Cinture di sicurezza: da quando sono obbligatorie

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Non sono passati poi così tanti anni da quando la maggior parte degli automobilisti circolava indisturbata senza allacciare la cintura di sicurezza. Poi, finalmente, nel 2006 arrivò la norma che ha salvato la vita a tantissime persone. Ripercorriamo i passaggi salienti di questo importantissimo provvedimento.

Obbligo cinture di sicurezza

Oggi sembra impossibile, eppure un tempo era proprio così: si saliva sulla propria autovettura, si accendeva il motore e si partiva, senza compiere quel gesto che oggi sembra essere a dir poco automatico: prima di avviare la marcia, si allaccia la cintura di sicurezza. Per i passeggeri, poi, neanche a parlarne. Erano anch’essi “indisciplinati” o meglio… non c’era la cultura della sicurezza. Il giro di vite sulla circolazione in automobile (ma sono coinvolti anche altri mezzi, per esempio i furgoni) con le cinture di sicurezza ben allacciate risale a soli 12 anni fa quando, con il Decreto legislativo n. 150 del 13 marzo 2006, il legislatore italiano recepiva la direttiva europea risalente a tre anni prima, segnatamente la Direttiva 2003/20/CE. Con tale decreto, di fatto diventava irrinunciabile l’utilizzo della cintura di sicurezza per tutto l’equipaggio: autista, passeggero anteriore e passeggeri che occupano i sedili posteriori.

Non solo: con l’entrata in vigore del decreto di cui sopra, sono stati anche intensificati i controlli e le conseguenti sanzioni, che – diciamolo – sono piuttosto care, poiché comprese tra gli 80 e i quasi 900 euro. Va precisato, che il Codice della Strada imponeva l’utilizzo delle cinture anche prima del 2006 – precisamente dal 1993 -. Ma si trattava di una legge ben poco “ascoltata”.

Obbligo per tutti, o quasi

La normativa impone che tutti i passeggeri di automobili, furgoni, veicoli utilizzati per il trasporto delle persone indossino le cinture di sicurezza. Nel caso del trasporto persone, deve essere il conducente a informare i passeggeri circa l’obbligo dell’utilizzo della cintura di sicurezza. La comunicazione non deve essere per forza verbale, ma può essere anche demandata a pittogrammi e cartelli recanti scritte chiare e non fraintendibili.

Ci sono però alcune eccezioni: una su tutte le donne in gravidanza, che sono esonerate (ma devono poter dimostrare di essere in stato interessante) e i bambini. Per questi ultimi, si apre un vero e proprio capitolo a parte, perché si va a ricadere nell’utilizzo dei seggiolini (peraltro anch’essi dotati di cinture di sicurezza). Dunque altra norma, altre prescrizioni.

Ultima modifica: 13 Dicembre 2018