Auto ibrida, giapponesi e coreani sono già nel futuro

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La rivoluzione ibrida avanza. Silenziosa e inarrestabile come le sue auto, che riuniscono in sè due nature: il motore elettrico e quello termico.

Da gennaio a ottobre del 2017 il comparto ha segnato un significativo +72,6% e la quota di mercato, nel settore privato, ha superato il 6 per cento. Sono numeri destinati a crescere in modo tumultuoso di qui al 2021, quando il tetto delle emissioni sarà abbassato dai 160 g/km di oggi a 95g/km.

Non stupisce dunque che i grandi gruppi tedeschi (Bmw, Volkswagen e Mercedes) stiamo moltiplicando i modelli ibridi e annuncino progetti di elettrificazione di intere gamme a breve termine. E i cino-svedesi di Volvo si allineano con identici propositi. Ma la vera rivoluzione ibrida è cominciata in Oriente e oggi prolifera a cavallo fra Giappone e Corea, con il colosso Toyota, Suzuki e Hyundai. Ciascun marchio si fa promotore di una propria via all’ibrido, di un’ interpretazione che differisce da quella delle case rivali. La conseguenza è una progettualità che premia il cliente con un’ offerta sempre più completa, popolare e abbordabile.

Toyota Prius Plug-in Hybrid, 100 km con 1 litro, 50 km elettrica
Toyota Prius Plug-in Hybrid, 100 km con 1 litro, 50 km elettrica

La rivoluzione ibrida a Oriente

Toyota è paladina dell’ibrido integrale, dove l’elettrico ha pari dignità e gioca un ruolo importante nell’economia di gestione dell’auto. La casa giapponese è regina del settore con l’85% del mercato (compreso il marchio di lusso Lexus). E produce auto ibride e ibride plug-in (cioè con ricarica alla spina di casa)che oggi spaziano sull’intera gamma. Dalla Prius alla Yaris fino al Suv di successo CH-R e alla rinnovata Rav 4. Consumi ed emissioni ridotte nel traffico cittadino, accesso libero a molti centri storici e parcheggi gratis nelle righe blu sono i vantaggi pratici dell’ibrido. Che ha ancora costi di acquisto superiori alle auto con motore termico.

Suzuki Ignis, mini SUV. Ibrida smart a quattro ruote motrici 2

Suzuki a colmare il gap con il suo ibrido easy. Tecnologie dal peso ridottissimo che salvano gli spazi interni. E garantiscono un costo di acquisto di solo 1000 euro più alto rispetto al modello-base.

I coreani di Hyundai giocano invece la carta dell’eclettismo con la Ioniq. Che è un’auto media dalla prestazioni notevoli con cambio automatico e tre nature diverse. Ibrido, ibrido plug-in ed elettrico.

Il ponte verso il futuro è già lanciato e il grande popolo dell’auto ha già deciso di imboccarlo.

Ultima modifica: 20 Novembre 2017