Prezzi benzina: l’andamento negli ultimi anni

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L’estate che verrà non porta buone prospettive per quanto riguarda l’andamento dei prezzi benzina. La “prova generale” del ponte del 25 aprile decisamente non è andata bene, ma di sicuro è andata come le notizie di mercato indicavano.

E infatti in autostrada i distributori di carburante hanno portato i prezzi ai massimi da alcuni anni.

Prezzi benzina, sfondato il tetto dei 2 euro a litro

Si sono superati anche i 2 euro per litro di benzina. Una enormità se si pensa che lo scorso anno di questi tempi i prezzi benzina erano attestati mediamente tra 1,50 e 1,60 euro per litro.

E c’è da giurare che nei prossimi mesi l’andamento non porterà la curva verso il basso, anzi. Ma vediamo anzitutto come si compone il prezzo della benzina fino alla pompa.

Da sfatare decisamente il mito del benzinaio catalizzatore di guadagni spropositati. Di certo non è più così da molti anni ormai. Il margine di guadagno sui prezzi benzina, per il rivenditore finale si è ridotto a una forbice tra i 15 e i 25 centesimi per litro, quando non si applicano sconti self e nel fine settimana.

Senza contare poi che da alcuni anni l’incremento continuo dei prezzi benzina ha modificato le abitudini degli automobilisti, che hanno ridotto il consumo di carburante virando decisamente su un maggior utilizzo di mezzi di trasporto pubblico.

Verificare l’andamento dei prezzi benzina è abbastanza semplice, anche perché il sito del ministero dello Sviluppo Economico ha predisposto una pagina per il monitoraggio costante, aggiornato continuamente.

Attualmente il prezzo della benzina alla pompa, a meno che non si tratti di distributori della rete autostradale dove c’è un ricarico maggiore, oscilla tra 1,60 e 1,70 euro per litro. Nel prezzo finale è ricompresa la tassazione, che in Italia è tra le più elevate.

Prezzi benzina, quanto incidono le accise

Le accise ammontano a circa 65 centesimi per litro, ai quali si aggiungono altri 30 centesimi di Iva. Dunque il prezzo originario di un litro di benzina sarebbe di gran lunga inferiore se non gravassero accise che si accumulano dal 1935 a oggi, tasse servite in gran parte per finanziare spese di guerra, o la ricostruzione in zone colpite da disastri, come il terremoto del Belice o dell’Irpinia, tanto per citare i casi più eclatanti.

Le accise sono dunque tasse di scopo, che dovrebbero durare il tempo necessario a coprire la spesa per la quale sono state introdotte. In realtà gli introiti si perdono nelle mille pieghe del bilancio statale.

C’è da aggiungere che risultano così odiose e odiate da tutti gli automobilisti perché subiscono anche il ricarico dell’Iva al 20 per cento. Una tassa sulla tassa, denunciata più volte come impropria ma mai eliminate.

La verità incontrovertibile è che il prelievo su un bene di così largo consumo, dal pagamento istantaneo è il sistema più semplice per sovvenzionare spese pubbliche impreviste, durevoli e onerose.

Ciclicamente si ripropone, a livello politico, il dibattito sul taglio delle accise per ridurre i prezzi benzina. Ma alla discussione non sono mai seguiti provvedimenti concreti. Per contro, secondo alcune voci, che l’attuale Governo ha sempre smentito, per finanziare il blocco delle clausole di salvaguardia che imporrebbero l’aumento dell’Iva nel 2020, le risorse necessarie potrebbero arrivare proprio da un aumento delle accise.

Si tratta di voci ricorrenti che potranno essere verificate soltanto con la prossima legge di bilancio, da approvare a dicembre prossimo.

Prezzi benzina, le tensioni internazionali portano incrementi

Al netto di voci e ipotesi, di certo su un incremento ulteriore dei prezzi benzina nei prossimi giorni e nei prossimi mesi pesa la situazione internazionale con la crisi Libica e la politica dei dazi intrapresa dal governo degli Stati Uniti.

Il presidente Donald Trump ha infatti bloccato le deroghe che fino a oggi consentivano l’importazione di petrolio iraniano senza sanzioni. E l’Italia, assieme a Giappone, Taiwan, Turchia, India, Grecia, Cina e Corea del Sud, è tra i paesi che storicamente si riforniscono di petrolio dall’Iran.

Di recente, proprio per questi fattori di instabilità, in un solo giorno il prezzo del greggio è cresciuto del 2 per cento, portando il Brent a circa 75 dollari al barile. Ci stiamo avvicinando speditamente ai livelli di ottobre 2018, quando il prezzo al barile sfiorava gli 86 dollari e i prezzi benzina alla pompa erano mediamente di 1,70 euro al litro.

Ma l’andamento è stato poi altalenante, con il greggio che a dicembre scorso è sceso a 50,68 dollari al barile mentre la benzina costava quasi 1,50 euro al litro. La risalita è cominciata a gennaio scorso e le ultime stime ci dicono che i prezzi benzina, da gennaio a oggi, sono cresciuti dell’11 per cento.

Tradotto in soldoni per i consumatori, significa che per il pieno di un’utilitaria si spendono mediamente più di 6 euro.

Prezzi benzina, le oscillazioni degli ultimi 5 anni

Per gli amanti di statistiche e per sottolineare come sono suscettibili di variazioni i prezzi benzina nel tempo, è possibile prendere un determinato giorno per una serie di anni e confrontare i prezzi benzina. Prendiamo per esempio il 24 aprile dal 2015 al 2019.

Secondo i dati disponibili sul sito del ministero dello Sviluppo Economico, 5 anni fa la benzina costava 1,605 euro al litro; l’anno successivo è scesa a 1,442 euro; nel 2017 è risalita a 1,553 euro, mantenendosi pressoché costante nel 2018 a 1,584 euro per poi arrivare ai giorni nostri con 1,659 euro al litro di media.

E’ possibile a questo punto difendersi da incrementi vertiginosi, come vengono previsti dagli osservatori per la prossima estate? qualcosa, secondo le associazioni dei consumatori, si può fare, almeno per contenere la spesa.

Si tratta di piccoli accorgimenti che non modificheranno la sostanza, ma nel lungo periodo qualche beneficio portano di sicuro. La prima regola è rassegnarsi all’uso dei distributori self service, che praticano uno sconto a chi si arma di guanti monouso e fa rifornimento in autonomia.

Gli sconti sono maggiori nel fine settimana. Molte compagnie invogliano i consumatori a fare rifornimento di sabato e soprattutto di domenica al self service applicando anche fino a 20 centesimi di sconto per litro di benzina.

Altro suggerimento è per il rifornimento alla cosiddette “pompe bianche”, distributori che non sono legati a un brand specifico, che impone un range di prezzi entro il quale diventa difficile applicare sconti, oppure ai distributori con il marchio di note catene di supermercati che hanno avviato anche la vendita di carburante a prezzi più concorrenziali.

 

 

 

 

Ultima modifica: 29 Aprile 2019