Tazio Nuvolari: una vita da record tra auto e moto

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Tazio Nuvolari, il pilota mantovano che dominò gli anni Trenta, è stato un ottimo driver e pilota del motociclismo e dell’automobilismo italiano. Il suo trionfo ed i suoi successi si concentrano nel trentennio che va dagli anni ’20 fino agli anni Cinquanta sebbene le mille difficoltà e l’assenza negli anni del Secondo Conflitto Mondiale

Tazio Nuvolari sarà ricordato nella storia per la sua versatilità e per le sue ottime ed eccellenti qualità competitive nelle gare automobilistiche e motociclistiche.

Immortalato nelle foto in bianco e nero per il suo celebre maglione giallo con le iniziali e con al collo il suo portafortuna (la famosa tartaruga d’oro) donatagli dall’amico e poeta Gabriele D’Annunzio, la carriera di Tazio Nuvolari è stata tutta un divenire ed in ascesa, nonostante i terribili anni della Seconda Guerra Mondiali che costrinsero il pilota ad un’assenza prolungata di ben 6 anni.

La stampa e gli appassionati del mondo dei motori ricordano Tazio Nuvolari con gli pseudonimi di “Mantovano volante” che, nonostante le innumerevoli difficoltà dei primi anni, non si demoralizzò mai e riuscì ad inseguire per lungo tempo quei successi che lui stesso auspicava a raggiungere.

Determinato e di grandissime doti e qualità competitive ed umane, Nuvolari ancora oggi è celebre per essere riconosciuto come uno dei più grandi piloti della storia dell’automobilismo a livello mondiale.

Nato il 16 novembre 1892 a Castel d’Ario, in provincia di Mantova, Tazio Nuvolari è fin da bambino un vero appassionato di veicoli a motore impara a guidare moto e auto da ragazzino.

Durante la Prima Guerra Mondiale, Tazio si occupa di trasportare feriti, soldati e ufficiali a bordo delle ambulanze e, all’indomani della fine del Primo Conflitto, inizia la carriera di pilota e nel 1920 ottiene la licenza per correre con le moto.

In sella della sua due ruote, una Della Ferrera, il pilota mantovano disputa la prima gara a Cremona e si ritira dopo pochi giri per un guasto tecnico. Il debutto a bordo delle quattro ruote arriva l’anno seguente al volante di una Ansaldo Tipo 4.

Il primo successo sulle due ruote arriva nel 1922 a bordo di una Harley-Davidson e l’anno seguente trionfa a Busto Arsizio in sella ad una Norton; la prima vittoria in auto giunge nel 1924 con una Bianchi 18 (Circuito del Tigullio).

Nel 1925 il pilota mantovano è uno dei piloti più famosi del Nord Italia: nella classe 350 conquista il GP delle Nazioni a Monza valido per il campionato europeo moto e trionfa nel Circuito Ostiense, l’anno seguente.

Il 1927 è l’anno della “svolta”, Nuvolari decide di mettersi in proprio e crea una propria scuderia: al volante di una Bugatti conquista il Reale Premio di Roma; ben presto arrivano anche i successi in sella alla Bianchi.

Gestire in completa autonomia una scuderia richiede investimenti esosi che costringono il pilota a vendere automobili trascurando la carriera di pilota. Nel 1930 Nuvolari viene, comunque, ingaggiato dall’Alfa Romeo e replica il suo successo vincendo la Mille Miglia, la Trieste-Opicina, la Cuneo-Colle della Maddalena e, nel 1931 conquista la prima Targa Florio e il GP d’Italia.

Sembra che le doti straordinarie e competitive di Nuvolari non si arrestino e l’anno 1932 è sicuramente ricordato alla storia come l’anno migliore: vince il GP di Monte Carlo, conquista la seconda Targa Florio e sale sul podio del GP d’Italia, del GP di Francia, la Coppa Ciano e la Coppa Acerbo.

L’anno seguente arrivano ancora tanti successi: conquista il GP di Tunisia, il circuito di Alessandria e la 24 Ore di Le Mans; a bordo di una Maserati, Nuvolari vince in Belgio e a Nizza.

Sebbene il pauroso incidente del 1934, Nuvolari l’anno seguente trionfa in numerose gare e ottiene la vittoria più memorabile della sua carriera nel GP di Germania e riesce a trionfare anche a Nizza e alla Coppa Ciano.

Il pilota mantovano viene ingaggiato dalla casa tedesca dall’Auto Union nel 1938 e vince a Donington e nel 1939 a Belgrado. Dopo anni di assenza a causa dello scoppio del Secondo Conflitto Mondiale, nel 1948 conquista la Mille Miglia.

Il 10 aprile 1950 il pilota mantovano disputa la sua ultima gara e l’11 agosto 1953 muore a Mantova a causa di un ictus; sulla tomba è incisa una frase memorabile: «Correrai ancor più veloce per le vie del cielo».

Ultima modifica: 29 Settembre 2017