Pavimentazione stradale: tipi e caratteristiche

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Gli antichi Romani chiamavano “pavimentum” lo strato superiore delle strade. Utilizzavano la pietra, oggi, invece, usiamo calcestruzzo, cemento e materiali ecologici.

Negli ultimi oltre duemila anni, l’ingegneria stradale ha fatto passi da giganti. La qualità dei materiali che costituiscono le pavimentazioni stradali è cambiata ed è in continuo miglioramento. Qualcosa dell’eredità romana resta evidente, invece, nella sua struttura stratificata. Ogni pavimentazione, infatti, è costituita da una successione di strati di materiali diversi. Essi vengono scelti in base alle caratteristiche proprie del territorio e al tipo di traffico per cui la strada è progettata. In questo articolo vengono esposte le principali caratteristiche dei materiali usati più frequentemente in questo settore.

Ogni materiale ha i suo pro e i suoi contro e non esistono soluzioni universali. Le pavimentazioni stradali svolgono compiti molto importanti che hanno a che fare sia con il risparmio e con la sicurezza stradale. Una buona amministrazione dovrebbe essere in grado di garantire ai cittadini non solo la circolazione anche in condizioni meteorologiche avverse, ma anche evitare deformazioni pericolose dei manti stradali. Non bisogna, infine, tralasciare l’aspetto economico: scegliere il materiale più idoneo significa non sprecare denaro pubblico.

Pavimentazione stradale in calcestruzzo

Esistono diverse tipologie di pavimentazioni stradale, quella in calcestruzzo è una di queste. In Italia esso è poco impiegato, all’estero, invece, il suo utilizzo è ormai una prassi consolidata. Questa tecnica è stata sperimentata per la prima volta sul finire dell’Ottocento negli Stati Uniti. Il calcestruzzo conferisce un conglomerato più compatto dell’asfalto perché legato dal cemento.

Agli inizi degli anni Novanta si realizzarono addirittura interi tronchi autostradali ad armatura continua. Gradualmente, però, l’interesse per questo materiale è sembrato scemare fino a quando, recentemente, in più vi hanno visto un’ottima soluzione soprattutto nelle gallerie.

Sempre più ingegneri spingono per sostituire il bitume con il calcestruzzo, anche per motivi ecologici. I paesi del Nord Europa e dell’America Settentrionale lo considerano ormai l’alternativa sostenibile all’asfalto.  I dati dimostrano che tracciati in calcestruzzo richiederebbero costi più contenuti, anche se resta vero che l’investimento iniziale per l’asfalto è più basso. Come spesso accade, la scelta è politica, nel senso più alto della parola. Il calcestruzzo, infatti, è più resistente, si rovina meno nel tempo, ma costa di più nell’immediato.

Per quanto riguarda gli aeroporti il calcestruzzo è, invece, una scelta obbligata, dal momento che, a differenza dei conglomerati bituminosi, offre maggiore sicurezza nelle zone di riferimento o di stoccaggio del carburante.

Infine, alcuni Paesi hanno normative che impongono pavimentazioni in calcestruzzo o in cemento in galleria al posto di quella a base di idrocarburi. Sono stati proprio i recenti grandi incendi verificatesi in lunghi tunnel stradali che hanno portato alla decisione di costruire con materiali incombustibili. In tal senso, occorre ricordare che il calcestruzzo in caso di incendio non alimenta il propagarsi del fuoco e non emette fumi tossici.

Un aspetto negativo dei manti stradali costruiti in calcestruzzo è quest’ultimo, essendo più duro dell’asfalto, risultano più difficili da rimuovere, nel momento in cui non sono più utili o devono essere rifatti e, tutto ciò, implica costi maggiori.

Pavimentazione in pietra

Le pavimentazioni dei centri storici italiani nella maggior parte dei casi sono in  pietra. Da circa cinquant’anni, molte amministrazioni comunali, dovendosi occupare della sostituzione di ampi tratti di manto stradale costituito da pietre locali o lastre in laterizio, hanno optato per i cubetti di porfido. La conseguenza è stata la progressiva sparizione degli antichi selciati che si sono trasformati in un materiale destinato all’uso dei vialetti privati. Per svolgere al meglio la loro funzione, per esempio evitare le cadute accidentali, le varie pietre impiegate devono essere ruvide e posate in modo da assolvere anche a funzioni estetiche e pratiche come, ad esempio, favorire lo smaltimento dell’acqua.

Oggi la pietra si utilizza specialmente per la riqualificazione dei centri storici. Il suo pregio principale è la grande resistenza, questo riduce consistentemente i costi di manutenzione, restituendo valore alle zone pedonali delle città. Lasciano, inoltre, respirare il terreno adattandosi alle sue irregolarità.

Una curiosità: il nome sampietrino deriva dalla Basilica di San Pietro nella Capitale e indica un preciso taglio del porfido che compone il lastricato di Roma. A Bologna e più in generale nel Nord Italia, invece, prende il nome di bolognino.

Pavimentazione ecologica

Una sempre maggiore sensibilità verso la sostenibilità ambientale, porta oggi a realizzare strade a basso impatto e a costi competitivi. Le pavimentazioni stradali più innovative ed ecocompatibili sono realizzate con prodotti polimerici non derivati dal bitume. Si tratta di materiali già solidi che non richiedono di essere riscaldati perché non devono essere allo stato liquido al momento della posa. Queste nuove strade ecologiche, tra cui quelle cosiddette bianche, si rivelano adattissime per le piste ciclabili e pedonali, ma anche per le ville, le abitazioni private, le piazzette e le aree a traffico leggero.

In futuro non si utilizzerà più il bitume nero, bensì si investirà su questi nuovi conglomerati stradali neutri che legano pietrisco e sabbia. Queste nuove strade ecologiche costituiscono un’ottima soluzione laddove vigono vincoli paesaggistici che impediscono di asfaltare. Inoltre, consentono di scegliere tra un’ampia gamma di colori anche al fine di preservare i contesti rurali e storici. Il paesaggio, per quanto attraversato da una strada, risulta così più naturale e armonico.

Queste nuove pavimentazioni ecologiche garantiscono un sensibile abbassamento degli scarichi inquinanti e, quindi, dei rifiuti prodotti, oltre a un minore ricorso al trasporto e alla logistica.

I vantaggi, non sono solo di natura ecologica, bensì anche economica.

Infine, si rivela essere sempre più interessante il ricorso alle pavimentazioni fotocatalitiche, ovvero quelle che sfruttando il biossido di titanio di cui sono composte, che reagendo all’esposizione alla luce del sole, velocizzano tutta una serie di reazione chimiche benefiche. I risultati di queste reazioni sono assolutamente non inquinanti, antibatterici e non producono rifiuti.

In attesa che la tecnica permetta di realizzare pavimentazioni veramente a impatto zero, quelle fotocatalitiche bitume-cemento rimangono ad oggi la soluzione più idonea per il loro rapporto prestazioni-impatto sull’ambiente. Questa tecnica è ideale anche per tronchi autostradali ad elevata intensità di traffico, infatti assicurano un’ottima resistenza nel tempo.

Ultima modifica: 8 Settembre 2017