Rottamazione auto: come funziona, costi e documenti

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L’auto vecchia più di dieci anni è spesso condannata alla rottamazione, anche se non è particolarmente malmessa, poiché a decidere è anche l’ambiente.

Si assiste ultimamente a grandi promozioni di auto nuove da acquistare e questo dipende dalla necessità di aggiornare il “parco macchine” circolanti nel territorio e le cui caratteristiche possono risultare troppo dannose per l’ambiente e la salute.

Si tratta di auto che, avendo superato il decennio, presentano caratteristiche meccaniche e di motore non più sostenibili a causa delle emissioni di idrocarburi, di carburazione sempre attiva – senza il nuovo sistema “stop&go” -, poco sicure  – sistemi di freni e di trazione – e dai consumi elevati.

Queste caratteristiche sono state catalogate secondo criteri che hanno prodotto la nota codifica in “Euro” di un veicolo in base alla conformità o meno a normative CE sulle emissioni inquinanti, ossia una categorizzazione basata sulla sostenibilità e sull’impatto ambientale.

Molte auto “vecchie”, dunque, non sono più conformi a dei requisiti, seppur minimi: in alcune città esistono i divieti di transito per veicoli appartenenti ai livelli Euro 1 e 2, e presto toccherà anche a quelle in Euro 3.

La rottamazione dell’auto può avvenire direttamente dal concessionario di auto, presso cui si acquista un nuovo veicolo, e basterà pagare un quota minima – entro i 100 euro – per le spese del servizio; altrimenti, il veicolo deve essere consegnato presso un centro di raccolta autorizzato.

L’iter burocratico e amministrativo è il seguente:

  • Il concessionario, o centro di raccolta autorizzato, ha 30 giorni di tempo per presentare la richiesta di cancellazione del veicolo dal PRA, quindi la demolizione;
  • Il proprietario , al momento della consegna dell’auto, deve portare le targhe, il certificato di proprietà (o il Certificato di Proprietà Digitale – CDPD – che permette l’accesso diretto a tutti i dati per la richiesta della demolizione) e il libretto/carta di circolazione;
  • Il concessionario, o centro di raccolta, consegna all’ex-proprietario una ricevuta – o Certificato di rottamazione – in cui sono inseriti i dati anagrafici del proprietario stesso, la targa del veicolo, il telaio, il modello, la data e l’ora di consegna del mezzo, la richiesta di demolizione, i dati dell’esecutore della procedura, i bollettini di pagamento.

È importante sapere che il Certificato di rottamazione rilasciato deve essere conservato accuratamente dal proprietario  in quanto esenta da qualsiasi responsabilità civile e penale sull’auto che non sia stata demolita nei tempi e nelle modalità previste; inoltre, per ogni questione di tipo fiscale, è il documento che dimostra la decadenza dell’obbligo di rinnovo del bollo, se l’auto è stata venduta entro l’anno in cui è stato effettuato l’ultimo pagamento.

Per quanto riguarda i costi, si paga un bollettino da 32 euro e uno da 48 euro, quindi eventuali emolumenti per un’agenzia di pratiche automobilistiche o dell’ACI.

 

Ultima modifica: 31 Luglio 2017