Il nuovo Tutor sarà ancora più implacabile. Per dirla con Rosanna Ferranti, direttore II Divisione della Polizia Stradale, “avrà un sistema molto più preciso e veloce del software precedente”. Nelle previsioni del prefetto Roberto Sgalla sarà attivo dal 15 luglio su 25-30 tratte particolarmente critiche per esodo estivo e rischio incidenti.

Si chiama SICVe PM e soppianta il vecchio Tutor spento da sentenza. “Si fonda su un software brevettato, la tecnologia PlateMatching – chiarisce la dirigente della Stradale -. Anziché concentrarsi sulle targhe di veicoli, il sistema mette a confronto immagini, abbinando quelle verosimili, accorciando i tempi dell’abbinamento e rendendolo più preciso. Così vengono meno le possibilità che ci siano scarti per mancanza di un corretto riconoscimento“.

Il SICVe PM rileverà più infrazioni

La conclusione: “Dunque il numero di infrazioni rilevate sarà maggiore”. Gli automobilisti dal piede pesante sull’acceleratore che già stavano festeggiando la morte prematura dei Tutor sono avvisati. Il sistema usato fino a pochi giorni fa nell’analisi della Ferranti era più soggetto a scarti: “Se la targa del veicolo in uscita non era correttamente letta e non si abbinava alla targa del veicolo in entrata in un tratto controllato, entrambi i fotogrammi venivano cestinati. Invece il nuovo sistema aumenta le performance di lettura delle immagini. Prima ci si concentrava sulla targa, ora si prenderà in considerazione anche altro, come la pubblicità sul retro dei mezzi, l’adesivo dell’azienda di trasporto, i dispositivi luminosi posteriori… Perché il software scandisce una serie di dati maggiori ed è più veloce a mettere a confronto elementi verosimili”.

Le 30 tratte con nuovo Tutor sono ancora da decidere

Le 30 tratte della sperimentazione devono essere ancora definite. “C’è bisogno di avviare tutte le veririche previste dal decreto del ministro dei Trasporti nel giugno 2017 – spiega il direttore Ferranti –. Vanno smontati gli impianti che ci sono, portati in laboratorio, controllate le funzionalità degli orologi, della velocità media… Serve tempo. Stiamo ancora definendo quali punti saranno attivi. La cosa certa è che si terrà conto dei volumi di traffico e della rete autostradale che registra punte maggiori di incidenti”.

Una condizione fissata anche nel decreto del ministero che ha dato il via libera al nuovo sistema, nel maggio 2017. “La scelta dell’ubicazione delle unità di rilevamento – stabilisce la direzione generale della sicurezza stradale – dev’essere eseguita dai comptetenti organi di polizia stradale, d’intesa con l’ente proprietario o gestore della strada, tenendo conto dell’intensità di traffico“.

Quindi si richiedono – da sentenza della Corte Costituzionale del 2015 – “verifiche periodiche di funzionalità e taratura almeno con cadenza annuale” e si precisa che l’approvazione del dispositivo ha validità ventennale a partire dalla data dell’approvazione.

Ma in questo mese di transizione chi vigilerà sul rispetto delle regole? Come già annunciato, sono tornati protagonisti gli autovelox. Sono 110 – fonte polizia – quelli attivi sui settemila chilometri di rete autostradale,  in compagnia di 329 telelaser.

Il Tutor permette un sorpasso oltre i 130 km/h

E sono 50.138 le contravvenzioni elevate da gennaio ad oggi con questi strumenti, 11.152 solo a maggio. L’Aci però fa il tifo per il Nuovo Tutor. “Sono più equi – riconosce l’ingegnere Enrico Pagliari, coordinatore dell’area tecnica dell’Automobile club -.  Rilevano la velocità media, ti consentono magari di fare un sorpasso in sicurezza superando un po’  i 130, per tornare subito dopo alla giusta andatura. In autostrada ha avuto grandi risultati“. Sempre sul fronte sicurezza, l’Aci rilancia anche una richiesta per semplificare i limiti di velocità. “Abbiamo proposto di razionalizzarli. – ricorda Pagliari – Lasciamone sei, quelli dispari: 30, 50, 70, 90, 110 e 130. E in autostrada dovremmo trovare solo 130 e 110, a seconda dei tratti“.

Rita Bartolomei