Omicidio stradale: viene revocata la patente?

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Quali sono le conseguenze per chi si macchia di omicidio stradale? Oltre al carcere, sono previste altre sanzioni tra cui la revoca patente

La sicurezza sulla strada è un tema molto importante ma anche molto delicato.

Ogni anno, molte persone perdono la vita sulla strada, spesso a causa di guidatori ubriachi o sotto l’effetto di droghe.

Per questo motivo, risulta evidente non solo la necessità di punire i colpevoli, ma anche quella di sensibilizzare alla prudenza e a non guidare quando si è in uno stato di ebrezza.

L’omicidio stradale

La legge che introduce il reato di omicidio stradale nasce appunto in questa duplice ottica.

Non solo infatti vengono inasprite le pene per i responsabili di incidenti mortali (che rischiano la carcerazione da 2 a 7 anni), ma vengono sanzionate duramente anche la guida in stato di ebbrezza (punibile dagli 8 ai 12 anni se l’incidente causa la morte di un individuo) e la pirateria stradale (con un minimo di 5 anni di carcere). Inoltre viene considerato aggravante se il colpevole non si è fermato a soccorrere compromettendo spesso in modo irreversibile le condizioni della vittima.

La revoca della patente

Sia in caso di omicidio stradale che di lesioni, è prevista, come pena accessoria, la revoca della patente.

Nel primo caso, la sospensione parte da un minimo di 5 anni per arrivare a un massimo di 20 anni se in passato si è già stati condannati per la violazione dell’articolo 186 del Codice della Strada, ovvero guida sotto l’effetto di alcool o di stupefacenti.

In caso di lesioni, la revoca ha ovviamente durata inferiore: da un minimo di 5 anni ad un massimo di 10 sempre in virtù della precedente condanna per guida in stato di ebbrezza o meno.

La revoca della patente ha naturalmente lo scopo di evitare che il colpevole possa commettere nuovamente un tale crimine, non considerandolo più in grado di guidare.

 

Ultima modifica: 30 Marzo 2017