Storia del tram: quando e dove nasce, chi l’ha inventato

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Simbolo di molte grandi città, il tram è un mezzo di trasporto che non conosce crisi. Mentre per i bus il tema più ricorrente è quello del loro impatto ambientale – la maggior parte viaggiano a Diesel, anche se attualmente è in atto una conversione verso le energie pulite – i tram non creano problemi in questo senso. Qual è la storia del tram?

Il tram è un elemento talmente caratterizzante del contesto urbano, che senza di loro sarebbe praticamente impossibile immaginare alcune città. Si pensi a Milano, per esempio: che cosa sarebbe senza tram che si intrecciano e coprono tutto il territorio della metropoli lombarda?

Allo stesso modo San Francisco: provate a immaginare la città del Gold Bridge senza tram: sarebbe tutta un’altra cosa, sicuramente perderebbe in fascino. Gli esempi sono comunque tantissimi: anche Lisbona, senza il tram numero 28, non sarebbe forse una città a cui manca qualcosa?

Detto questo, il tram è anche un mezzo pubblico molto comodo, perché ha il grande vantaggio di viaggiare su “corsie” preferenziali. Può accadere che resti bloccato nel traffico cittadino, ma di certo i binari lo aiutano a viaggiare parallelamente al resto.

Fatta questa breve premessa, vediamo quando e dove nasce il tram e chi è l’inventore di questo mezzo di trasporto così affascinante.

Storia del tram: origini ottocentesche

Difficile mettere un punto zero alla storia del tram, perché sono mezzi che nel tempo hanno subito una profonda evoluzione e che pertanto si discostano di molto rispetto ai primi modelli.

Ma, per completezza, va detto che i primissimi tram risalgono ai primi dell’800. Sono mezzi trainati ancora con i cavalli, dunque concettualmente molto diversi da quelli che verranno in un secondo tempo, veri e propri antenati dei tram odierni.

Il motore a vapore e la trazione elettrica, comunque, non tardano ad arrivare. In particolare, a determinare la vera evoluzione del tram è proprio la trazione elettrica: una volta che i tram sono diventati totalmente elettrici, va detto che hanno subito ancora un importante cambiamento. Dai motori così detti a corrente continua si è infatti in poco tempo passati al motore ad azionamento trifase.

Un ulteriore passaggio – ma siamo già ai giorni nostri – è stato quello dell’avvento dell’elettronica per controllare le principali funzioni del tram, quindi controllo della velocità e della trazione.

Tappe che hanno fatto la storia del tram

Volendo quindi mettere dei punti fermi alla storia del tram, dobbiamo partire dalla fine dell’800, siamo più o meno intorno al 1880. A quell’epoca i tram erano trainati da cavalli, ma qualcuno già si muoveva per via della alimentazione elettrica.

Qualche tram a benzina circolava già nelle città. I tram erano però diversi da quelli odierni: erano aperti sui lati, un aspetto molto diverso da quello a cui siamo abituati.

Ai primi del 900, invece, erano addirittura a due piani: uno coperto o scoperto, il che differenziava anche la prima dalla seconda classe. Questi tram si aggiravano negli UK, ma anche in Spagna. E’ Peter Witt – siamo nel 1910 – a cambiare il passo del tram: i tram diventano infatti molto simili a quelli a cui siamo abituati, prevedono due accessi, uno anteriore, l’altro posteriore.

Da quel momento è un’evoluzione continua: arriveranno i tram con porte chiuse, quelli sempre più capienti, le forme si arrotonderanno.

Dopo di che siamo alle evoluzioni più recenti: oggi i tram di alcune città europee hanno un aspetto futuristico e sono molto tecnologici dal punto di vista dell’approvvigionamento dell’energia elettrica. L’impatto estetico nel contesto urbano e cittadino è notevole, il servizio reso alla popolazione è di tutto rispetto. Ma certo ci sono dei tram che hanno fatto la storia e per i quali vale la pena spendere due parole. Il riferimento, per esempio, è al numero 28.

Tram 28: storia di un simbolo

Il 28 è un tram simbolo. Lo è stato a Milano, lo è a San Francisco e lo è anche a Lisbona. Ma andiamo con ordine e partiamo da quanto si aggirava sui binari della città meneghina: erano gli anni Trenta e il 28 era un concentrato di tecnologia di inizio Novecento. Per essere precisi, il tram così concepito venne forgiato nel 1927, per poi prendere servizio nel 1928, con la nota serie 1500.

Ora, chi per qualsiasi ragione si trova a trascorrere qualche giorno a San Francisco, noterà che il milanesissimo numero 28 si aggira per la città americana. Perché, verrà da chiedersi? In pratica, è stato un omaggio che Milano ha fatto a San Francisco, un regalo che consta in una decina di tram “n. 28”, diventato nel tempo un elemento iconico del paesaggio urbano, che ancora gira in città.

Ma il 28 gira anche a Milano: alcuni vecchi tram sono stati recuperati dall’ATM. Non sono proprio in servizio, ma sono concessi per delle occasioni speciali, magari semplicemente per una notte, per una cena oppure come location esclusiva per un party sui binari. Per esempio, molto avranno visto aggirarsi il tram ATMosfera, una sorta di ristorante mobile dove, davanti a una cena romantica cena a lume di candela, si gira per per le vie di Milano.

Lisbona, la città dei tram

Ma il numero 28 è presente – se pur con sembianze diverse – anche a Lisbona. Tanto che se si decide di visitare la città, un tour sul numero 28 non potrà certo mancare, soprattutto se si intende visitare la parte vecchia della città.

Per Lisbona il tram è qualche cosa di irrinunciabile: presente nelle strade dal 1873, nel Novecento è stato dato il via alla prima tranvia elettrica. Oggi la rete è completa e capillare, ma il tram numero 28 resta comunque quello più caratteristico, che per via del percorso impervio che percorre lungo le strade più tortuose della capitale portoghese.

Ultima modifica: 23 Settembre 2019