Come pulire il parabrezza dell’auto

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È una battaglia quotidiana contro lo sporco e nell’interesse della migliore visibilità e quindi anche della sicurezza. Il parabrezza, 365 giorni all’anno e in qualsiasi stagione, diventa un ricettacolo di sporco e di aloni che finisce per essere estremamente pericoloso per chi guida. Meglio dedicare alla pulizia dei cristalli della nostra auto un minimo di attenzione, qualche prodotto specifico e soprattutto un’azione costante e continua. Venti minuti al mese – a meno di eventi clamorosi – sono più che sufficienti.

Che cosa sporca il nostro parabrezza

Eventi clamorosi si diceva: d’inverno la brina e le gelate, ma anche l’umidità e la pioggia contribuiscono a sporcare il parabrezza. Chi pensa che la pioggia sia una mano santa, perché pulisce, si sbaglia. Purtroppo la pioggia che cade in città è tutto tranne che pulita considerando la porcheria che sale verso il cielo e che puntualmente ricade in forma liquida. Tutta questa porcheria si deposita sulla carrozzeria e sul cristallo: in caso di gelata lo sporco diventa resistentissimo e difficile da rimuovere se non con un’azione mirata.

D’estate il problema sono gli insetti che decidono di fare harakiri proprio sulla nostra macchina: in un mese, per chi viaggia un minimo, soprattutto con il buio, sono milioni le mosche, i moscerini e le zanzare che si incrostano su maschera e parabrezza. Rimandare dicendo “tanto se lo pulisco si sporca di nuovo immediatamente” significa semplicemente accumulare strati e strati di sporco che darà sempre più difficile pulire. La polvere, sia quella che si deposita sulla macchina quando è parcheggiata che quella che “raccogliamo” strada facendo dalle auto e dai camion che ci precedono va il resto.

Per pulirlo bastano acqua e sapone: e una buona asciugatura

Occupandoci semplicemente del parabrezza, senza svenarsi con prodotti extralusso, basta un po’ di olio di gomito. Secchio colmo di acqua e detergente, meglio qualcosa di specifico per i vetri, e spugna. A poco a poco lo sporco verrà via: meno è, perché più frequentemente si è ripetuta l’operazione, e più saremo rapidi. L’acqua non deve necessariamente essere bollente, anzi. Un po’ calda è meglio, ma non troppo.

Anche il sapone non deve essere eccessivo perché il rischio è che si depositi sul cristallo anche dopo il risciacquo e crei altri aloni. L’uso della lancia a pressione è consigliato ma non è fondamentale: in questo caso però meglio mantenere una distanza uniforme, circa 15 centimetri, e agire di taglio, con il flusso d’acqua che colpisce il vetro compiendo un angolo acuto. Meglio esagerare con la fase della pulizia per poi dedicarsi a quella del risciacquo e dell’asciugatura.

Lasciare i vetri bagnati significa semplicemente consentire alla polvere, appena usciti dall’autolavaggio, di accomodarsi di nuovo sul parabrezza. Meglio asciugare bene con la classica pelle di daino. Fondamentale poi pulire anche i vetri interni, spesso sporcati dai gas dell’aria condizionata: basta una semplice passata con un panno umido.

Ultima modifica: 20 Gennaio 2020