Immatricolazione auto: tutti i passaggi da seguire

5732 0
5732 0

L’immatricolazione di un’auto è una pratica fondamentale per fare in modo che la nostra vettura, nuova o usata che sia, possa essere regolarmente iscritta a nostro nome al pubblico registro automobilistico. Se è vero che acquistando un’auto nuova la pratica viene di solito inserita tra gli obblighi del concessionario, è altrettanto vero che oggi molte auto vengono trasferite di proprietà sul mercato dell’usato, fuori dalla rete degli autosaloni, e dunque privatamente, attraverso annunci economici. Alcune poi arrivano addirittura dall’estero e risultano immatricolate fuori dall’Italia. In questo senso bisogna provvedere a tutte le pratiche amministrative previste dalla legge e bisogna essere anche minimamente informati su quali sono i documenti da produrre e dove andranno presentate le varie domande per l’immatricolazione auto.

Immatricolazione auto nuova, pensa a tutto il concessionario

Generalmente quando si acquista un’auto nuova presso un concessionario, tutte le pratiche amministrative necessarie per la regolarizzazione del veicolo vengono curate direttamente dall’agenzia pratiche auto di fiducia dell’autosalone: i venditori si limitano a chiedere i nostri documenti per far sì che il libretto del modo sia compilato nel modo corretto. E dunque i dati anagrafici di base: luogo e data di nascita, residenza, patente, codice fiscale.

Capita spesso con i neopatentati che il primo veicolo del giovanissimo venga intestato al papà o alla mamma: è tutto abbastanza normale, così com’è normale che il contratto assicurativo dell’auto venga intestato a chi in famiglia ha il miglior punteggio (sempre che non se lo voglia fare abbassare dagli incidenti del figlio) e dunque da chi è in possesso del coefficiente più conveniente per stipulare una nuova polizza assicurativa. Ma queste cose sono del tutto normali, una prassi abituale per i concessionari: occorre solo essere informati e avere un minimo di idee chiare per rispondere correttamente quando ci chiederanno a chi sarà intestata la macchina e a chi l’assicurazione.

Per la residenza una volta si doveva provvedere a un certificato; ora basta anche l’autocertificazione. E bisogna ricordare che senza l’assicurazione, quasi tutti i concessionari vogliono vedere il talloncino della quietanza, non fanno uscire il mezzo dall’autosalone. Queste prassi sono normali anche quando si acquista un’auto usata da un concessionario: sono tantissimi quelli che lavorano solo ed esclusivamente con auto seminuove o di seconda mano, ma le regole non cambiano. L’unica differenza sostanziale nell’immatricolazione auto è che si dovrà pagare anche la tassa del passaggio di proprietà. Quando la domanda sarà presentata regolarmente dalla motorizzazione arriverà la conferma della trascrizione della proprietà o il numero di targa dell’auto nuova. A quel punto si procede con la stampa del libretto di circolazione e del certificato di proprietà – destinati a breve a essere sostituiti e accorpati nel documento unico.

Immatricolazione auto: documenti necessari, come immatricolare dall’estero

È possibile, quando la documentazione viene presentata privatamente, che immatricolazione auto (libretto) e proprietà non seguano lo stesso iter: a volte arrivano separatamente. Il codice della strada ha una tolleranza di 60 giorni: se si viene fermati si può avere a bordo il certificato di proprietà e non il libretto ma si va incontro a sanzioni e le forze dell’ordine potrebbero chiedere di portare quanto prima a un controllo in caserma o al posto di polizia il documento mancante. Se si viene fermati oltre il limite di tolleranza di due mesi l’auto viene fermata. Se l’iscrizione al PRA non viene effettuata entro tre mesi dall’immatricolazione, la Motorizzazione ritira sia il libretto che le targhe.

Si accennava alle auto acquistate all’estero: in effetti capita sempre più spesso in particolare con gli appassionati di determinati marchi stranieri che vanno a cercare pezzi pregiati che magari in Italia risultano più cari o addirittura non commercializzati. Anche qui avvalersi dell’appoggio di un concessionario che si occupa di tutti gli oneri amministrativi è consigliabile, in particolare per mezzi che arrivano da paesi come Stati Uniti o Regno Unito perché le norme su dazi e dogane non sono uno scherzo e l’adempimento degli oneri fiscali è un problema molto serio. Se si vuole risparmiare qualcosa procedendo per conto proprio ci si rivolge all’ufficio della motorizzazione civile della propria provincia richiedendo l’iscrizione del mezzo che vogliamo importare al PRA. I casi sono due: o l’auto arriva a un paese dell’Unione Europea (o da Islanda, Norvegia e Lichtenstein che hanno comunque aderito allo Spazio Economico Europeo) o da un qualsiasi altro paese fuori UE.

Nel primo caso ci si rivolge allo Sportello Telematico dell’Automobilista (presente on line ma anche in Motorizzazione e negli uffici ACI con operatori dedicati) e si procede all’iscrizione al PRA. Se non si può avere accesso a uno Sportello si va direttamente alla Motorizzazione per l’immatricolazione e dopo 60 si proceder con l’iscrizione al PRA.

I documenti necessari sono la fotocopia di un documento di identità del compratore, la dichiarazione sostitutiva di certificazione di residenza dell’acquirente (se la residenza non è riportata sul documento di identità), il Modello NP2b altrimenti detto “nota di iscrizione”, istanza dell’acquirente o atto di vendita, quest’ultimo corredato dalla firma del venditore autenticata da un notaio e corredata di bollo, dichiarazione di conformità europeo con omologazione italiana e la domanda di iscrizione al PRA redatta su modulo TT 2119 e firmata dal compratore. In questi ultimi anni è stato inserito anche l’obbligo della presentazione della copia del permesso di soggiorno se il compratore è un cittadino extracomunitario. Tutto questo se la macchina acquistata è nuova: se è usata occorre la copia della carta di circolazione estera della vettura. Se l’auto arriva da un paese non UE e non si vuole procedere con un concessionario, beh… la casistica si fa ampia e confusa. Il primo passaggio, domanda attraverso lo Sportello dell’Automobilista, è d’obbligo: e poi si cerca di capire di passaggio in passaggio quali sono tutti i documenti necessari senza mai dimenticare che il posto più grande potrebbe essere la tassa di importazione.

Ultima modifica: 18 Giugno 2019