Storia di una delle gare più appassionanti dell’anno

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Non è semplice raccontare una gara, perché naturalmente quello che manca, in un racconto, è la presa visione. E’ chiaro che, quando si parla di Formula 1, di Moto GP, di Motocross, o comunque di qualsivoglia competizione, quello che viene raccontato non avrà mai l’impatto di quello che sarebbe stato se, al posto di una voce narrante, di parole scritte nero su bianco, si fossero potute scorgere delle immagini. Ed è così per tutti gli sport: che impatto ha il racconto di una partita di tennis? Oppure di una gara di atletica, di una partitura a pallone, e chi più ne ha più ne metta?

Dunque, quello che ci accingiamo a fare, è una mission quasi impossible perchè andremo a raccontare, cercando di suscitare aspettativa e cercando di dare una certa dose di pathos, quella che è stata una delle gare più entusiasmanti, più sorprendenti, più coinvolgenti della stagione. Ci proviamo.

Il tifo non conta

Quando ci si trova davanti a certe performance, certi duelli, certe bagarre, non ha importanza per chi si fa il tifo. E’ anche probabile che il proprio beniamino non sia coinvolto nel duello diretto, ma davanti allo spettacolo, non si può rimanere indifferenti. Sì, perchè gli sport in cui c’è di mezzo un motore – moto, auto, formula 1 – sono anche questo. Sono per prima cosa spettacolo, perchè si può assistere a situazioni fuori da ogni logica, che alterano i confini del possibile.

Le velocità sorprendenti, le sfide al limite, la strategia del sorpasso, il gioco di squadra, fanno sì che una gara non sia mai uguale all’altra, che anche la competizione sulla carta più noiosa diventi un qualcosa di inaspettato, di imperdibile, di non facilmente raccontabile e nemmeno immaginabile.

I ragazzi che dominano quei mezzi sono in effetti veri e propri campioni, anche quando arrivano per ultimi. Perché sono i campioni del coraggio, della velocità, della sfida. E pertanto, anche se il proprio pilota del cuore è nelle ultime posizioni, non importa: lo spettacolo è sempre apprezzato da tutti.

A volte però…

A volte, però, alcune competizioni possono essere – diciamolo, a costo di essere impopolari – anche noiose. Sì, perchè quando non c’è la sfida, quando i piloti sono contenti del posto conquistato durante le prove e pertanto non tentano di cambiare gli esiti della qualifica, allora il giorno della gara può risultare addirittura noioso.

Oppure, ancora peggio, ci sono stagioni in cui non c’è storia. Capita quando, per motivi tecnici, o chissà per quali altre motivazioni, un pilota è particolarmente fuori dal gruppo, vince e stravince, senza che gli altri possano minimamente provare a fermarlo. Sono delle stagioni per alcuni versi inutili, in cui perdere una gara non fa la differenza. Certo per chi vince si tratta di un bel biglietto da visita anche per le stagioni successive, ma per il pubblico a casa com’è?

Tutti in piedi sul divano

Per il pubblico a casa non è divertente. Il pubblico a casa di esalta e si entusiasma quando si tratta di duelli all’ultimo casco, quando non si riesce a restare seduti e composti sul proprio divano, ma viene voglia di alzarsi, saltare, entrare nel televisore. L’atmosfera si fa surreale, nessuno fiata, tutti sono impegnati a vedere che cosa potrà succedere da lì all’istante dopo.

I gesti sono lenti, qualcuno impreca, altri ridono, altri ancora si fanno perdere da una sorta di isterismo: sono queste le gare in cui il pubblico è presente davvero, sono quelle gare in cui nemmeno il cornista ce la fa a restare lucido. Piuttosto di affanna, si agita, trasmette angoscia, sofferenza, agitazione…

Sono momenti di altissima televisione e sono momenti di altissimo sport. Sì, perchè lo sport dovrebbe essere per prima cosa questo: dovrebbe essere, più di ogni altra cosa, emozione.

Un concetto che si ripete

La scena è chiara a tutti. La gara sta per partire, i piloti sono sulla griglia di partenza. Qualcuno di loro fa una certa sequenza di gesti – sono gesti scaramantici – altri guardano in camera, altri ancora probabilmente pregano o affidano le proprie sorti chissà a chi. La gara sta per iniziare, i piloti si impostano, le ombrelline escono di scena, l’aria si fa solenne, e anche nelle case dei tifosi si abbassa il volume della voce, per alzare quello della tv. Sugli spalti l’aria è di festa, ma è soprattutto di attesa, già dalle primissime battute si capirà se si tratta di una gara spettacolare o di una gara come tante altre. Si parte.

Ed ecco che i piloti sfrecciano, si toccano, qualche contrasto, qualche manovra al limite della correttezza. La classifica che dopo pochi istanti appare già chiara, qualcuno non parte, qualcuno è in panne, qualcun altro cade e c’è anche chi rientra di filato ai box. Non è detto che la sfida, la bagarre si tenga ai posti di comando, anche nella fila dietro si possono determinare situazioni determinanti ai fini della gara o al fine del campionato.

Quando le cose sembrano oramai stabilizzate, succede l’imprevedibile: il primo esce di scena – cade, oppure rompe il motore, finisce la benzina – qualcuno dalle retrovie si porta in avanti. Ed inizia lo spettacolo: i giochi sono riaperti, tutti in piedi sul divano tifiamo affannosamente per l’uno o per l’altro. Insomma, non vi abbiamo raccontato una gara vera e propria, ma speriamo di avervi fatto rivivere i momenti in cui si vede lo spettacolo. Tutto il resto è … noia.

Ultima modifica: 29 Maggio 2019