Blocco diesel: quali sono le auto coinvolte

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Alcune regioni italiane hanno iniziato già da un po’ di tempo a progettare dei sistemi di limitazione che, a valore di legge, precludano la possibilità ad alcuni veicoli diesel di circolare.

BLOCCO DIESEL IN COSA CONSISTE?

Questa predisposizione è stata pensata soprattutto per favorire la limitazione delle possibilità di inquinamento, ma non solo. Si sa da parecchio tempo infatti, che i mezzi di trasporto che si mettono in movimento mediante il motore diesel si sono incamminati verso un processo che terminerà con la propria estinzione.

Il tentativo di salvaguardare l’ambiente, ma soprattutto la salute dei pedoni e di tutte le persone che percorrono la strada risulta evidente nel momento in cui alcune fasce orarie sono prese in considerazione per quanto riguarda i divieti di circolazione. Questi ultimi interessano in special modo i centri urbani e le zone interne come la parte storica delle città.

Basta pensare a centri nevralgici come Milano, in cui diversi tipi di macchine per lavoro sono impossibilitate a percorrere dei tratti durante le ore diurne fino le sette e trenta della sera. Le regioni che hanno preso in mano la situazione fornendo tutti gli aspetti normativi necessari a far ratificare la legge sono la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l’Emilia Romagna.

QUALI SONO I VEICOLI COINVOLTI?

Le restrizioni previste dalla legge di cui si è parlato precedentemente riguardano in prima linea alcuni veicoli specifici. Tendenzialmente si parla di quei mezzi di trasporto maggiormente datati, che per questo motivo emettono una quantità consistente di emissioni nell’aria ed in tutto l’ambiente circostante. I veicoli interessati sono gli Euro 1, gli Euro 2, gli Euro 3, e gli Euro 4. Le limitazioni partono dal primo modello elencato e continuano progressivamente fino all’ultimo in maniera temporale. Piano a piano si punta alla completa estinzione dei diesel.

Milano, come detto, ha in previsione il blocco delle circolazioni; allo stesso modo anche all’estero le capitali europee si stanno attrezzando: Parigi vede l’anno prossimo come il termine decisivo per dare una svolta; Atene, invece, ha deciso di limitate il numero di emissioni in maniera consistente per il 2025.

E’ essenziale dire che decisioni di tale materia non possono confliggere con le politiche comunitarie dei Paesi aderenti all’Unione Europea. L’indirizzo fornito dai massimi organi democratici e di governo, infatti, vanno in quella direzione; una strada che favorisce l’utilizzo di energie rinnovabili e di auto elettriche a basso inquinamento.

Ultima modifica: 11 Marzo 2019