Gilles Villeneuve. Il mito che non muore. La mostra a Monza

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Dal 4 maggio al 22 luglio 2018, il Monza Eni Circuit – Museo Autodromo ospita la mostra Gilles Villeneuve. Il mito che non muore.

Ripercorre la storia umana e sportiva di uno dei piloti più amati dal pubblico, il cui tragico incidente sul circuito belga di Zolder nel 1982, ha solo posto termine a una carriera breve ma intensa, lasciando a generazioni di appassionati il ricordo di un uomo che superava le difficoltà con il suo coraggio e che lo ha collocato nella leggenda della velocità.

foto Ercole Colombo, Gilles Villeneuve, GP di Argentina, 1981
foto Ercole Colombo, Gilles Villeneuve, GP di Argentina, 1981

La rassegna, curata da Giorgio Terruzzi ed Ercole Colombo, organizzata e prodotta da ViDi, in collaborazione con Autodromo Nazionale Monza SIAS SpA, Automobile Club Milano e il Museo Gilles Villeneuve di Berthierville, con il patrocinio del Comune di Monza e la Reggia di Monza, presenta oltre 170 fotografie di Ercole Colombo, reporter di sport tra i più apprezzati, una vita passata in Formula 1 dietro l’obiettivo delle sue reflex, utilizzate per ritrarre gli eroi del volante negli intensi momenti della gara e in quelli della vita privata.

L’esposizione offre l’opportunità  di ammirare, fino al 3 giugno, la Ferrari 312 T4, proveniente dalle Cantine Giacobazzi, storico sponsor personale di Gilles fin dai primi tempi in cui correva per la Scuderia. La monoposto guidata da Villeneuve è la stessa che ingaggiò la lotta fatta di sorpassi, toccate, ruotate con la Renault di René Arnoux sul circuito di Digione; un duello che entrò di diritto tra i più emozionanti della storia del motorismo.

La Ferrari 312 T4 condusse la casa di Maranello a conquistare nel 1979 la coppa costruttori e il campionato del mondo piloti con il sudafricano Jody Scheckter, e permise a Gilles Villeneuve di vincere tre gran premi in quell’anno, sul circuito di Kyalami in Sudafrica e in quelli statunitensi di Long Beach e Watkins Glen.

La rassegna è arricchita da alcune immagini provenienti dal Museo Villeneuve di Berthierville in Canada, da un video realizzato per l’occasione con una testimonianza di Mauro Forghieri, storico ingegnere motorista della Ferrari, oltre che da una sezione con altri oggetti e memorabilia legati al mito di Villeneuve.

Il percorso espositivo segue un doppio canale, in cui alle immagini di Colombo fanno da contrappunto i testi di Terruzzi che accompagnano il visitatore lungo la vicenda biografica di Villeneuve.

Il racconto, infatti, prende avvio proprio dal 1950. Anno della nascita di Gilles, e analizza il periodo della giovinezza. Quando comincia ad articolare la sua passione per i motori, attraverso le scorribande notturne alla guida delle auto del padre. Partecipando alle prime gare di accelerazione, quindi gareggiando con le motoslitte, grazie alle quali inizia a costruirsi una certa notorietà. Del 1973 è il suo debutto nel mondo delle monoposto. Formula Ford, Formula Atlantic, Formula 2. Sino all’esordio in Formula 1 con una McLaren, nel Gran Premio di Gran Bretagna.

Siamo nel 1977, l’anno che sconvolgerà la sua esistenza e la sua carriera. Il 29 agosto, a Maranello, Villeneuve incontra per la prima volta Enzo Ferrari che, nel mezzo di un divorzio burrascoso da Niki Lauda, desidera ribadire la supremazia delle sue macchine rispetto al pilota. La trattativa è breve. Gilles debutta sulla rossa, il 9 ottobre, in Canada.

Le parole del Drake

Quando mi presentarono quel piccolo canadese – ricordava Enzo Ferrari -, tutto nervi, riconobbi subito in lui il fisico di Nuvolari. E mi dissi: dagli una possibilità”.

Con le sue fotografie, Ercole Colombo cattura appieno l’emozione del momento. La mostra raccoglie inoltre le immagini più significative e inedite di una carriera folgorante. Dai primi, clamorosi incidenti che portarono al soprannome ‘Aviatore’, visto che Gilles sembrava voler trascorrere più tempo in aria che sull’asfalto. Alla prima vittoria, ottenuta sul circuito di casa nel 1978. Al duello epico con René Arnoux nel Gran Premio di Francia a Digione, 1979. Una lunga sequenza di sorpassi, azzardi, sbandate, e contatti. Che fece nascere tra i tifosi ferraristi quella “Febbre Villeneuve” che mai li abbandonerà.

Ercole Colombo, oltre a documentare la sua vicenda in pista, testimonia la nascita di un mito vivente, un eroe dei nostri tempi, amato e ammirato per il suo stile tutto acuti ed esagerazioni. Come il record di 2 ore e 45 minuti da Montecarlo a Maranello. “Faceva tutto a 300 all’ora”. Ebbe modo di ricordare Patrick Tambay, che rilevò il suo sedile dopo la sua morte. “Sciare, guidare il motoscafo o giocare a backgammon2.

Il figlio Jacques completa l’opera

La mostra prosegue con la ricostruzione del suo annus horribilis, il 1982. Con lo schiaffo morale ricevuto dal compagno di squadra Didier Pironi che, contravvenendo agli ordini di scuderia, lo superò all’ultimo giro del Gran Premio di Imola. Sino al tragico e ultimo volo a Zolder che segnò la fine della sua giovane vita. E si chiude idealmente con la sala dedicata al figlio Jacques, che ha portato a termine una sorta di missione di famiglia, conquistando uno storico tris di vittorie. Il campionato Kart americano, la 500 miglia di Indianapolis e, finalmente, il campionato del mondo di Formula 1, nel 1997.

La rassegna presenta inoltre una sezione inedita che ospita una fedele ricostruzione del contesto di vita professionale di Villeneuve. Con i bolidi di Formula 1 e la curva di un circuito, interamente costruiti in mattoncini Lego®. Che si lega in un ideale gemellaggio con la rassegna Star Wars is back!, in corso fino al 30 settembre a Villa Mirabello, nel cuore del Parco di Monza, che propone quattro diorami, costituiti da oltre un milione di mattoncini e abitati da più di duemila minifigure.

Ultima modifica: 6 Maggio 2018