Auto elettriche, in Italia immatricolate 1.000 al mese, ma sono solo lo 0,5% del mercato

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Per la prima volta in Italia, ad aprile, è stata superata la soglia delle 1.000 auto elettriche pure immatricolate in un mese, risultato che si è ripetuto in maggio e in giugno e che si deve certamente anche agli incentivi all’acquisto (“Ecobonus”) introdotti dalla Legge di Bilancio 2019, grazie ai quali si è scalfita la barriera più rilevante alla diffusione della mobilità elettrica, cioè l’elevato costo iniziale del veicolo.

Fiat 500 elettrica
Fiat 500 elettrica

Questo ha fatto salire a circa 6.000 le auto elettriche “pure” (BEV – Battery Electric Vehicle) vendute nei primi sette mesi del 2019, ben un migliaio in più rispetto a tutto il 2018, con una crescita del 113% sullo stesso periodo dell’anno precedente. 

Nel 2018 infatti sono state 9.579 le auto elettriche immatricolate (5.010 pure e 4.569 ibride), appena lo 0,5% del totale (2 milioni) e tuttavia abbastanza da far salire il parco circolante a 22.000 unità. Né va dimenticata la crescita relativa: i BEV sono aumentati di una volta e mezza rispetto all’anno precedente (e del 113% se si considerano i primi 7 mesi del 2019), i PHEV, o ibridi plug-in, del 60%. 

Honda e, elettrica sportiva e agilissima. Prezzo da 33.500 euro
Honda e

Sono alcuni dei risultati emersi dalla terza edizione dello Smart Mobility Report, redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano e presentato per la seconda volta a THAT’S MOBILITY, l’evento dedicato alla mobilità elettrica in corso al MICO, Centro Congressi di Fiera Milano. L’analisi riguarda i principali macro-trend che stanno ridisegnando il mondo della mobilità verso la smart mobility – dall’elettrificazione alla sharing mobility, all’uso dei veicoli elettrici come soggetto attivo all’interno del sistema elettrico (Vehicle-Grid Integration) – ed è stata supportata da numerosi partner industriali. 

Vittorio Chiesa_Energy&Strategy Group Politecnico Milano
Vittorio Chiesa, Direttore dell’E&S Group

“Uno scenario incoraggiante nonostante i numeri delle auto elettriche in Italia risultino ancora piccoli se comparati al mercato interno totale dei veicoli o all’andamento della mobilità elettrica nei principali paesi europei, dove rappresentiamo il 2,5% – commenta Vittorio Chiesa, Direttore dell’E&S Group -. Tuttavia, è ormai chiaro a tutti che non stiamo più parlando di una ‘nicchia’, ma di una componente fondamentale dei trasporti del futuro. Opinione suffragata dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima – PNIEC, che fissa obiettivi ambiziosi per i prossimi anni. Ottimi segnali sono l’ampliamento dell’offerta di modelli di auto, oggi più di 60 (+260% rispetto al 2015) tra ‘puri’ e ibridi plug-in – continua Chiesa – così come lo sforzo degli operatori della ricarica, che ha permesso di raggiungere gli 8.200 punti di ricarica ad accesso pubblico installati oggi in Italia, aumentando la percezione di adeguatezza dell’infrastruttura da parte degli utenti”.

In tutto il mondo, nel 2018 sono stati immatricolati 2,1 milioni di veicoli elettrici, sia “full electric” (70% del totale) che ibridi plug-in, con un trend di crescita sul 2017 (+78%) che ci si aspetta venga confermato nel 2019, quando si dovrebbero superare i 3 milioni. La Cina svetta con 1,2 milioni di nuovi veicoli elettrici (+78%), il triplo dell’Europa che però si conferma il secondo mercato con oltre 400.000 immatricolazioni (+34%). Seguono Stati Uniti (350.000, +79%) e Giappone (53.000, -6%). In Europa, al primo posto ancora la Norvegia, che con oltre 72.000 nuove auto elettriche segue Cina e Stati Uniti e registra un impressionante 49% sul totale dei nuovi veicoli nel Paese. Al secondo posto la Germania (67.000, +24%), poi Gran Bretagna e Francia (rispettivamente 60.000 e 45.000, +26% e +24%). 

Quanto pesano gli incentivi e le agevolazioni? A Trento in un anno l’investimento “si ripaga” 

Gli incentivi economici rappresentano ancora un fattore determinante per la diffusione della mobilità elettrica e sommando “bonus” nazionali e locali all’acquisto emerge la fotografia di un’Italia in cui è il Nord a mostrare la maggiore dinamicità. Se poi si assume la prospettiva del Total Cost of Ownership, ossia il costo di un veicolo lungo tutta la sua vita utile, che include anche il pagamento del bollo auto ed eventuali modalità 

privilegiate di accesso a parcheggi e a zone a traffico limitato, la situazione si chiarisce ancora di più: l’esenzione dalla tassa di circolazione, temporanea o permanente, è presente in tutte le regioni, mentre per quanto riguarda le facilitazioni all’accesso o alla sosta si passa da Valle d’Aosta, Campania o Lazio, dove sono ampiamente diffusi, ad Abruzzo o Calabria, dove risultano sostanzialmente assenti. 

Auto elettriche in Italia

Il grafico mostra la visione d’insieme dei provvedimenti a supporto delle auto elettriche nelle diverse regioni Italiane e definisce un ranking delle stesse, con un significativo divario Nord-Sud. 

Dove esiste solo l’incentivo nazionale all’acquisto si impiegano circa 5 anni per “pareggiare” il costo di un’auto a benzina, con un risparmio complessivo di 7.000 euro su 10 anni. Dove invece c’è anche un incentivo regionale di 3.500 euro cumulabile con l’Ecobonus, oltre a facilitazioni alla sosta e all’accesso, il “pareggio” arriva già dopo 2 anni, e dopo un anno soltanto se il contributo è di 6.000 euro, come nel caso della Provincia autonoma di Trento, dove in 10 anni il risparmio raggiunge i 12.000 euro. 

auto elettrica
auto elettrica

L’andamento della mobilità condivisa: biciclette in calo, boom degli scooter  

Un interessante fenomeno emergente riguarda lo “sharing” di bici, automobili e scooter. A fine 2018 il parco circolante complessivo ammontava a 44.500 unità, in leggera flessione rispetto al 2017: il bike sharing, con 35.800 unità, la fa da padrone, ma è in calo di quasi il 10% dopo un exploit (+150%) registrato tra il 2016 e il 2017. Il car sharing invece è in crescita (6.500, +6,5%), mentre lo scooter sharing ha un’incidenza minoritaria (2.200) ma in fortissima crescita, +340%.

BMW Active Hybrid e-bike

L’evoluzione dell’infrastruttura di ricarica: Lombardia unica regione con 1000 colonnine pubbliche 

Nel mondo a fine 2018 c’erano 540.000 punti di ricarica pubblici (+25% sul 2017), di cui 140.000 “fast charge”, ossia con potenza superiore a 22 kW. A dominare la scena è ancora la Cina, sia per l’infrastruttura “normal charge” (41% di quota di mercato) che “fast charge” (77%). L’Europa aveva 160.000 punti di ricarica pubblica (+14%), di cui il 15% “fast charge”, cresciuti molto di più dei “normal charge” (rispettivamente +30% e +12%). Nei primi 7 mesi del 2019 le nuove installazioni sono state 15.000. La diffusione è molto disomogenea: si va dall’Olanda, che ha un rapporto punti di ricarica/veicoli elettrici circolanti inferiore a 1:5 (quello dell’Italia è 1:7) fino alla Norvegia, con 1:20.  

Ad oggi, in Italia sono presenti quasi 8.200 punti di ricarica tra pubblici (3.500, +23% sul 2017) e privati ad accesso pubblico, il 20% circa di tipo “fast charge”, in linea con la media europea e in crescita del 52%. La Lombardia è l’unica regione con oltre 1.000 punti di ricarica, seguita da Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia (oltre 500). Il Nord Italia detiene il 51% delle installazioni e il 53% di quelle “fast charge”. Circa il 70% è in ambito urbano, su strada o in parcheggi pubblici, quasi il 30% in “punti d’interesse” come centri commerciali e concessionarie auto, meno del 5% è extra-urbano. 

I punti di ricarica privata nel mondo a fine 2018 erano invece oltre 4,6 milioni, cioè 8,5 volte quelli pubblici e circa 0,85 volte il numero di veicoli elettrici circolanti, con un tasso di crescita del 50%. In Italia si parla di  4.000 punti di ricarica installati nell’anno (+60%) e di 11-13.000 in totale.

TUV SUD ricarica da 360 kW

Ultima modifica: 27 Settembre 2019