Come richiedere al datore di lavoro rimborso chilometrico

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Quando il lavoratore utilizza automezzi propri per trasferte o per spostamenti riguardanti l’azienda ha diritto ad un rimborso spese

Il lavoratore che non utilizza automezzi appartenenti all’azienda per cui lavora sostiene delle spese che devono essere rimborsate, il rimborso chilometrico dev’essere relativo non solo al carburante impiegato, ma anche all’usura delle gomme e del mezzo, all’assicurazione e al bollo. Il rimborso chilometrico si può ottenere attraverso la compilazione di un apposito modulo, tenendo conto di diversi parametri al riguardo: stato del mezzo utilizzato (marca, modello, anno) e valore da richiedere per chilometro. A tale scopo la voce di riferimento è l’ACI, che fornisce il valore da poter richiedere per ogni chilometro in base ai dati che si vanno ad inserire. Ottenuto il valore di ogni chilometro si compila il modulo moltiplicando il valore per i chilometri percorsi.

Ma si deve anche tenere in conto il fattore tassabilità e deducibilità, sia a carico del dipendente che dell’azienda. Si deve ulteriormente tenere conto della percorrenza chilometrica annua del mezzo per poter calcolare con esattezza il valore da poter richiedere per ogni chilometro.

Ci sono dei limiti legislativi che sono riferiti alla potenza (in termini di cavalli fiscali) del mezzo utilizzato che sono 17 CF per i mezzi a benzina e 20 CF per i mezzi a gasolio. Nello specifico:

– se un dipendente utilizza un mezzo con potenza fiscale superiore a quella di legge la tassazione interverrà solo sulla parte eccedente la potenza fiscale (es.: mezzo a gasolio con 30 CF, tassazione su 10 CF), mentre per la parte interessata dalla legge (20 CF) non subirà tassazione;

– con lo stesso esempio invece per l’azienda la deducibilità sarà fino ai CF interessati dalla legge, la parte eccedente dei CF sarà tassata (sempre nel caso di un mezzo a gasolio con 30 CF, deducibili 20CF, tassazione su 10 CF.

 

Ultima modifica: 29 Marzo 2017