Caduta in moto: quando bisogna risalire in sella?

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Indipendentemente dall’evento traumatico e da quello che può provocare in termini fisici, una brutta frattura, una botta alla testa, o una semplice contusione, una caduta dalla moto è sempre qualcosa di storico, che nella testa di un motociclista- purtroppo- non verrà mai cancellato.

La prima botta non si scorda mai

Ci sono motociclisti che per anni, anche per moltissimi anni, continuano a sognarsi di notte la prima caduta, che sia stata una banale scivolata, un’imprudenza, o un urto provocato da un’altra vettura. E per questo che, si dice, i motociclisti abbiano non solo un sesto senso ma addirittura un settimo senso. Quello che consente loro di interpretare le azioni delle vetture che li circondano cercando di prevenire eventuali imprudenze e scorrettezze. La caduta, però, è tutta un’altra cosa.

Quando un motociclista si ritrova a terra, la prima sensazione è quella di shock. Si perde l’orientamento, non si capisce che cosa sia successo. Non stai neanche a preoccuparti se la colpa sia stata tua o di qualcun altro ma, paradossalmente, ci si preoccupa sempre di una cosa: in che condizioni è la moto. E anche questo è un paradosso. Ci sono studi scientifici che hanno stabilito che un qualsiasi motociclista che è in buone condizioni, e che dunque non è svenuto ma è presente a se stesso, non guarda neanche se è ferito o se sanguina. Ma per prima cosa controlla che la moto non abbia subito gravi danni.

La teoria giapponese

Anche su questo ci sono abitudini che cambiano da paese a paese anche se, sostanzialmente, si può parlare tranquillamente di attitudini e di carattere personale. I giapponesi, per esempio, per cultura, una volta che sono caduti dalla moto e si ritrovano per terra, preferisco non muoversi e rimangono immobili. La cosa può spaventare anche un po’ ma è qualcosa che si vede sempre in qualsiasi gara di motociclismo professionistico, che si tratti di MotoGP o di Superbike.

Un centauro giapponese, per quanto esperto anche  se la caduta è di poco conto, non si muove da terra. È proprio lì che fa il suo check e controlla che le funzioni nervose e vitali ci siano. Che le gambe rispondono, che riesca ad aprire gli occhi senza traumi e che il peggio sia dunque passato. Solo in un secondo momento si fa soccorrere. È una vera e propria scuola di pensiero e non è assolutamente sbagliata.

Scorrettissimo, per esempio, l’impulso di togliersi subito il casco, di alzarsi in piedi. Mai reagire di nervi, urlare e farsi le proprie ragioni con la automobilista che ci ha toccato e tagliato la strada. L’adrenalina è una pessima consigliera. Questa è una cosa da non fare assolutamente punto bisogna stare a terra, aspettare i soccorsi e restare in una posizione di sicurezza che ci consenta di essere valutati da chi è in grado di farlo. Perché noi, dopo un trauma del genere, non siamo sicuramente le persone più indicate a dire se stiamo bene. Solo in un secondo momento si passa alla valutazione che nel caso di un motociclista deve passare forzatamente dall’ospedale, dall’esame neurologico e dalla TAC, soprattutto se si tratta di un brutto urto alla testa.

Rimediare alle ferite

Detto questo quasi tutti i motociclisti che finiscono per terra e che subiscono un incidente grave o meno si pongono una seconda domanda: quando posso tornare in moto?

La risposta è individuale e nessuno meglio di chi è caduto per terra può dare una risposta. Ci sono persone che desiderano salire in moto immediatamente. Arrivano a farsi prestare lo scooter di un amico perdimostrare di non avere più paura di cadere. Ce ne sono altri che preferiscono rimettere a posto perfettamente il mezzo con il quale sono caduti. Sistemando quello avranno l’illusione di avere rimesso a posto anche le proprie difese e le proprie ferite. È un atteggiamento tutto sommato comprensibile perché per qualsiasi motociclista la moto non è un mezzo di trasporto ma una vera e propria estensione di sé.

La paura che una caduta possa rovinare il feeling con la strada e con il mezzo è una preoccupazione del tutto falsa. Molto dipende dall’entità del danno subito sia dalla moto che dal fisico. Ma sei un motociclista e un motociclista vero, la prima tentazione sarà quella di tornare in sella. Il richiamo scatta non appena ci saranno le condizioni di poterlo fare in sicurezza e con buon senso.

Quando salire in moto dopo aver subito un incidente?

Nessuno è in grado di rispondere se non il diretto interessato e dopo un’opportuna valutazione di un medico. Ci vuole un un neurologo, che ci dica che le nostre condizioni sono perfette per infilare di nuovo il casco e risalire sulla sella. Da lì tutto sta a riprendere determinati meccanismi che per un motociclista sono quasi normali.

Rimettersi in piedi, far partire la propria moto, infilarsi nel traffico e cominciare a girare con tranquillità senza stress senza dare mai le cose per scontate. Cercando sempre di trovare un punto di equilibrio tra la propria traiettoria e quella degli altri. Alla fine non è del tutto vero che cadere in moto tolga fiducia. Sono incerti del mestiere, cose che possono succedere, si chiamano incidenti.

Possono capitare a chi fa qualsiasi sport. A chi va in bicicletta, corre, si tuffa, persino a chi non fa assolutamente nulla. Può capitare di addormentarsi di bucare un appuntamento importante e magari di perdere il lavoro. E’ un incidente anche quello.

Se la passione per le due ruote è vera, c’è sempre grande rispetto non soltanto nei confronti del mezzo ma anche del traffico. Che va capito, interpretato e in qualche caso addirittura previsto ad ogni incrocio e ad ogni rotonda. Alla fine il richiamo della moto sarà sempre più forte di qualsiasi paura.

Un consiglio, però, è opportuno darlo. Il motociclista si conosce come nessun altro. Se non si sta bene, anche non una caduta subita o una brutta botta , non si prende la moto. La cosa vale anche per un banale mal di pancia o una stupida emicrania. La moto richiede una perfetta coscienza di sé. Uno stato di salute inattaccabile proprio perché nulla deve essere lasciato al caso e all’improvvisazione.

Ultima modifica: 17 Agosto 2020