Batterie auto elettriche: come smaltirle

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Gli acidi e i metalli che sono contenuti nelle batterie auto elettriche possono essere altamente nocivi per l’ambiente, ma è possibile recuperarli attraverso procedure studiate appositamente.

Il successo non è senza costi

La domanda è: quando le batterie auto elettriche diventano inutilizzabili? In linea generale si può dire che se la carica – o efficienza che dir si voglia – scende sotto la soglia dell’ottanta per cento, le batterie non rispondono più alle necessità energetiche proprie di un’auto elettrica. La buona notizia, però, è che possono comunque essere adoperate come accumulatori o per gli usi più diversi. Si tratta di un aspetto della vita delle batterie auto elettriche molto positivo, perché alcune di esse sono davvero molto difficili da smaltire, oltre ad essere assai dannose per l’ambiente.

Questo è un problema che esisteva già prima dell’introduzione delle auto elettriche, perché le batterie (al nickel, al piombo, al litio) erano e sono utilizzate in molti settori diversi da quello automobilistico. È di tutta evidenza, però, che se l’auto elettrica dovesse conoscere una diffusione capillare, il problema si aggraverebbe sensibilmente. Basti pensare che già oggi nell’Unione europea si producono circa 160 mila tonnellate all’anno di batterie che hanno esaurito il loro ciclo vitale.

Che fare?

Nel caso delle batterie auto elettriche recuperare, anzi riciclare, è molto meglio che distruggere. Questo perché, come già detto, le batterie contengono acidi e metalli micidiali per la salute umana e dell’ambiente: non possiamo permetterci di vederli gettati via così facilmente. Ma il riciclo è la strada migliore, anche perché gli acidi e i metalli si possono recuperare in maniera ottimale. Esiste la tecnologia per farlo e noi in Italia siamo anche bravi, in questo. A tale proposito è sufficiente notare che ormai da vent’anni addirittura il 40 per cento della produzione nazionale di piombo viene dal riciclo delle batterie.

Nel caso delle batterie al piombo, ancora piuttosto diffuse, il riciclaggio è abbastanza facile. Va detto peraltro che le batterie al piombo non sono più usate per le auto elettriche, essendo state soppiantate da quelle al nickel/metallo idruro prima e al litio poi. Comunque, il riciclo del piombo avviene grosso modo così: in primo luogo c’è una frantumazione, poi una separazione dei componenti all’interno di vasche e infine l’invio di ciascun elemento ad impianti appositi per il trattamento più appropriato. La frazione liquida viene resa inoffensiva con un bagno di sostanze che sono capaci di addensare le particelle più pericolose, rendendole solide. La frazione metallica è invece destinata al forno di fusione, per ricavarne nuovi “lingotti” per l’industria.

Quanto al nickel e al litio, il loro smaltimento è più complicato, ma ne vale la pena, perché si tratta di componenti assai preziosi. Nickel e cobalto, per fare un altro esempio, sono di difficile recupero, per via del fatto che sono presenti nelle batterie auto elettriche sotto forma di sali. Necessitano quindi di una tecnologia raffinata per separarli dai metalli.

Insomma, riciclare le batterie auto elettriche è relativamente costoso e relativamente complicato, ma si può fare.

Ultima modifica: 28 Febbraio 2019