Marco Simoncelli, storie e incidente del pilota di Moto gp

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Era domenica 23 ottobre 2011, quando il mondo restò incredulo e disperato davanti alle immagini di un incidente che non poteva lasciare scampo al giovanissimo e indimenticabile Marco Simoncelli, detto Sic. Lo scenario era quello del circuito di Sepang, in Malesia, Marco Simoncelli, classe 1987 stava lottando per accaparrarsi il podio. Un pilota molto amato dal pubblico non soltanto italiano e destinato – evidentemente – a entrare nel mito.

A distanza di tanti anni Marco Simoncelli è sempre presente nei circuiti della Moto GP di tutto il mondo. Merito anche dell’amato padre Paolo. Una storia che il motociclismo internazionale non avrebbe mai voluto dover scrivere. Ripercorriamo la storia di Marco e quel maledetto incidente.

La stoffa del campione

Era il 1987, e precisamente il 20 gennaio, quando a Cattolica, mamma Rossella diede alla luce Marco, colui che pochi anni dopo – solo 24 – sarebbe entrato nel mito del motociclismo italiano e internazionale. A sette anni Marco era già a bordo della sua minimoto, ma non certo per diletto: Marco già correva, la moto ce l’aveva nel sangue fin da bambino.

La stoffa del campione non tardò a fare capolino: a 12 anni Marco era già campione italiano di mini-moto, l’anno dopo, nel 2000, era già in pista a gareggiare per il titolo europeo. E lo fece da campione: il secondo posto del podio fu suo. La carriera continuò veloce e vincente: a 14 anni prese parte al Trofeo Honda – e vinse, almeno due volte fu sul podio -. Poi venne il momento del campionato italiano 125 GP.

L’esordio in Moto GP

Nel 2010 è il momento di passare in Moto GP. La moto è la Honda RC212V, il team è San Carlo Honda Gresini, il compagno di squadra è un altro italiano, Marco Melandri. Il Sic si difende bene anche quell’anno: come miglior risultato porta a casa il quarto posto ottenuto sul circuito del Portogallo, la stagione termina con un più che dignitoso ottavo posto, e 125 punti maturati.

L’anno successivo, ossia il maledetto 2011, Marco resta nello stesso team, ma cambia il compagno di squadra: al posto di Melandri lo affianca Hiroshi Aoyama. Marco appare sempre più padrone della situazione, appare in forma e con la volontà di fare bene, di vincere, di salire sul podio. Alcuni piloti lo tacciano di essere troppo spericolato, con Lorenzo il dibattito si fa acceso.

Per ben due volte si piazza in pole. Dopo il terzo posto della Repubblica Ceca, a Misano – nella sua Misano, praticamente a casa, in quel circuito che dopo la morte gli verrà intitolato – si aggiudica un ottimo quarto posto.

Il suo miglior risultato in Moto GP lo ottiene la domenica prima di rimanere coinvolto nel tragico incidente, quando sale al secondo posto del podio australiano.

Quella maledetta domenica

Dopo l’ottima performance in Australia, Marco arriva in Malesia probabilmente molto motivato. Ad attenderlo nei box c’è la fidanzata Kate, il padre Paolo, tutto il team che fa il tifo per lui.

Ma è soltanto il secondo giro di pista quando Marco, il Sic, perde il controllo della moto in curva. Cerca forse di rimanere in sella e quel tentativo forse sarà la causa di quanto è accaduto negli attimi appena successivi: sterza – forse – in ogni caso cade e va a sbattere violentemente. Nel frattempo sopraggiungono altri due piloti – Colin Edwards e Valentino Rossi – e per Marco non c’è scampo. Viene travolto, il casco si scalza, la situazione appare immediatamente tragica.

La gara viene immediatamente fermata, Valentino Rossi, ai box, appare subito sconvolto, incredulo. Quella tra Marco Simoncelli e Valentino Rossi era un’amicizia sentita da entrambi.

I giorni subito dopo il tragico incidente tutto lo sport italiano ha commemorato Marco, il Sic: la Formula 1, il calcio e, naturalmente, la Moto GP. Molto emozionante fu infatti il gran premio di Valencia, in Spagna, quando tutti i piloti esibirono il numero 58 Рquello di Marco Рsui propri caschi, tute e, naturalmente, moto. A un anno dalla morte di Simoncelli, sulla curva n. 11, quella cio̬ dove Marco ha perso la vita, i colleghi piloti hanno lasciato una targa in sua memoria.

Il mondo della Moto GP – senza falsa retorica – non ha mai spesso di piangere quel carismatico ragazzo ricciolone, andato via troppo presto.

La famiglia e la fondazione

Marco è andato via, certo, ma la sua famiglia non ha smesso di farlo vivere. Nel tempo è nata una fondazione, la fondazione Simoncelli, la onlus volta a proseguire il cammino di Marco, voluta dalla famiglia Simoncelli per onorare in modo degno e duraturo la memoria di SuperSic.

Il 20 gennaio di quest’anno, in occasione di quello che sarebbe stato il trentaduesimo compleanno di Marco, è stata inaugurata Casa Simoncelli, una struttura nata dalle tante iniziative di charity che sono sorte nel tempo intorno all’universo SIC, la quale sarà gestita dalla comunità di Montetauro di Coriano, paese adottivo del pilota di MotoGP.

Nel merito, si tratta di un centro destinato alle persone disabili, dunque saranno ospitate le attività riabilitative, assistenziali e di accoglienza familiare.

Ultima modifica: 30 Aprile 2019