Ferrari quale è il legame tra la Rossa e Francesco Baracca

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Curiosamente uno dei più famosi e importanti loghi automobilistici italiani nasce come marchio distintivo aeronautico militare. Stiamo parlando ovviamente dell’intramontabile Cavallino Rampante della Scuderia Ferrari. Un’avventura nata quasi per caso e tutto grazie alla famiglia Baracca e più precisamente a Francesco.

La nascita del “Cavallino rampante”

Francesco Baracca, pilota durante la Prima Guerra Mondiale, decise infatti di personalizzare il proprio velivolo. In quel periodo era prassi normale per i piloti decorare i propri aeroplani con un proprio emblema personale, e Francesco Baracca non fu da meno. Infatti, dal 1917 nei suoi aerei si identificavano con la sua ‘firma’: un Cavallino rampante nero con la coda rivolta verso il basso. Un contrassegno ripreso dal Baracca dall’emblema araldico del 2° Reggimento ‘Piemonte Reale’, fondato nel 1692 dal Duca di Savoia. Il contrassegno del più importante reparto dell’Esercito Italiano era un Cavallino rampante argentato su sfondo rosso, orientato a sinistra e la coda abbassata.

La variazione dall’argento al nero fu dovuta unicamente per questioni estetiche. Così poteva essere visibile sulla carlinga dell’aereo. Una scelta, quella del giovane Francesco dettata dal suo amore per i cavalli e al tempo stesso per ribadire la sua devozione militare. L’asso dell’aviazione militare, Francesco Baracca morirà in un conflitto aereo il 19 giugno 1918 a soli 30 anni, entrando di diritto nella storia dell’aviazione militare.

Il legame con Enzo Ferrari

Il sodalizio tra il giovane Enzo Ferrari e la famiglia Baracca avverrà qualche anno dopo il decesso dell’aviatore e grazie a quest’ultimi. Il 17 giugno del 1923, Enzo Ferrari trionfò al primo Gran Premio del Circuito del Salvio come pilota dell’Alfa Romeo. Il destino volle che a consegnarli il premio fosse proprio la Contessa Paolina Baracca di Lugo, madre dell’aviatore scomparso. Fu in quell’occasione che ritirò dalle mani della Contessa Paolina Baracca il logo del figlio e, come raccontò lui stesso nel 1985 durante un’intervista, fu un gesto di buon auspicio.“Ferrari, metta sulle sue macchine il Cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna”.

Quando nel 1929 a Modena avviò la Scuderia Ferrari, all’epoca filiale dell’Alfa Romeo, non aveva ancora adottato l’inconfondibile segno distintivo. Altro successo per il Ferrari pilota e curiosamente qualche giorno aver ottenuto il consenso all’utilizzo del Cavallino. Un segno del destino. Quando nel 1939, Enzo Ferrari deciderà di mettersi in proprio, dicendo addio all’Alfa Romeo, sarà costretto a separarsi dal suo ‘quadrifoglio portafortuna’ per 5 anni. Negli Anni ’40 il Cavallino ritornerà a solcare i circuiti automobilistici con la Ferrari S125 trasformandosi nel mito di oggi.

Ultima modifica: 30 Aprile 2019