrivati alla conclusione che eravamo di fronte ad un sistema organizzato di raccolta di informazioni economiche, tecnologiche e strategiche per servire interessi all’estero. Riguardava tre manager del gruppo che occupavano posti chiavi nell’azienda”.

Ultima modifica: 16 Novembre 2017