Juan Manuel Fangio: vita, carriera e premi

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“Serve avere una grande passione, perché tutto ciò che fai con grande piacere, alla fine lo farai bene”. Una frase dello stesso Juan Manuel Fangio che racchiude l’essenza della straordinaria carriera automobilistica del pilota argentino di F1 e 5 volte Campione del Mondo.

La vita di Juan Manuel Fangio

Juan Manuel Fangio nasce il 24 giugno del 1911 a San José de Balcarce, un paesino situato a sud est nella provincia argentina di Buenos Aires da immigrati italiani. Abbandona ben presto gli studi per andare come apprendista in una piccola bottega artigianale specializzata in lavorazioni meccaniche. Una scelta completamente differente da quella fatta dal padre muratore. Già da giovane, Juan Manuel pensa alla carriera nelle corse automobilistiche, esordendo all’età di 18 anni come copilota e solo a 25 anni come pilota.

Una carriera nel mondo delle competizioni a 4 ruote, quella del pilota argentino dagli inizi non molto promettenti. Una volta aperta un’officina meccanica in società con suo fratello Ruben, riuscì a costruirsi la sua prima autovettura da corsa, una Ford V8. Però avere solo la passione per i motori e per le gare non bastava per diventare pilota, infatti, anche il lato economico aveva la sua notevole importanza, a tal punto, da far pensare a Juan Manuel Fangio ad abbandonare in maniera definitiva il suo sogno di pilota.

In suo soccorso arriveranno gli abitanti di San José de Balcarce che gli doneranno (grazie a una colletta) una vecchia ma ancora funzionante Chevrolet, dando il via alla sua carriera con le prime vittorie in pista. Nel 1948 alla guida di una Maserati prenderà parte alla gara automobilistica argentina del ‘Temporada’. L’anno successivo si trasferirà oltre oceano con l’intento di fare carriera nei circuiti europei. Una volta in Europa, il pilota argentino si farà notare dalla scuderia dell’Alfa Romeo che lo ingaggerà come pilota nel 1951.

Durante la sua carriera gareggerà con diversi Team come la Maserati e la Scuderia Ferrari con cui avrà diversi scontri con i dirigenti. Terminerà la sua carriera alla guida di una Maserati 250F. Una volta ritiratosi, diventerà il responsabile Mercedes per la loro sede in Argentina, inoltre, si attiverà per la creazione di un Museo dedicato all’auto e di un circuito automobilistico presso la sua città natale. Gli ultimi anni non saranno sereni a causa del suo precario stato di salute dovuta all’avanzare dell’età. Juan Manuel Fangio si spegnerà il 17 luglio 1995 all’età di 84 anni a causa di complicazioni dovute a un attacco di polmonite.

1936-1949 I suoi esordi

Una carriera quella del pilota argentino pieno di colpi di scena. Il suo debutto ufficiale nel 1936 al Premio Circuito di Benito Juarez dove sarà costretto al ritiro per problemi meccanici. Quattro anni dopo la prima vittoria al volante di una Chevrolet al Gran Premio Internacional del Norte (9mila chilometri in due settimane) mentre il suo debutto internazionale lo farà nel 1948 in Francia al GP di Reims rispettivamente nella categoria Formula 1 e Formula 2. E anche in questo caso dovette ritirarsi prima del tempo a causa di problemi alla sua monoposto.

1950-1951 Il primo titolo mondiale con l’Alfa Romeo

Stanco dei mezzi poco affidabili, decide di accettare l’offerta d’ingaggio dell’Alfa Romeo. Arrivando secondo (Dopo il suo compagno di scuderia Farina) al GP F1 1950. L’anno successivo la sfida tra lui e Farina sarà vinta dal pilota argentino, che conquisterà il suo primo titolo iridato con 37 punti totale in classifica generale.

1952-1953: l’incidente di Monza e la Maserati

La stagione 1952 iniziò con la partecipazione a diverse gare di Formula Librein America meridionale e terminerà prima del tempo a causa di un violento incidente nel circuito di Monza. Pur di prendere parte al circuito di Monza, Juan Manuel Fangio guidò tutta la notte per raggiungere Monza, arrivando poche ore prima dell’inizio ufficiale della competizione. I giudici diedero il via libera alla sua partecipazione (in ultima fila) dopo il si da parte degli altri piloti. La stanchezza e la voglia di rimonta lo tradirono alla curva di Lesmo, dove uscì violentemente dalla pista, sbalzandolo fuori dall’abitacolo della sua monoposto. Una frattura alla vertebra cervicale lo costrinse al ritiro anticipato. Una volta ripresosi dall’incidente di Monza, Juan Manuel lasciò l’Alfa Romeo per la Maserati con cui conquistò il secondo posto al GP F1 1953.

1954-1957: gli anni d’oro

Il periodo 1954-1957 sarà il suo periodo d’oro tra titoli mondiali e Ferrari. Approdato alla Daimler Benz AG, si confermerà Campione del Mondo 1954 per la seconda volta, ripetendosi nel 1955 con il suo terzo titolo mondiale.

Il Campionato 1956 si aprirà alla guida di una Ferrari D50. L’avventura con il Cavallino Rampante sarà abbastanza turbolenta tra polemiche e incomprensioni tra Fangio e lo stesso Team Ferrari. Tensioni che si facevano sentire sia dentro sia fuori i circuiti. Nonostante tutto, riuscirà a vincere il GP F1 1956 (suo quarto titolo mondiale) ma a fine stagione lascerà la Ferrari per fare ritorno alla Maserati.

Un ritorno alla Maserati con delle splendide vittorie nei circuiti di Buenos Aires, Monaco e Rouen. Ma il successo al circuito di Nürburgring sarà il suo capolavoro, infatti, quel trionfo è considerato da molti una delle più belle vittorie nella storia della F1. I successivi secondi posti italiani (Brescia e Monza) lo incoroneranno Campione del Mondo per la quinta e ultima volta.

1958 L’addio e il sequestro cubano

Nell’anno del suo ritiro prenderà parte in maniera sporadica alle gare del GP F1 che finirà al 14° posto della classifica generale con soli 7 punti. Quell’anno sarà ricordato anche per il suo rapimento a Cuba (durante il GP di Cuba) da parte dell’esercito rivoluzionario guidato da Fidel Castro. Rapimento ideato per attirare l’attenzione sul gruppo di rivoluzionari cubani e che forse salvò la vita allo stesso campione argentino. A causa della notevole mancanza organizzativa riguardo alla sicurezza, il GP di Cuba di quell’anno si concluse in maniera drammatica con un grave incidente che costò la vita a 7 persone e con 40 persone rimasero ferite. Lo stesso Fangio ringraziò i rapitori per averlo salvato dalla morte.

Ultima modifica: 22 Luglio 2019