Governo benedice fusione FCA Renault: Stato interverrà, se necessario

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Matteo Salvini si muove da «capo del governo» anche sul delicato dossier della fusione annunciata tra FCA e Renault. E, sebbene la giornata post-elettorale abbia distratto l’attenzione dei Palazzi romani, non ha mancato di mandare un messaggio netto. Sia ai vertici del Gruppo italo-americano. Sia al presidente francese Emmanuel Macron.

«E’ una brillante operazione avvisa il leader leghista in sintonia con il suo consigliere economico Claudio Borghi –. Sarebbe un colosso mondiale e mi auguro che vada a buon fine. Se fosse richiesta la presenza istituzionale italiana sarebbe doveroso esserci perché quello dell’auto è un comparto importante».

Le parole di John Elkann

Anche Landini (CGIL) auspica il ruolo attivo del Governo

Una mossa che trova un’inedita corrispondenza con le posizioni del numero uno della Cgil, Maurizio Landini: «Non si può perdere una occasione come questa, ma c’è bisogno anche di un ruolo attivo del governo e dello Stato. Dovrebbe far riflettere il governo che Renault nelle sue quote societarie ha anche una quota importante di proprietà dello Stato francese».

I dubbi del Movimento 5 Stelle

Ma anche una mossa che potrebbe aprire, dopo quello sull’ecotassa, un nuovo conflitto sull’automotive con i grillini. Fonti del Movimento, nel silenzio del Ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, hanno fanno trapelare che di interventi dello Stato nella nuova società «non si deve parlare neanche per idea».

Le parole di Mike Manley, CEO di FCA

In realtà, la coincidenza dell’avvio dell’operazione con la tornata elettorale non ha impedito a via XX Settembre e a Palazzo Chigi di seguire, con contatti informali con i protagonisti della partita e del gruppo guidato da John Elkann, lo svolgersi dell’operazione.

Matteo Salvini ©_ANGELO_TRANI
Matteo Salvini ©_ANGELO_TRANI

Gli accordi tra Italia e Francia

Tanto più che tra Italia e Francia sono più d’uno i dossier di accordi e alleanze in corso. Da quello privato Luxottica-Essilor a quello pubblico tra Fincantieri e i cantieri di Saint-Nazaire.

E se è vero che anche in questo caso ci troviamo di fronte a una iniziativa di mercato privata, è altrettanto vero che lo Stato francese è presente in Renault. E che quello italiano non può rimanere alla finestra. Tenendo conto di tutto quello che Fca significa per l’Italia in termini di valore, di stabilimenti, di occupazione, di produzione.

Le parole, chiare, di Borghi (Lega)

Dunque, la Lega non si è mossa per caso e si è schierata a tutela della italianità. E così fin dalla mattina il leghista Borghi, economista e sherpa di Salvini, avvisa che, se fosse utile, si potrebbe e dovrebbe valutare l’ingresso dello Stato in quella che sarà la società post fusione.

«È una carta – insiste – che può essere messa sul tavolo se si volesse stabilire una presenza paritetica tra noi, attraverso la Cdp, e lo Stato francese. Già con i cantieri Stx Macron non si è fatto problemi a un utilizzo spregiudicato» dello Stato. L’avviso ai naviganti è partito. Ma, nel governo, l’altro alleato, almeno informalmente, fa sapere che non esistono ipotesi del genere.

Claudia Marin

Ultima modifica: 28 Maggio 2019