Uber e concorrenza fanno esplodere la rabbia dei tassisti

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Da Milano a Napoli, passando per Roma. Tutta Italia ieri è stata paralizzata dalla protesta dei tassisti, che sono scesi dalle loro auto per chiedere a gran voce – di nuovo – lo stralcio dell’articolo 10 del ddl Concorrenza, quello che aprirebbe a una riforma del settore del trasporto pubblico non di linea (Ncc). Una protesta esplosa con ancor maggiore forza dopo la pubblicazione dei cosiddetti ’Uber-files’, che mostrerebbero come la società americana di noleggio di auto con conducente avrebbe violato leggi e fatto pressioni su diversi governi per espandersi in tutto il mondo. I tassisti hanno occupato ieri mattina piazza Plebiscito, a Napoli, con quasi 500 auto bianche.

Durante il corteo sono stati esposti striscioni contro Uber e contro Loreno Bittarelli, sindacalista romano di Radiotaxi, ’reo’ – secondo i tassisti – di non essersi schierato in favore della categoria. A Roma, invece, cinque tassisti si sono incatenati alla recinzione in ferro che circonda piazza Colonna, davanti palazzo Chigi, per protestare contro le misure contenute nel ddl. Le forze dell’ordine sono state costretta a chiudere la centralissima via del Corso.

Momenti di tensione si sono vissuti anche a Milano, dove alcuni conducenti di Ncc sarebbero stati colpiti dal lancio di uova. «Ci segnalano le solite aggressioni verbali e il consueto lancio di uova ai danni degli Ncc – ha denunciato Francesco Artusa, presidente di Sistema trasporti, un’associazione per il trasporto privati di Ncc e bus turistici –. Chiediamo l’intervento delle forze dell’ordine presenti negli aeroporti e nelle stazioni perché vengano identificati gli autori di questi episodi e possano così risponderne penalmente e non solo».

Una situazione resa ancora più ’incandescente’ dalla mozione approvata ieri dal Consiglio della Lombardia, che impegna la Regione a chiedere al governo lo stralcio della norma contestata dai tassisti. Una richiesta ribadita via social anche dal leader della Lega Matteo Salvini. Ma cosa contiene l’articolo del ddl Concorrenza? In sostanza, delega al governo l’adozione di un decreto per riformare il settore del trasporto pubblico non di linea, vale a dire taxi e i servizi di noleggio con conducente (Ncc).

Nel testo si fa riferimento a un «adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web»: un passaggio che ha scatenato la rabbia della categoria.

I tassisti non vogliono infatti dover competere con servizi di noleggio con conducente e app come Uber. Nell’articolo si parla anche di «riduzione degli adempimenti amministrativi a carico degli esercenti degli autoservizi pubblici non di linea e razionalizzazione della normativa alle tariffe e ai sistemi di turnazione» e, soprattutto, di «promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze».

Gli Uber files

Ed è proprio lo spettro di una liberalizzazione del mercato, che i tassisti contestano da sempre, a suscitare i malumori più forti. A gettare benzina sul fuoco – come se ce ne fosse bisogno – ci ha pensato poi la pubblicazione degli ’Uber files’.

Si tratta di una serie di documenti trafugati a Uber e pubblicati da un consorzio giornalistico: circa 124mila file che mostrano come l’ex ad Travis Kalanick avesse in passato adottato tecniche di pressione politica estremamente aggressive – si legge addirittura di rapporti col presidente francese Emmanuel Macron e con altri leader di governo – per favorire le attività dell’azienda. Di certo c’è che a pagare, al momento, sono i turisti: anche ieri lunghe file e intoppi fuori dalle stazioni.

Ultima modifica: 13 Luglio 2022