Donne alla guida: resistono i pregiudizi

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“Donna al volante, pericolo costante”: un modo di dire a volte divertente, su cui spesso anche il gentil sesso sembra disposto a riderci su. Ma si tratta comunque di un pregiudizio non sempre piacevole che sembra duro a morire, ormai evidentemente radicato nella cultura popolare. Lo dimostra, ad esempio, un’indagine della compagnia di assicurazioni Direct Line, nella quale è possibile trovare uno spaccato tutto italiano sul fenomeno.

Cosa pensano gli uomini italiani?

Il 37% del campione di intervistati continua a pensare che l’accoppiata “donne e motori, gioie e dolori” sia assolutamente fondata. Il 33% invece ritiene che spesso le critiche non siano sempre fondate: rincuorante ma di certo non sufficiente. I pregiudizi maschili dunque sembrano ancora molto radicati.

I punti deboli della guida al femminile

Tra gli intervistati nell’indagine, il 46% delle donne ammette di avere poca familiarità con i parcheggi: oneste e autocritiche insomma. Il 35% degli uomini critica la trascuratezza nella manutenzione del veicolo, il 50% del campione tra i 18 e i 24 anni invece vede come peggiore caratteristica delle donne al volante la distrazione. Tra i 25 e i 34 anni (50%) il pregiudizio più grande sulla guida del gentil sesso è l’insicurezza, che causa incidenti e traffico.

Le regioni vittime degli stereotipi

L’indagine offre anche uno spaccato regionale. Le più negate nel parcheggio? Le torinesi e le cagliaritane. Firenze e Roma sono le città caratterizzate maggiormente dalla distrazione, Brescia dall’insicurezza, come anche Milano. Le donne veronesi sembrano avere la peculiarità di stare sempre nella corsia centrale dell’autostrada, mentre le palermitane frenano troppo bruscamente. A ogni regione, a quanto pare, la sua.

 

Ultima modifica: 3 Marzo 2017